Infortuni sul lavoro, Inail: 396.372 denunce nei primi 9 mesi (+8,1% sul 2020), 910 i morti
In aumento le patologie di origine professionale denunciate, che sono state 40.470 (+27,7%). I dati mensili sono fortemente influenzati dall'emergenza Coronavirus. Così gli open data Inail dei primi nove mesi del 2021
Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all'Inail tra gennaio e settembre sono state 396.372 (+8,1% rispetto allo stesso periodo del 2020), 910 delle quali con esito mortale (-1,8%). In aumento le patologie di origine professionale denunciate, che sono state 40.470 (+27,7%). I dati mensili sono fortemente influenzati dall'emergenza Coronavirus. Così gli open data Inail dei primi nove mesi del 2021.
"Il confronto tra i primi nove mesi del 2020 e del 2021 richiede molta prudenza ed è da ritenersi ancora poco significativo a causa della pandemia che nel 2020 ha provocato, soprattutto per gli infortuni mortali, una manifesta 'tardività' nella denuncia, anomala ma rilevantissima, generalizzata in tutti i mesi ma amplificata soprattutto a marzo 2020, mese di inizio pandemia, che ne inficia la comparazione con i mesi del 2021", precisa Inail.
Gli open data mensili per il periodo gennaio-settembre 2020 "non quantificano, infatti, un rilevante numero di 'tardive' denunce (in particolare mortali) da contagio da Covid-19, data la circostanza non sempre chiara, emersa soprattutto agli inizi della pandemia e prima dell'emanazione delle circolari Inail n. 13 del 3 aprile 2020 e n. 22 del 20 agosto 2020, di ricondurre la natura dei contagi da nuovo Coronavirus a infortunio sul lavoro (in quanto la causa virulenta è equiparata alla causa violenta) e non a malattia professionale".
Ciò premesso, "nel periodo gennaio-settembre di quest'anno si registra, rispetto all'analogo periodo del 2020, un aumento delle denunce di infortunio in complesso, un decremento contenuto di quelle mortali e una risalita delle malattie professionali".
Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all'Inail entro lo scorso mese di settembre sono state 396.372, quasi 30mila in più (+8,1%) rispetto alle 366.598 dei primi nove mesi del 2020, sintesi di un decremento delle denunce nel trimestre gennaio-marzo (-11%) e di un incremento nel periodo aprile-settembre (+22%), nel confronto tra i due anni.
I dati rilevati al 30 settembre di ciascun anno evidenziano nei primi nove mesi del 2021 un aumento a livello nazionale degli infortuni in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l'abitazione e il posto di lavoro (+20,3%, da 44.481 a 53.509 casi), che sono diminuiti del 32% nel primo bimestre di quest'anno e aumentati del 50% nel periodo marzo-settembre (complice il massiccio ricorso allo smart working nello scorso anno, a partire proprio dal mese di marzo), e un incremento del 6,4% (da 322.117 a 342.863) di quelli avvenuti in occasione di lavoro, che sono calati del 10% nel primo trimestre di quest'anno e aumentati del 18,0% nel periodo aprile-settembre.
Il numero degli infortuni sul lavoro denunciati è aumentato del 6,5% nella gestione Industria e servizi (dai 318.811 casi del 2020 ai 339.466 del 2021), dell'1,4% in Agricoltura (da 20.023 a 20.297) e del 31,9% nel Conto Stato (da 27.764 a 36.609). Si osservano incrementi generalizzati in quasi tutti i settori produttivi tranne in quelli dell'amministrazione pubblica (-4,7%) e, soprattutto, della Sanità e assistenza sociale, che nei primi nove mesi di quest'anno, pur distinguendosi ancora per numerosità di eventi (oltre 30mila denunce), presenta una riduzione del 29,8% degli infortuni avvenuti in occasione di lavoro rispetto alle circa 43mila dello stesso periodo del 2020 (sintesi di un +165% del primo bimestre, di un -67% del periodo marzo-giugno, di un +12% nel bimestre luglio-agosto e di una stabilità a settembre).
