Rapporto Censis sulla sicurezza. Il pericolo del sentirsi sicuri
I dati del primo rapporto Censis sulla filiera della sicurezza in Italia mostrano in aumento il numero di cittadini che ritengono in aumento la criminalità: quasi il 32% percepisce il rischio nella zona in cui abita.
La sicurezza è un bene prezioso per una società. Le persone che si sentono sicure possono agire più liberamente, vivere con serenità, essere più fiduciosi negli altri. Ma cosa significa sentirsi più sicuri?
Ci sono dei piccoli paesi in Italia in cui è possibile lasciare la porta di casa aperta con le chiavi attaccate. Non c’è, in quei luoghi, la percezione di pericolo. Ci si sente sicuri, perché si è in confidenza con la comunità in cui si è inseriti. Tutti si conoscono.
Però se allarghiamo l’inquadratura vediamo che nel nostro Paese ci si sente molto insicuri. I dati del primo rapporto Censis sulla filiera della sicurezza in Italia mostrano in aumento il numero di cittadini che ritengono in aumento la criminalità: quasi il 32% percepisce il rischio nella zona in cui abita.
Eppure la realtà è ben diversa. I reati diminuiscono dal 2008 a oggi e solo nell’ultimo anno considerato, il 2017 c’è stata una diminuzione del 10%. Il furto – il reato più diffuso si è ridotto di 400mila casi negli ultimi 3 anni. Anche il confronto con gli altri paesi europei evidenzia una buona tendenza: le rapine, ad esempio, in Italia sono state poco più di 35mila, 57 ogni 100mila residenti, la media europea è di 71 e sottolinea il Censis “decisamente di meno anche rispetto a Regno Unito, Francia e Spagna”.
In controtendenza, allora, c’è un aumento della paura degli altri, che ci porta ad assicurarci: la porta blindata per il 66,7% della popolazione, il sistema d’allarme per il 42%, le inferriate a porte e finestre per il 33,5% sono le misure di prevenzione adottate più frequentemente.
Ma la voglia di sicurezza diventa pericolosa quando si evidenzia che aumenta la percentuale degli italiani favorevoli a rendere meno restrittive le norme per il porto d’armi: il 39% sarebbe infatti favorevole a utilizzare pistole o fucili per la difesa personale.
La paura, per giunta immotivata, nasconde i veri pericoli.
Già oggi oltre 1 milione di persone nel Paese è in possesso di un’arma da fuoco in casa, così secondo i calcoli dell’istituto di ricerca circa 700mila minori potrebbero averla a portata di mano.
Inoltre si dimentica che negli Stati dove le armi sono facilmente accessibili è altrettanto facile vedere l’aumento del numero dei reati. Il confronto con gli Stati Uniti ci mostra, ad esempio, che le vittime da arma da fuoco potrebbero salire fino a 2.700 ogni anno, contro le 150 attuali, per un totale di 2.550 morti in più.
Allora non dobbiamo scordare che la sicurezza si conquista con la relazione e non con la chiusura. È nella relazione che si costruisce la fiducia negli altri.