Naufragio nella Manica. Nichols e Welby, “la morte di tante vite umane è un tragico richiamo all’azione”
Ci sono anche bambini e donne incinte tra le vittime dell'ultimo naufragio di migranti avvenuto ieri nel Canale della Manica. “La terribile perdita di così tante vite umane nella Manica è un tragico richiamo all'azione”, afferma il card. Vincent Nichols, arcivescovo di Westminster e primate della Chiesa cattolica inglese. Gli fa eco sempre da Londra l’arcivescovo anglicano di Canterbury, Justin Welby: “Abbiamo bisogno di un sistema migliore basato su sicurezza, compassione, giustizia e cooperazione transfrontaliera. Così, non può andare avanti”
Ci sono anche bambini e donne incinte tra le vittime dell’ultimo naufragio di migranti avvenuto ieri nel Canale della Manica. Una tragedia che spinge anche i leader religiosi ad esprimere dolore ma soprattutto a lanciare un appello ai responsabili dei rispettivi Paesi affinché vengano prese azioni decise per evitare che anche questo tratto di mare, tra Francia e Inghilterra, diventi un cimitero. “La terribile perdita di così tante vite umane nella Manica è un tragico richiamo all’azione”, afferma il card. Vincent Nichols, arcivescovo di Westminster e primate della Chiesa cattolica inglese, in una dichiarazione al Sir sulla morte dei migranti a bordo di una imbarcazione, al largo di Calais. “Questa tragedia – dice il cardinale – illustra chiaramente sia la malvagità spietata dei trafficanti sia la disperazione di coloro che cercano di sfuggire alla povertà, ai conflitti o alle persecuzioni in cerca di una vita migliore. Ognuno è figlio di Dio, con dignità e valore innati.
Una cooperazione internazionale mirata, vie sicure di migrazione e sforzi congiunti per combattere la povertà sono tutti necessari di fronte ad un flusso globale di un’umanità disperata”.
Anche l’arcivescovo anglicano di Canterbury, Justin Welby, esprime sgomento. Sul Twitter scrive: “È stata una perdita di vite umane devastante. Ogni persona è figlio di Dio, preghiamo per tutti coloro che stanno soffrendo per questo terribile dolore oggi”. Anche Welby lancia un appello all’azione.
“Abbiamo bisogno – osserva Welby in un tweet – di un sistema migliore basato su sicurezza, compassione, giustizia e cooperazione transfrontaliera. Così, non può andare avanti”.
L’imbarcazione era carica di migranti ed era diretta nel Regno Unito quando è affondata al largo di Calais. Le autorità francesi avevano riferito di 31 morti. Ma ad oggi il numero delle vittime è ancora incerto.
Sulla vicenda, ieri sera, il primo ministro britannico, Boris Johnson, e il presidente francese, Emmanuel Macron, hanno avuto un colloquio telefonico. Macron, che domani a Roma incontra in Vaticano Papa Francesco, ha insistito sulla “necessità di agire degnamente, nel rispetto e in uno spirito di cooperazione efficace, trattandosi di vite umane”. Il ministro degli Interni francese, Gerald Darmanin, ha annunciato l’arresto da parte delle autorità francesi di cinque trafficanti di esseri umani, sospettati di avere un ”collegamento diretto” con il naufragio. Darmanin li ha definiti dei “criminali” che “sfruttano la miseria delle persone, delle donne e dei bambini”. Il ministro ha detto che tra le vittime ”ci sono donne incinte e bambini, morti su una barca di fortuna”. Per poche migliaia di euro, queste persone vengono sfruttate. I due sopravvissuti, un iracheno e un somalo, erano “in ipotermia”, ha aggiunto Darmanin, spiegando che presto verranno ascoltati per capire la dinamica dell’incidente.
Nonostante però i morti di ieri, questa mattina le traversate sono continuate.
Circa 40 migranti sono stati portati a Dover dall’organizzazione benefica della scialuppa di salvataggio Rnli. C’è vento ed è estremamente freddo, ma la determinazione a raggiungere il Regno Unito rimane forte. Il compito è ora quello di identificare le vittime. Si tratta però di un’impresa problematica, visto che chi si imbarca lo fa spesso senza avere i documenti.