Rapporto Caritas, crisi nel turismo: un calo di oltre 50 miliardi di euro
Nel Rapporto 2021 un focus sugli effetti della pandemia su turismo e ricettività. Il caso di Assisi, Ischia, Riva del Garda e Venezia. “Il settore del turismo è un perfetto esempio di come l’entità degli effetti pandemici sul 'sistema' globale possa definirsi davvero epocale”
“Il settore del turismo è un perfetto esempio di come l’entità degli effetti pandemici sul 'sistema' globale possa definirsi davvero epocale”. Così il Rapporto Caritas 2021 che sul settore del turismo e della ricettività dedica un intero focus per comprendere le ricadute dell’emergenza sanitaria che abbiamo vissuto. Quattro le aree di interesse turistico prese in considerazione: Assisi, Ischia, Riva del Garda e Venezia. “In Italia, nel 2017, il turismo rappresentava il 6% del valore aggiunto nel nostro paese - si legge nel rapporto -. Assoturismo stima una perdita di quasi 84 milioni di pernottamenti di turisti italiani e 157,1 milioni di turisti stranieri, con un calo degli arrivi di quasi il 62%. Il crollo delle presenze si è tradotto in una drastica contrazione della domanda di beni e servizi in diversi settori: la stima è di oltre 50 miliardi di euro”.
I casi presi in considerazione dal rapporto sono emblematici. Assisi, ad esempio, contribuisce con il 25% al Pil di tutta la regione Umbria. “Si stima che il 78% del consumo in Assisi alta sia dovuto alla presenza di gruppi di pellegrini/turisti che arrivano in pullman - spiega la Caritas -. A Santa Maria degli Angeli tale quota è ancora superiore, pari all’81%; il calo del fatturato si è avvertito in tutti i settori economici: nel settore dell’abbigliamento il calo del fatturato è stato in media del 71%, con punte di perdita oscillanti tra il 91 e il 94%”. Tra giovani laici e religiosi, la Chiesa locale ha messo a disposizione da giugno 2020 a inizio 2021 circa 7200 ore di volontariato nella sola dimensione dei servizi assistenziali, degli empori e della distribuzione, solo ad Assisi città e frazioni, spiega la Caritas.
Ad Ischia, invece, il 70% degli operatori del turismo non lavora. “Nel 2019 la Caritas sfamava 500 famiglie, oggi sono 2500 famiglie e sono in aumento perché su circa 15000 lavoratori stagionali almeno il 50% non ha ricevuto nessun tipo di supporto economico”, si legge nel rapporto. A Riva del Garda, la crisi del turismo ha prodotto una fuga della manodopera, in gran parte straniera, ripartita verso i paesi di origine e mai più ritornata, spiega la Caritas. “Viene confermato un trend di crescita delle persone incontrate e aiutate da Caritas - si legge nel rapporto -, con 302 nuclei familiari seguiti e un migliaio di persone coinvolte nel 2020, su una comunità di riferimento di circa 20.000 abitanti (dati in linea anche per il primo trimestre 2021”.
Infine Venezia, una delle mete più ambite dai turisti in Italia. Secondo uno studio della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, nel 2019 si è registrato il 7,6% degli arrivi in Italia e l’8,7% delle presenze nazionali, con una percentuale di stranieri intorno al 74%, si legge nel rapporto. “Lo scoppio dell’emergenza ha prodotto un crollo dei flussi turistici - spiega la Caritas -. Nei primi 9 mesi del 2020 è stato registrato un -59,5% negli arrivi e- 53,5% delle presenze. La componente straniera ha registrato un calo del 73,1% degli arrivi. La filiera turistica rappresentava, nel 2019, quasi un terzo del valore aggiunto provinciale, occupando quasi 100 mila lavoratori, il 27% del totale degli occupati in provincia. L’assenza degli stranieri si traduce in un calo di entrate di 2miliardi di euro. Per sostenere le famiglie, la diocesi ha istituito il Fondo San Nicolò, distribuendo circa 250 mila euro”.