Dall'analisi territoriale emerge una diminuzione delle denunce soltanto nel Nord-Ovest (-2,0%), al contrario delle Isole (+14,2%), del Centro (+13,2%), del Sud (+12,7%) e del Nord-Est (+12,5%). Tra le regioni si registrano decrementi percentuali solo in Valle d'Aosta, Piemonte, Provincia autonoma di Trento e Lombardia, mentre gli incrementi percentuali più consistenti sono quelli di Basilicata, Molise e Campania.
L'aumento che emerge dal confronto dei primi nove mesi del 2020 e del 2021, segnala Inail, è legato alla sola componente maschile, che registra un +13,4% (da 225.270 a 255.373 denunce), mentre quella femminile presenta un -0,2% (da 141.328 a 140.999). L'incremento ha interessato sia i lavoratori italiani (+7,5%) sia quelli extracomunitari (+13,4%) e comunitari (+2,1%). L'analisi per età mostra incrementi in tutte le fasce: +23,5% per gli under 29 anni, +4,9% per i 30-49enni e +3,1% per gli over 50.
Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all'Istituto entro il mese di settembre sono state 910, 17 in meno rispetto alle 927 registrate nei primi nove mesi del 2020 (-1,8%, contro il -6,2% della rilevazione di agosto).
Il confronto tra il 2020 e il 2021, "richiede però cautela, in quanto i dati delle denunce mortali degli open data mensili, più di quelli delle denunce in complesso, sono provvisori e influenzati fortemente dalla pandemia da Covid-19, con il risultato di non conteggiare un rilevante numero di 'tardive' denunce mortali da contagio, in particolare relative al mese di marzo 2020. Si fa notare, inoltre, che i decessi causati dal Covid-19 avvengono dopo che è intercorso un periodo di tempo più o meno lungo dalla data del contagio"'.
Ciò premesso, a livello nazionale i dati rilevati al 30 settembre di ciascun anno evidenziano per i primi nove mesi di quest'anno un aumento solo dei casi avvenuti in itinere, passati da 151 a 179 (+18,5%), mentre quelli in occasione di lavoro sono stati 45 in meno (da 776 a 731, -5,8%).
La gestione Industria e servizi è l'unica a fare registrare un segno negativo (-5,5%, da 812 a 767 denunce mortali), al contrario dell'Agricoltura, che passa da 81 a 98 denunce (+21,0%), e del Conto Stato da 34 a 45 (+32,4%). Dall'analisi territoriale emerge un aumento nel Sud (da 192 a 254 casi mortali), nel Nord-Est (da 183 a 196) e nel Centro (da 162 a 176). Il numero dei decessi, invece, è in calo nel Nord-Ovest (da 331 a 226) e nelle Isole (da 59 a 58).
Il decremento rilevato nel confronto tra i primi nove mesi del 2020 e del 2021 è legato sia alla componente femminile, i cui casi mortali denunciati sono passati da 98 a 86 (-12,2%), sia a quella maschile, che è passata da 829 a 824 casi (-0,6%). Il calo riguarda le denunce dei lavoratori italiani (da 785 a 775) e comunitari (da 46 a 31), mentre quelle dei lavoratori extracomunitari passano da 96 a 104. Dall'analisi per età emergono incrementi per gli under 30 anni (+8 casi) e 35-49 anni (+55), e decrementi in quelle 20-24 anni (-2 casi) e over 50 (-80 decessi, da 633 a 553).
Al 30 settembre di quest'anno risultano 15 incidenti plurimi avvenuti nei primi nove mesi per un totale di 35 decessi, 21 dei quali stradali (due vittime in provincia di Bari e due in quella di Torino a marzo, quattro in provincia di Ragusa, due in provincia di Bologna e due in provincia di Ferrara ad aprile, sette in provincia di Piacenza e due a Catanzaro a settembre).
Due lavoratori hanno perso la vita a seguito di un crollo di un fabbricato in provincia dell'Aquila a marzo, due a causa di inalazione di vapori tossici in provincia di Pavia a maggio, due per esplosione/incendio di un capannone in provincia di Perugia a maggio, due per soffocamento durante la pulizia di una cisterna in provincia di Cuneo a giugno, altri due intossicati da monossido di carbonio sempre in provincia di Cuneo a luglio, due persone travolte da una lastra di cemento in Valle d'Aosta ad agosto e, infine, a settembre due operai sono deceduti per ustioni da congelamento per uscita di azoto liquido in una cisterna in provincia di Milano. Lo scorso anno, invece, gli incidenti plurimi registrati tra gennaio e settembre erano stati sette, con 14 casi mortali denunciati, oltre la metà dei quali stradali.
