Sempre più armi in casa
Cresce la voglia di sicurezza “fai da te”. Secondo il primo Rapporto sulla filiera della sicurezza in Italia, realizzato dal Censis con Federsicurezza, il 39 per cento degli italiani è favorevole all’introduzione di criteri meno rigidi per il possesso di un’arma da fuoco per la difesa personale.
Il dato è in netto aumento, specialmente tra le persone meno istruite (il 51 per cento tra chi ha al massimo la licenza media) e gli anziani.
Parallelamente aumenta il numero degli italiani che possono sparare: nel 2017 nel nostro Paese si contavano 1.398.920 licenze per porto d’armi, considerando tutte le diverse tipologie (dall’uso caccia alla difesa personale), con un incremento del 13,8 per cento in un solo anno. La crescita più forte si è avuta per le licenze per il tiro a volo, che oggi sono quasi 600 mila, più facili da ottenere. A conti fatti, si può ritenere che oggi complessivamente vi sia un’arma da fuoco nelle case di quasi 4,5 milioni di italiani (di cui 700 mila minori).
Una crescita dettata più da ragioni emotive che da dati oggettivi: nel 2017 sono stati infatti denunciati 2.232.552 reati, il 10 per cento in meno rispetto all’anno precedente. In particolare, gli omicidi si riducono dai 611 del 2008 ai 343 dell’ultimo anno, le rapine passano da 45.857 a 28.612 e i furti scendono da quasi 1,4 milioni a poco meno di 1,2 milioni.
«Non è il rischio effettivo che produce paura – sottolinea Roberto Cornelli, docente di criminologia all'Università Milano-Bicocca – È invece il “discorso sulla paura” ad essere aumentato». La risposta dello stato non sembra capace di offrire soluzioni convincenti, muovendosi invece lungo un sentiero già tracciato negli ultimi vent’anni: «Avremo delle città-fortezza, da difendere contro le invasioni, e politiche di sicurezza urbana che renderanno “scomode” le città». Gli strumenti penali verranno usati per governare fenomeni sociali importanti come l'immigrazione, ma anche quelli micro-sociali come la movida o il degrado. «Per non parlare – conclude – delle camionette in strada e delle telecamere per la video sorveglianza che non hanno una grande efficacia come deterrente. Tutte queste politiche in realtà producono altra insicurezza ed esasperazione dell'aspettativa, in un gioco di rincorsa simbolico che non ha mai fine». E gli italiani, nel frattempo, affidano alle armi la speranza di un futuro più tranquillo…