Un’Italia frammentata. Il tema della crescita del nostro Paese passa per il Sud
Il Rapporto 2019 sul Sustainable development goals conferma la frammentata condizione dell’Italia che mostra aree a velocità differenti.
La distanza tra Nord e Sud del nostro Paese non accenna a diminuire. Rimangono, anzi aumentano, le distanze tra i territori. Migliorano le aree considerate le più avanzate e arrancano le altre. Purtroppo non si tratta solamente delle dimensioni economiche, anche sulle altre le aree del meridione segnano il passo rispetto alla vivibilità, i collegamenti infrastrutturali, la qualità della vita.
Il recente Rapporto 2019 sul Sustainable development goals (obiettivi di sviluppo sostenibile), pubblicato dall’Istat proprio in questi giorni, conferma la frammentata condizione dell’Italia, che non procede in modo organico nel suo percorso ma mostra aree a velocità differenti.
Il rapporto descrive il punto in cui il nostro Paese si trova rispetto all’Agenda 2030 dell’Onu. Si fissano dei goals (obiettivi appunto) da raggiungere in modo che si possa conciliare un miglioramento della qualità della vita delle persone, una maggiore ricchezza nel rispetto dell’ambiente.
L’immagine complessiva dell’Italia non appare deludente, perché il percorso per avvicinarsi ad alcuni traguardi non sembra impossibile: siamo già uno dei paesi più longevi al mondo e con mediamente con l’aspettativa di passare i primi 58 anni di vita in buona salute, abbiamo registrato una riduzione della violenza e del numero dei detenuti, manteniamo un’alta qualità dei servizi nelle abitazioni. Altri obiettivi sembrano allontanarsi come la difficoltà di gestire le infrastrutture esistenti sul territorio e la maggiore esposizione ai rischi dovuti alle calamità naturali.
Ci sono, poi, alcuni altri indicatori che evidenziano la disparità nel nostro Paese tra le aree geografiche. La questione non riguarda soltanto una diversa distribuzione del reddito, che mostra come sia più facile incontrare un povero nel mezzogiorno che nel Nord, oppure una questione radicamento industriale. Le differenze emergono nel campo dell’istruzione, del rapporto dei cittadini con le istituzioni, della distribuzione e qualità dell’acqua.
Questo rapporto ci mostra ancora una volta che il tema della crescita del nostro Paese passa per il Sud. Senza un investimento reale in queste regioni e senza un progetto per il loro futuro gli obiettivi dell’Agenda 2030 rimarranno lontani. Eppure segnali di potenzialità ci sono. Un esempio è la spinta verso l’agricoltura biologica, alla quale – come si legge nel rapporto – nel 2017 sono stati destinati quasi 2 milioni di ettari, per due terzi localizzati nel Mezzogiorno. L’incremento è del 6,3% sull’anno precedente e di oltre il 70% sul 2010. È un segno che gli spazi per muoversi ci sono. C’è bisogno di progetti.