Rotta balcanica, sempre più difficile la situazione dei migranti in transito

Report “Vite abbandonate”. Nel 2023 aumentano gli arrivi rispetto all’anno precedente, vulnerabile quasi 1 persona su 3. Raddoppiano le famiglie, 1 su 5 è un minore non accompagnato. Nel corso dell’anno fino a 500 richiedenti asilo per strada

Rotta balcanica, sempre più difficile la situazione dei migranti in transito

Peggiora la situazione delle persone migranti in arrivo dalla rotta balcanica a Trieste. Lo attesta la seconda edizione del report "Vite abbandonate", presentato questa mattina a cura delle Rete solidale che unisce le associazioni triestine che operano sui temi dell’accoglienza, della tutela legale e dell’assistenza umanitaria a persone migranti che arrivano nella città dalla rotta balcanica. Il Rapporto intende fare chiarezza sul fenomeno dei flussi migratori in ingresso a Trieste nel 2023 attraverso i contributi di sei organizzazioni tra cui il Consorzio italiano di solidarietà (Ics).

Per migliaia di richiedenti asilo provenienti dalle rotte balcaniche, Trieste è il primo luogo di approdo sicuro dopo la fuga da persecuzioni, guerre e situazioni di violenza generalizzata in paesi quali l’Afghanistan, il Pakistan, la Turchia, l’Iraq, si legge nel Rapporto. Durante tutto l’anno 2023, le numerose testimonianze delle persone incontrate a Trieste hanno rivelato la ripresa di respingimenti illegali e violenti da parte della polizia croata, specialmente al confine bosniaco. Molti hanno testimonianza della crudezza del trattamento ricevuto in particolar modo in Bulgaria, mostrando –ad esempio – le cicatrici dei morsi dei cani utilizzati dalla polizia di frontiera nelle attività di pattugliamento.

Dal 1 gennaio al 31 dicembre 2023 sono state incontrate e hanno ricevuto assistenza nell’area della stazione di Trieste un totale di 16.052 persone in ingresso dalla rotta balcanica (una media di 44 nuove persone al giorno). Questo dato – si legge nel rapporto –conferma un incremento del +22% degli arrivi registrati rispetto al 2022, che erano relativi a 13.127 persone. La stragrande maggioranza delle persone incontrate nel 2023 era in fuga dall’Afghanistan, con quasi 11.000 presenze pari al 68% del totale. La seconda nazionalità di provenienza delle persone incontrate a Trieste si conferma essere quella pakistana, anche se con un trend in netto calo rispetto al 2022, con solo il 12% delle presenze rispetto al 25% dell’anno precedente (1.870 persone di nazionalità pakistana incontrate nel 2023 contro le 3.230 del 2022). Il terzo gruppo più numeroso di provenienza per arrivi a Trieste è quello turco, prevalentemente nuclei familiari di nazionalità curda, che rappresenta il 9% delle persone incontrate. A Trieste, nel corso del 2023, non si è registrato un numero significativo di cittadini siriani, probabilmente a causa delle rotte migratorie scelte che portava le persone direttamente dalla Bosnia e dalla Serbia alla Germania senza passare per l’Italia. Tra la fine del 2023 e i primi mesi del 2024, tuttavia, sono stati incontrate alcune centinaia di siriani, inclusi minori non accompagnati e nuclei familiari. Molto probabilmente una parte delle persone in fuga dalla Siria in transito in Slovenia - paese in cui i siriani si attestano come la prima nazionalità per numero di ingressi - ha iniziato a considerare la rotta che passa per Trieste come una delle possibili vie di accesso alla Germania e al nord Europa.

Rispetto al 2022, dove la stragrande maggioranza delle persone supportate era rappresentata da uomini singoli e adulti (82% dei casi), il 2023 vede un netto aumento percentuale di profili cosiddetti vulnerabili, composti prevalentemente da minori stranieri non accompagnati, donne sole e nuclei familiari, che rappresentano il 31% di tutti le persone incontrate. Nel 2023, infatti, è vulnerabile quasi una persona incontrata su tre e, in quanto tale, necessita di particolare attenzione e di servizi adatti alle loro esigenze specifiche. La crescita è dovuta all’aumento considerevole dei minori stranieri non accompagnati (+112% rispetto al 2022), che sono stati 2.975 e rappresentano il 19% dei casi, e un parimenti raddoppio degli arrivi delle famiglie (+120% rispetto al 2022), che sono state in totale 381 e rappresentano l’11% dei casi registrati. Stabile rispetto al 2022 e relativamente modesto invece il numero di donne sole incontrate, ovvero 158, l’1% dei casi.

La quasi totalità dei minori non accompagnati incontrati è di nazionalità afgana (94%), mentre una piccola parte è composta da Pakistani (5%) sempre prevalentemente di etnia pashtun. Quasi tutti i minori incontrati (86%) hanno dichiarato di essere in transito verso altri paesi, tra cui Germania, Francia e Svizzera come mete principali. Solo 196 minori (7%) hanno deciso di fermarsi a Trieste ed hanno richiesto supporto agli operatori della rete per accedere ai servizi per minori della città. La maggioranza delle persone incontrate (68%) ha dichiarato di voler raggiungere altre destinazioni al di fuori dell’Italia, con una netta preferenza per la Germania (meta dichiarata dal 50% del totale dei rispondenti), seguita dalla Francia (29%), dalla Svizzera e dal Belgio (entrambe dal 6%). Rispetto al 2022, quando circa un terzo (32%) delle persone dichiarava di voler presentare domanda di asilo in Italia, nel 2023 solo il 19% delle persone sembra intenzionato a stabilirsi in Italia, di cui il 14% a Trieste (2,215 persone) e il rimanente 5% in altre città, in primo luogo Milano e Roma.

L’anno 2023 ha visto il perdurare della grave situazione di abbandono dei richiedenti asilo in strada iniziata già nell’anno precedente. I tempi di attesa per l’accesso alle misure di accoglienza hanno raggiunto un picco di 85 giorni, soprattutto tra i mesi estivi e autunnali, mentre il tempo medio di attesa nell’anno è stato di 45-50 giorni. Il numero dei richiedenti asilo in strada è variato da un minimo di 100 ad un massimo di circa 500 persone durante il 2023. In passato, i profili più vulnerabili rappresentati da famiglie e donne sole, nel momento della richiesta asilo, venivano immediatamente collocati nel sistema di accoglienza. Nell’arco del 2023 però si è assistito al progressivo abbandono anche di questi soggetti che sono stati costretti dal malfunzionamento del sistema della prima accoglienza a passare diversi giorni fuori dal sistema prima di essere collocati.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)