Niger, Unicef: “Oltre 2,1 milioni di bambini colpiti dalla crisi umanitaria”
L’organizzazione lancia il Rapporto “Soffrendo in silenzio”. A fine marzo 2021 nel paese c’erano 313 mila sfollati interni, 235 mila rifugiati e 36 mila persone rientrate. Negli ultimi mesi Il numero di scuole costrette a chiudere a causa di insicurezze nelle aree colpite da conflitti è aumentato da 312 a 377
In Niger, a causa di conflitti, sfollamenti, insicurezza alimentare, malnutrizione, ricorrenti epidemie e focolai di malattie, inondazioni cicliche e siccità, oltre 3,8 milioni di persone, fra cui 2,1 milioni di bambini, hanno bisogno di assistenza umanitaria, il 30% in più rispetto al 2020. Lo afferma l’Unicef, che oggi ha lanciato il rapporto “Soffrendo in silenzio” in cui chiede una maggiore attenzione e mobilitazione per la situazione di questi bambini e famiglie che “soffrono in silenzio”.
“Considerando il forte aumento del numero di persone colpite dalle multiple, prolungate e complesse emergenze nel paese, è una sfida per il governo e la comunità umanitaria rispondere a questi bisogni”, ha dichiarato Marie-Pierre Poirier, direttore regionale dell’Unicef per l’Africa occidentale e centrale.
L’insicurezza si sta diffondendo a un ritmo rapido in Niger. Gli attacchi ai confini con Burkina Faso, Mali e Nigeria hanno portato a sfollamenti importanti nel paese e continuano a sconvolgere le vite di centinaia di migliaia di bambini. “Le vite dei bambini sono state distrutte. È difficile credere che i bambini dovrebbero vivere nella paura costante di questi attacchi. Questa non dovrebbe essere la loro realtà – avverte Marie-Pierre Poirier -. La protezione dei diritti dei bambini, inclusi quelli sfollati, è fondamentale, che sia il diritto al cibo, alla salute, all’istruzione, all’acqua o il diritto di essere protetti dalle violenze. Hanno bisogno di un rifugio, di cibo, acqua potabile, assistenza medica e istruzione”.
Gli attacchi nella regione del lago Ciad hanno impedito a circa 269 mila persone a Diffa (nel Niger orientale) di tornare a casa. Attualmente nelle regioni di Tillabery e Tahoua, nel Niger occidentale, oltre 195 mila persone sono sfollate. Oltre 77 mila persone che sono scappate da violenze intercomunitarie nella Nigeria settentrionale stanno attualmente vivendo nella regione di Maradi (Niger centrale), insieme a oltre 21 mila sfollati interni.
Alla fine di marzo 2021, ricorda l’Unicef, “in Niger c’era un totale di 313 mila sfollati interni, 235 mila rifugiati e 36 mila persone rientrate nel paese. Il numero di scuole costrette a chiudere a causa di insicurezze nelle aree colpite da conflitti è aumentato da 312 a 377 negli ultimi mesi in Niger. Le minacce alla sicurezza delle scuole sono state particolarmente forti nelle regioni di Tillabéry, Tahoua e Diffa. Nel 2020, oltre 300 scuole erano chiuse nel paese, colpendo circa 22 mila bambini. L’accesso alle scuole in queste regioni è limitato, ostacolando gli sforzi per supportare i bambini colpiti da violenza armata”.
“Gli attacchi sulle scuole e le minacce all'istruzione stanno distruggendo le speranze e i sogni di un’intera generazione di bambini. La vita di un bambino che non va a scuola è una tragedia di potenziale inespresso e opportunità perse”, ha aggiunto Poirier.
Il forte aumento delle insicurezze e delle restrizioni ai movimenti imposte come conseguenza dal governo hanno ostacolato l'accesso degli operatori umanitari alle popolazioni colpite dal conflitto. L’Unicef chiede a tutte le parti interessate di rispettare gli spazi necessari per motivi umanitari, permettendo un accesso sicuro e duraturo per portare assistenza umanitaria alle popolazioni colpite, tra cui donne e bambini, ovunque si trovino.
L’Unicef sta lavorando nel paese su diversi fronti prioritari per aiutare coloro colpiti da emergenze e conflitti. Sta lavorando con attori nazionali e partner umanitari per rispondere alle emergenze acute, come i movimenti di popolazione, e per rafforzare le capacità nazionali di mitigare i rischi e rispondere a emergenze croniche e cicliche, incluse inondazioni, malnutrizione e focolai ed epidemie di malattie.
Nel 2021, l’Unicef e i suoi partner avranno bisogno di 102,2 milioni per portare aiuti umanitari vitali ai bambini nel paese. L’organizzazione chiede solidarietà “per aiutare il governo e i suoi partner a fornire assistenza vitale alle popolazioni colpite e migliorare le loro condizioni di vita”, ha concluso Poirier.