Il podio degli "Aussie"
Mack Horton contesta il cinese Sun (doping?) ai Mondiali di nuoto. Gesto clamoroso come Peter Norman a Messico ’68.
Una protesta silenziosa, composta, clamorosa. L’australiano Mackenzie “Mack” Horton è rimasto con la medaglia d’argento ai piedi del podio dei 400 stile libero ai Mondiali di nuoto. Ha contestato così la vittoria del cinese Sun Yang, squalificato nel 2014 e di nuovo sotto indagine per aver distrutto le provette con il suo sangue destinate ai controlli antidoping.
Anche l’inglese Duncan Scott (terzo ex aequo nei 200 sl) due sere dopo si è rifiutato di stringere la mano e di farsi immortalare accanto a Sun Yang, che sul podio lo ha platealmente apostrofato “Sei un perdente, io un vincente”.
L’Australia vanta uno storico precedente. La celeberrima foto di John Dominis immortala la testa china e il pugno nero guantato di Tommie Smith e John Carlos alle Olimpiadi di Messico ’68. Con loro e come loro, Peter Norman (medaglia d’argento nei 200) aveva sulla tuta il simbolo antirazzista dell’Olympic Project for Human Rights. Una solidarietà pagata a caro prezzo: insulti, minacce e l’esclusione dai Giochi di Monaco. Norman è stato il miglior sprinter australiano della storia, eppure non fu nemmeno invitato alle Olimpiadi di Sydney 2000. E’ morto sei anni dopo: la bara era portata a spalla da Smith e Carlos...