Scuola, si torna ai voti? Appello al Governo: “Stop al colpo di mano sulla valutazione”

L'appello lanciato dal pedagogista e autore Daniele Novara e dal maestro Alex Corlazzoli. La richiesta al Governo e al ministro Valditara è di aprire un serio confronto sui metodi valutativi in modo da portare anche la scuola italiana nel 2024 e non farle fare salti nel passato. “Occorre innescare un percorso condiviso e partecipato che possa arrivare a una soluzione che pone al centro gli alunni e la narrazione del loro apprendimento"

Scuola, si torna ai voti? Appello al Governo: “Stop al colpo di mano sulla valutazione”

"Stop al colpo di mano sulla valutazione". È questo il titolo dell'appello lanciato dal pedagogista e autore Daniele Novara e dal maestro Alex Corlazzoli. La richiesta è di aprire un serio confronto sui metodi valutativi in modo da portare anche la scuola italiana nel 2024 e non farle fare salti nel passato.
L'appello è indirizzato al Governo e al ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara e chiede di "fermare questo colpo di mano affinché il ministero apra un proficuo confronto con il mondo dell’Istruzione al fine di innescare un percorso condiviso e partecipato che nel tempo possa arrivare a una soluzione che pone al centro gli alunni e la narrazione del loro apprendimento".
Tante le adesioni all'appello, da Damiano Tommasi a Silvia Vegetti Finzi, da Alberto Pellai ad Alex Zanotelli passando dal mondo del cinema e della cultura con Carlotta Natoli, Moni Ovadia, Pierfrancesco Favino, Luca Zingaretti e Stefano Accorsi.
“La scuola deve andare avanti e non indietro, gli alunni hanno bisogno di una scuola al passo con i tempi - afferma Daniele Novara -. È strano ed eccentrico tornare indietro senza nemmeno una verifica rigorosa e scientifica dei 4 anni nei quali si è adottata, nella scuola primaria, una valutazione senza voti basata su un approccio non giudicante ma narrativo, capace di condensare gli apprendimenti in avanzamento degli alunni”.
“Come specialista ritengo che i voti numerici vadano aboliti ovunque, e non ripristinati dove erano stati giustamente tolti - conclude il promotore dell'appello -. Auspico un ripensamento da parte del ministero”.
Da parte sua, il maestro Alex Corlazzoli aggiunge: “Siamo di fronte all’ennesimo cambiamento dettato dal Governo di turno, fatto senza porsi in ascolto di chi ogni giorno sta tra i banchi di scuola. In questi anni abbiamo assistito a una girandola di decisioni che ha prodotto solo confusione tra insegnanti, genitori e alunni. Certamente quello su cui dirigenti e insegnanti hanno lavorato negli ultimi quattro anni non è ancora l'auspicabile giudizio descrittivo, ma non ha alcun senso fare un passo indietro”.
“Piuttosto avviamo, per la prima volta in questo Paese, una riflessione che coinvolga tutti gli attori della Scuola, bambini compresi. Sono certo che i primi a dover essere ascoltati siano gli studenti - conclude il maestro -. La storia della Scuola italiana è ricca di testimonianze, da Alberto Manzi, a Mario Lodi, a don Lorenzo Milani. A loro dobbiamo volgere il nostro sguardo”.

L’appello: “No ai giudizi sintetici, si apra un confronto serio e proficuo sulla valutazione”

Si legge nell’appello: “Un emendamento al Disegno di Legge sul voto di comportamento nella scuola secondaria introduce una modifica importante al modello di valutazione in vigore oggi nella scuola primaria dopo la ‘riforma’ del 2020. L’emendamento è presentato dal Governo e, a meno di imprevisti dell’ultima ora, verrà sicuramente accolto. Ecco cosa prevede la disposizione: ‘A decorrere dall’anno scolastico 2024/2025, la valutazione periodica e finale degli apprendimenti, ivi compreso l’insegnamento di educazione civica, delle alunne e degli alunni delle classi della scuola primaria è espressa con giudizi sintetici correlati alla descrizione dei livelli di apprendimento raggiunti. Le modalità della valutazione di cui al primo e al secondo periodo sono definite con ordinanza del Ministro dell’istruzione e del merito’. Contemporaneamente viene abrogato il comma 2 bis dell’articolo 1 del Decreto Legge 22/2020 che così recita: ‘La valutazione periodica e finale degli apprendimenti degli alunni delle classi della scuola primaria, per ciascuna delle discipline di studio previste dalle indicazioni nazionali per il curricolo è espressa attraverso un giudizio descrittivo riportato nel documento di valutazione e riferito a differenti livelli di apprendimento, secondo termini e modalità definiti con ordinanza del Ministro dell’istruzione’. La sottosegretaria all’Istruzione Paola Frassinetti ha parlato del ritorno ai voti numerici. Il ministro Giuseppe Valditara ha, invece, in un’intervista a ‘Il Messaggero’ detto: ‘Al di là del giudizio analitico, vogliamo che alle elementari le valutazioni siano chiare, semplici: ottimo, buono, discreto, sufficiente, insufficiente, gravemente insufficiente’”.

Continua l’appello: “Non è chiaro, ad oggi, se l’espressione ‘giudizi sintetici’ significherà un ritorno al 4,5, 6,7,8 etc o a scarso, insufficiente, sufficiente etc. Le ‘pagelle’ attuali non rendono certo onore all’idea messa in campo dal legislatore nel 2020 quando puntava ad un ‘giudizio descrittivo’ perché riportano una sintesi altrettanto lacunosa del processo di apprendimento di un bambino ma sono un traguardo positivo rispetto al passato quando imperavano numeri che cristallizzavano il giudizio. Valutare significa dare valore, la valutazione ha la finalità più ampia di dare valore al percorso di apprendimento di ogni singolo alunno che deve tener conto del contesto da cui proviene, dello stato di partenza, delle difficoltà incontrate (la mancata continuità didattica, ad esempio, dovuta al precariato) a causa della stessa scuola. Valutare non è di certificare, attestare, rendicontare ma ‘descrivere’ il cammino umano e pedagogico di uno studente”.

Conclude l’appello: “L’ emendamento al Disegno di Legge non va in questa direzione. Se andrà in porto si tratterebbe del quarto cambiamento a partire dal 2008: fino a quell’anno si usarono i giudizi, poi si passò ai voti, nel 2020 vennero introdotti i giudizi descrittivi e a partire dal 2024 si useranno i giudizi sintetici. Il Ddl in questione (924-bis) è stato presentato in Commissione Cultura e Istruzione del Senato a novembre e rischia di diventare Legge dello Stato in tempi così rapidi da non consentire un serio confronto con il mondo della Scuola: insegnanti, dirigenti, pedagogisti, educatori, psicologi, associazioni di genitori, sindacati, etc. Per questo il nostro APPELLO al Governo e al ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara è quello di fermare questo ‘colpo di mano’ affinché il ministero apra un proficuo confronto con il mondo dell’Istruzione al fine di innescare un percorso condiviso e partecipato che nel tempo possa arrivare a una soluzione che pone al centro gli alunni e la narrazione del loro apprendimento”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)