Vaccini, le 5 proposte dall'Africa: appello ai leader mondiali
Documento di Amref Health Africa, in vista del G20: garantire entro la fine dell'anno il 40% di vaccinazioni nei paesi a basso reddito. Ad oggi, molti paesi africani hanno ricevuto le dosi necessarie per vaccinare solo il 2% della popolazione
A venti mesi dall'inizio della pandemia di Covid-19 e a dieci mesi dalla somministrazione dei primi vaccini nel Regno Unito, molti paesi africani non hanno ancora ricevuto le dosi necessarie per vaccinare il 2% della loro popolazione, inclusi operatori sanitari e soggetti a rischio. Per questo, in vista del G20, Amref Health Africa, la più grande ong sanitaria che opera nel continente, invita i leader mondiali ad attuare un piano di cinque proposte, volto a garantire che entro la fine dell'anno almeno il 40% delle popolazioni di tutti i paesi sia vaccinato, e il 70% entro la metà del 2020.
"Se si prosegue su questa strada e con questi ritmi si prospetta un fallimento globale. L'Organizzazione mondiale deve rivedere continuamente le stime e spostare gli obiettivi per la vaccinazione di paesi a basso e medio reddito, ricordando continuamente che la salute globale passa anche da lì. Se tutti gli scienziati, anche in Italia, continuano a ripetere che è fondamentale vaccinare in quei paesi, se i governanti fanno eco con promesse, dobbiamo dare seguito a scienza e impegni. Altrimenti avremo fallito l'occasione che questo virus ci ha posto sotto gli occhi: quella di una cooperazione, solidarietà e sviluppo globali. Chiediamo quindi di operare in tutti gli ambiti per evitare un fallimento globale” - ha affermato Guglielmo Micucci, direttore di Amref Health Africa in Italia.
Oltre che in ambito sanitario, infatti, la pandemia sta avendo un effetto devastante sull'istruzione e su interi settori che hanno subito interruzioni prolungate, portando a perdite di posti di lavoro che hanno spinto famiglie e intere comunità nella povertà. Il tutto, esasperato dai picchi dei prezzi alimentari e da una serie di scioperi e proteste che minano la sicurezza nazionale e regionale. La pandemia ha stimolato una collaborazione senza precedenti tra i Paesi africani, attraverso iniziative come il fondo di risposta Covid-19 dell’Unione africana, l’African Vaccine Acquisition Task Team (Avatt) e l’African Covid-19 Vaccine Readiness and Deployment Taskforce (Acredt). Tuttavia, la collaborazione dei paesi all’interno del continente non è sufficiente considerato che, a livello globale, solo il 20% delle persone che vivono nei paesi a basso e medio reddito ha ricevuto una prima dose di vaccino, rispetto all'80% di chi vive nei paesi ad alto e medio-alto reddito.
“Abbiamo bisogno che i governi, le istituzioni tutte, ascoltino le richieste dell'Africa. Noi di Amref abbiamo proposto una ricetta fatta di cinque punti, parte di una battaglia più grande: quella per l’equità. Al centro i temi delle scorte vaccinali, dei brevetti dei vaccini, ma anche delle dosi aggiuntive. Noi di Amref sosteniamo con forza i processi di vaccinazione globali, ma reputiamo che la somministrazione di dosi addizionali, a completamento del ciclo vaccinale primario, quando oltre il 90% delle persone nel continente africano non ha ancora ricevuto nemmeno una prima dose, mini il principio di equità globale. Non mettiamo in dubbio il percorso vaccinale di singoli o di categorie vulnerabili, ma della somministrazione su larga scala, che accentua l’evidente divario tra paesi. Si può agire mettendo in sicurezza i vulnerabili, ed intanto accelerare sulla distribuzione nei paesi a medio e basso reddito”.
I leader mondiali dovrebbero dunque collaborare per: porre fine alle scorte vaccinali: nessuna provvista di vaccini nei paesi ricchi dovrebbe essere concessa prima che siano state vaccinate anche le persone in Africa e in altre parti del mondo; limitare la somministrazione di dosi booster: non dovrebbe esserci un lancio su larga scala di dosi addizionali, a completamento del ciclo vaccinale primario, fino a quando una fornitura di vaccini sufficiente a inoculare un primo ciclo vaccinale completo non avrà raggiunto il continente africano; condividere di più e più velocemente; condividere licenze, tecnologie e competenze e rinunciare alla proprietà intellettuale per le tecnologie sanitarie Covid-19 a livello globale. Ed infine, imparando da questa pandemia, l'Africa non dovrà mai più trovarsi in una posizione in cui è così dipendente da altri paesi per forniture mediche salvavita. I leader globali ed africani devono unirsi per porre fine alla fase acuta di questa pandemia ed insieme ricostruire i sistemi sanitari dei paesi a basso e medio reddito. Annie Francisca