Seconde generazioni crescono. Il XXVIII rapporto Ismu sulle migrazioni 2021
Le seconde generazioni stanno crescendo e potrebbero essere una grande risorsa per l’Italia di domani. Il ruolo del sistema scolastico è in questo compito strategico.
Il “XXVIII rapporto Ismu sulle migrazioni 2021”, da poco pubblicato, segnala che i cittadini stranieri presenti in Italia sono diminuiti nell’ultimo periodo. La stima ne conta oltre 5milioni e 750mila di cui poco più di mezzo milione è in una situazione irregolare. Nel complesso il fenomeno migratorio è in diminuzione per il secondo anno consecutivo: meno 2,8% rispetto all’anno precedente, certo l’effetto della pandemia si fa ancora sentire sui flussi, ma il calo è da attribuire anche alla crescita delle acquisizioni di cittadinanza che indicano un’integrazione nel paese dei nuovi arrivati.
I cittadini non italiani rappresentano ormai il 10% della popolazione residente e gli studenti nelle scuole sommano una quota un po’ più alta: 10,3%. In questo caso – avverte il rapporto – gli alunni con background migratorio sono in crescita. Il 57,4% di loro presenta il primo ciclo scolastico. La scuola si rivela un forte ambiente interculturale. La presenza di studenti non italiani è diffusa su tutto il territorio nazionale – specialmente in grandi città come Milano, Roma o Torino, sebbene in alcune zone sia più frequente di altre. Complessivamente solo nel 17,9% delle scuole non sono presenti alunni stranieri. Si deve poi considerare che il 65,4% di questi ragazzi e ragazze sono nati in Italia.
Le seconde generazioni stanno crescendo e potrebbero essere una grande risorsa per l’Italia di domani. Il ruolo del sistema scolastico è in questo compito strategico.
Dal rapporto dell’Ismu possiamo individuare due elementi su cui riflettere. Il primo è positivo: per la prima volta il numero degli studenti che si sono iscritti a un liceo supera quello degli iscritti agli istituti professionali. Questo indicatore rende visibile l’aspirazione a investire nell’istruzione non solo da parte dei singoli ragazzi, ma anche delle loro famiglie. Il secondo invece è negativo: purtroppo il 30% degli alunni con cittadinanza non italiana ha accumulato un ritardo scolastico. Sicuramente il dato è migliore rispetto a quello di dieci anni fa, quando era in ritardo più del 40%, però la porzione è ancora molto ampia (tra gli italiani il ritardo è al 9%) specialmente se si vuole contrastare l’abbandono formativo, dato che attualmente i ragazzi tra i 18 e i 24 anni che non hanno conseguito un titolo secondario superiore sono il 32,1% dei loro coetanei.
Riuscire a vivere in modo adeguato e completo il percorso di istruzione non è soltanto un passaggio centrale per riuscire a integrarsi nella società, è anche lo strumento più efficace per gettare le basi per un progetto di vita personale.