Paniere Istat e inflazione. L’economia italiana tra Covid e rincari energetici
La pandemia continua ad aver ricadute sulla vita del Paese, fortemente segnata negli ultimi mesi dall’aumento dei prezzi delle bollette di luce e gas. L’analisi della sociologa Collicelli e di Bella, direttore dell’Ufficio studi di Confcommercio
“Negli anni siamo passati da una società dai consumi essenziali a quelli sempre più sofisticati. È solo da un paio di decenni che si è cominciato a buttare l’occhio su questa trasformazione dei consumi, sempre più immateriali e molto distanti da quelli di una volta. Negli ultimi decenni sono molto cresciuti i consumi del tempo libero, eccedentari, non essenziali”. Così la sociologa Carla Collicelli, ricercatrice del Cnr e membro Asvis, commenta la revisione del “Paniere Istat”, l’elenco dei prodotti per la rilevazione dei prezzi al consumo e alla misura dell’inflazione. Per il 2022, tra gli altri, sono entrati la sedia da pc, la friggitrice ad aria, il tappetino da ginnastica, il download di film e lo streaming di contenuti musicali, oltre ad una serie di prodotti legati al Covid-19: il saturimetro (o pulsossimetro), il tampone molecolare e rapido, il test sierologico e quello antigenico fai da te. E poi il pane di altre farine, il gas di città e gas naturale da mercato libero, gli occhiali da lettura senza prescrizione. Fuori dal paniere, invece, compact disk e hoverboard (mezzi elettrici a due ruote). “È sempre molto discutibile la scelta di alcuni prodotti”, sottolinea Collicelli, per la quale
è “molto interessante dal punto di vista statistico e sociologico” l’introduzione nel paniere della psicoterapia individuale, “anche se è un tipo di consumo per fasce di popolazione con un reddito elevato”.
Pur domandosi “chi si può permettere di accedere al pagamento di una psicoterapia”, la sociologo evidenzia però che “l’aver cominciato a considerare questo aspetto in un periodo nel quale si dice che c’è davvero un aumento molto consistente dell’accesso ai servizi pubblici psichiatrici e psicologici è un buon segnale”. “Questo è un consumo ‘di lusso’ anche se in teoria non dovrebbe esserlo”, prosegue Collicelli, secondo cui è positivo poter “avere, sulla base delle analisi dell’Istat, una quantificazione di chi questa spesa l’ha fatta e di chi non ha potuto farla anche volendo”. Anche perché,
“a seguito della pandemia c’è stato un balzo in avanti del disagio psichico, delle ansie, delle insicurezze: una novità che è stata colta ed è interessante che ne abbiano tenuto conto fin da adesso”,
ribadisce la sociologa. E avverte: “A volte, entrare in questi percorsi di terapia formalizzata per problematiche che hanno una dimensione prevalentemente sociale o relazionale può anche avere degli effetti negativi, si tende a patologizzare con lunghi interventi terapeutici situazioni che una volta venivano affrontate con consiglieri, sacerdoti, insegnanti che facevano questo solo per missione e non per mestiere”.
Tornando alla composizione del paniere, Collicelli rimarca “il tentativo che viene fatto è di avere una visione più ampia dei consumi e una migliore percezione della situazione economica del Paese”. Parere condiviso da Mariano Bella, direttore dell’Ufficio studi di Confcommercio, che ricorda che “sono revisioni che vengono fatte ogni anno per adeguare l’indice dei prezzi al consumo a quello che si consuma effettivamente”. Secondo Bella, per il 2022 “non ci sono novità straordinarie”. “L’introduzione del gas di città e gas naturale da mercato libero forse andava fatta addirittura prima”; “è giusto averlo fatto” considerato che “si va verso una liberalizzazione completa che potrebbe ridurre i costi dell’energia”. Propri i costi dei beni energetici (la cui crescita è passata da +29,1% di dicembre a +38,6%) stanno trainando l’inflazione: secondo le stime preliminari fornite dall’Istat, nel mese di gennaio 2022 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, al lordo dei tabacchi, registra un aumento dell’1,6% su base mensile e del 4,8% su base annua, un incremento – quest’ultimo – che non si registrava da aprile 1996. “Dato assolutamente prevedibile”, afferma il direttore dell’Ufficio studi di Confcommercio ricordando che “nella nostra nota mensile prevedevamo un 4,7%, abbiamo sottostimato un po’ l’inflazione sui beni alimentari”. “I costi dell’energia e del gas sono quasi raddoppiati a gennaio”, aggiunge Bella, osservando che si tratta di “consumi che le persone devono continuare a fare anche se costano tanto”. Ne segue
“una perdita del poter d’acquisto che si rifletterà in una riduzione della crescita dei consumi non obbligati” con un impatto stimato nel 2022 pari a circa “800 euro a testa di perdita del potere d’acquisto” a svantaggio “dei settori che vendono o negoziano consumi non obbligati, quelli che sostanzialmente passano da negozi, ristoranti, bar ed alberghi”.
Quelle stesse realtà segnate seriamente dalla fase pandemica: “Questi settori non hanno ancora recuperato i livelli pre-Covid. Se l’inflazione dovesse proseguire, come noi prevediamo per almeno i prossimi due mesi, questi settori non solo non recupereranno ma potrebbero anche approfondire la dimensione della crisi che hanno vissuto negli ultimi due anni”. “Un elemento di fragilità – conclude Bella – per l’economia italiana nel suo complesso”.
Alberto Baviera