Sanità a Padova. Nuova pediatria, via le gru ma non le critiche

Ultimati i 40 metri di altezza della nuova struttura che accoglierà bambini e famiglie. Con altri due edifici formerà il Polo della donna e del bambino. Protestano i comitati contrari: dall’impatto ambientale sulle mura alla riorganizzazione del sistema salute

Sanità a Padova. Nuova pediatria, via le gru ma non le critiche

C’ è chi il traguardo lo taglia correndo in orizzontale, magari lungo una pista d’atletica, e chi, invece, il “nastro” lo raggiunge misurandone l’altezza, toccando la cima, il punto più alto. Anche di un edificio. A fine marzo, il cantiere della struttura che ospiterà la nuova pediatria a Padova ha raggiunto l’ultimo piano, di fatto terminandone lo scheletro. È stato lo stesso presidente della Regione Luca Zaia ad annunciarlo: «Era il dicembre del 2022 quando è stato fatto il primo getto: 16 mesi dopo, la struttura alta circa 40 metri è ormai completata. Un sogno che prende forma». Un sogno costruito dal lavoro giornaliero di circa cento maestranze e arricchito da un puntuale e dettagliato aggiornamento dell’Azienda Ospedale Università di Padova che, soprattutto negli ultimi mesi, ha pubblicato sul proprio sito video affascinanti con il time-lapse del cantiere e le voci dei protagonisti che descrivono tecniche all’avanguardia, materiale utilizzato e soprattutto il fine ultimo, indispensabile: garantire cure moderne ed essenziali ai bambini e un’adeguata accoglienza alle famiglie. La nuova pediatria, che sorge all’interno dell’area di via Giustiniani, e dovrebbe essere inaugurata nell’estate 2025, avrà una superficie complessiva di ventimila metri quadrati, con 157 posti letto più otto posti di osservazione breve intensiva e cinque postazioni di dialisi, mentre le sale operatorie saranno tutte collocate al settimo piano. Il piano d’investimento, gradualmente aggiornato anche per l’aumento dei costi delle materie prime, adesso è di circa 61 milioni di euro, di cui 13 milioni di euro per attrezzature e arredi. Ma non per tutti questo è propriamente un sogno e poco ci manca per parlare di incubo. Già qualche giorno dopo il 6 aprile del 2017, quando la Giunta regionale veneta diede il via libera alla procedura di realizzazione del nuovo edificio, diversi comitati e associazioni hanno iniziato a manifestare dubbi e perplessità sia per il volume dell’opera, sia per la vicinanza con le antiche mura, sia sull’organizzazione stessa della sanità cittadina. Istanze portate avanti anche venerdì 10 maggio da un sit-in organizzato ai piedi del bastione Cornaro in via Gattamelata, al quale erano presenti Gli Amissi dell’Alicorno, il gruppo Urbanistica&Contesto, il coordinamento Parco Mura e Acque, e altri: «Impropriamente parliamo di nuova pediatria, ma in realtà si chiama il Polo della donna e del bambino perché alla fine del progetto dovrebbero sorgere altri due grandi edifici che saranno le cliniche specialistiche di Ostetricia e Ginecologia – specifica la dottoressa Patrizia Longo del Comitato Sos Ospedale Sant’Antonio – Per dichiarazione degli stessi progettisti, questo edificio ha una sua flessibilità funzionale, cioè non è pensato specificatamente per accogliere i bambini: un’ospedale di questo genere stride in maniera evidente con tutte le linee guida che governano gli ospedali moderni pediatrici, che devono essere ambienti di cura non solo per il trattamento della malattia, ma devono includere anche aspetti che riguardano il benessere psico-emotivo di bambino e famiglia. Perché un luogo di cura ben progettato diventa esso stesso strumento di guarigione; pensiamo al verde, che svolge anche più funzioni: assorbe smog, è una barriera acustica, riduce le isole di calore. E Padova, la cui superficie è al 50 per cento cementificata, dovrebbe pensare a questo». Quello che Zaia aveva definito come uno dei «progetti più qualificanti dell’intera programmazione infrastrutturale sanitaria degli ultimi anni in Veneto» si è basato sullo smantellamento della palazzina di Pneumologia e la sua attuale collocazione trova giustificazione anche con un prossimo ridisegno, ammodernamento e demolizione delle strutture attuali che accolgono le funzioni sanitarie pediatriche e ostetrico-ginecologiche. «Ma il tema che più ci sta a cuore è la riorganizzazione delle cure – insiste Patrizia Longo – Pediatria, Ostetricia e Ginecologia sono cure specialistiche, quello attuale è un centro di eccellenza in cui vengono bambini da tutta Italia e anche dall’estero. Devono andare insieme alle altre specialità che saranno nel nuovo ospedale a Padova Est. Sarebbero coerentemente connessi e magari più adatti alla cura dei bambini. Questo permetterebbe l’annullamento della costruzione degli altri due edifici, riducendo l’impatto, mentre l’edificio già ultimato verrebbe utilizzato come ospedale generale della città, più facilmente raggiungibile anche dagli anziani». Insomma una revisione complessiva del progetto dei due poli, partendo dalla necessità di tarare e calibrare i servizi alla comunità di riferimento: nel 2023, l’indice di vecchiaia a Padova dice che ogni cento giovani ci sono 238 anziani: «Al Giustinianeo i letti in terapia intensiva sono 22, a Padova Est saranno 90, ma attenzione qui non c’è il pronto soccorso con accesso diretto: il paziente o viene trasportato in elicottero o dev’essere prima stabilizzato in altri ospedali. Cosa succede, dunque? La persona va al pronto soccorso in via Giustiniani, viene fatta la diagnosi, ma se è molto grave dev’essere portata a Padova Est. Ma vi immaginate il traffico di ambulanze su e giù per la città con pazienti molto gravi? È un cortocircuito unico in Italia».

Ospedale Padova Est, ok al progetto di fattibilità
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Venerdì 9 maggio, tramite delibera a firma del direttore generale dell’Azienda Ospedale, Giuseppe Dal Ben, è stata approvata la progettazione di fattibilità-tecnica ed economica del nuovo policlinico San Lazzaro a Padova Est. Il costo stimato per questa struttura è di circa 900 milioni di euro, di cui 500 milioni saranno destinati ai lavori e avrà quasi mille posti letto.

Contrari

Dopo l’incontro organizzato dagli Amissi dell’Alicorno ai piedi del bastione Cornaro, lo scorso venerdì 10 maggio 2024, Daniele Buso, presidente dell’associazione, e il prof. Elio Franzin, presidente onorario, hanno annunciato la volontà di presentare alla Procura della Repubblica di Padova la denuncia relativa all’ubicazione della nuova pediatria a ridosso dello stesso bastione Cornaro e contro le mura cinquecentesche veneziane.

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