La storia e i suoi tornanti: l’Europa non può tirarsi indietro
L'Ue è impegnata nel rinnovo delle sue istituzioni. Ma nel frattempo la storia mette in primo piano urgenze crescenti, sfide gigantesche, minacce inedite. Dall'Unione a 27, "comunità di valori", si attendono risposte credibili ed efficaci
Nei giorni scorsi si è avuta l’impressione che a Bruxelles e Strasburgo si parlasse più delle audizioni dei candidati a far parte della Commissione piuttosto che di alcuni passaggi strategici – e molto scivolosi – che attendono il mondo, e dunque l’Europa stessa.
Impressione che non viene meno in queste ore.
La guerra in Ucraina, il conflitto in Medio Oriente (con le terribili situazioni in cui sono precipitate le popolazioni di Gaza e del Libano), le elezioni americane, rappresentano solo alcune delle sfide che interpellano l’Unione europea. Senza trascurare altri temi consolidati e altri emergenti: ad esempio l’esito del voto in Moldavia, la deriva post elettorale della Georgia e quella autocratica della Turchia; il lento cammino verso l’Ue dei Balcani; l’instabilità di gran parte dei vicini di casa dell’Europa, dalla Siria a tutto il Nord Africa. E poi le migrazioni da gestire con saggezza e umanità, il pauroso declino demografico del vecchio continente, la crescente competizione economica della Cina, i diffusi nazionalismi e le “democrazie illiberali”, il proliferare degli armamenti (con i relativi interessi economici delle aziende che producono strumenti di morte). Ancora: la povertà e la fame che non accennano a diminuire in troppi angoli della Terra; la mortificazione dei diritti umani in tante nazioni; il cambiamento climatico che avanza senza reali inversioni di tendenza tra inquinamento, sprechi e stili di vita che non considerano il Creato un patrimonio da curare e trasmettere alle generazioni successive.
Non si tratta di un semplice elenco dei problemi sul tappeto:
piuttosto qui c’è tutto lo spazio, ampio, di possibili interventi positivi e costruttivi dell’Unione europea, in base alla sua storia, ai valori che interpreta, al suo ruolo – così dovrebbe essere – di strumento di pace, sviluppo e giustizia sociale.
Le istituzioni Ue che si stanno rinnovando (dopo il Parlamento, la Commissione e la guida del Consiglio europeo) dovrebbero mettere a tema questi tornanti della storia, perché pesano e peseranno nel futuro prossimo dei popoli europei e del mondo intero.
I leader Ue si sono dati appuntamento a Budapest giovedì 7 novembre per la riunione della Comunità politica europea; il giorno successivo si tiene un Consiglio europeo informale. Le valutazioni sui risultati del voto Usa sono al centro dell’agenda. L’Europa ha bisogno di guardare avanti e decidere il ruolo da tenere su scala globale.