Le denunce di malattia professionale protocollate dall'Inail nei primi nove mesi del 2021 sono state 40.470, 8.769 in più rispetto allo stesso periodo del 2020 (+27,7%), sintesi di un calo del 26% nel periodo gennaio-febbraio e di un aumento del 54% in quello di marzo-settembre, nel confronto tra i due anni.
Le patologie denunciate tornano quindi ad aumentare, dopo un 2020 condizionato fortemente dalla pandemia con denunce in costante decremento nel confronto con gli anni precedenti. Lo scorso anno, infatti, i vari arresti e ripartenze delle attività produttive hanno ridotto l'esposizione al rischio di contrarre malattie professionali. Allo stesso tempo, lo stato di emergenza, le limitazioni alla circolazione stradale e gli accessi controllati a strutture sanitarie di vario genere hanno disincentivato e reso più difficoltoso al lavoratore la presentazione di eventuali denunce di malattia, rimandandola al 2021.
L'incremento registrato tra gennaio e settembre di quest'anno ha interessato sia la gestione assicurativa dell'Industria e servizi (+28,2%, da 26.005 a 33.336 casi), sia quelle dell'Agricoltura (+25,6%, da 5.371 a 6.748) e del Conto Stato (+18,8%, da 325 a 386), e tutte le aree territoriali del Paese: Nord-Ovest (+23,6%), Nord-Est (+36,8%), Centro (+31,1%), Sud (+27,0%) e Isole (+5,9%). In controtendenza la sola regione Campania, in calo del 4,7%.
In ottica di genere si rilevano 6.062 denunce di malattia professionale in più per i lavoratori, da 23.415 a 29.477 (+25,9%), e 2.707 in più per le lavoratrici, da 8.286 a 10.993 (+32,7%). Aumentano sia le denunce dei lavoratori italiani, che sono passate da 29.497 a 37.451 (+27,0%), sia quelle dei comunitari, da 753 a 955 (+26,8%), e degli extracomunitari, da 1.451 a 2.064 (+42,2%).
Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, del sistema nervoso e dell'orecchio continuano a rappresentare, anche nei primi nove mesi del 2021, le prime tre malattie professionali denunciate, seguite dai tumori che superano anche a settembre quelle del sistema respiratorio.
Nella sezione "Open data" del sito Inail sono disponibili i dati analitici delle denunce di infortunio - nel complesso e con esito mortale - e di malattia professionale presentate all'Istituto entro il mese di settembre. Nella stessa sezione sono pubblicate anche le tabelle del "modello di lettura" con i confronti "di mese" (settembre 2020 vs settembre 2021) e "di periodo" (gennaio-settembre 2020 vs gennaio-settembre 2021).
Gli open data pubblicati "sono provvisori e il loro confronto richiede cautele, in particolare rispetto all'andamento degli infortuni con esito mortale, soggetti all'effetto distorsivo di 'punte occasionali' e dei tempi di trattazione delle pratiche", precisa Inail. Per quantificare il fenomeno, comprensivo anche dei casi accertati positivamente dall'Inail, sarà quindi necessario attendere il consolidamento dei dati dell'intero 2021, con la conclusione dell'iter amministrativo e sanitario relativo a ogni denuncia.
Nel numero complessivo degli infortuni sono comprese anche le comunicazioni obbligatorie, effettuate ai soli fini statistici e informativi da tutti i datori di lavoro e i loro intermediari, compresi i datori di lavoro privati di lavoratori assicurati presso altri enti o con polizze private, degli infortuni che comportano un'assenza dal lavoro di almeno un giorno, escluso quello dell'evento.
In concomitanza con la pubblicazione degli open data Inail dei primi nove mesi del 2021, sul sito dell'Istituto è disponibile anche il nuovo bollettino trimestrale sulle denunce di infortunio e malattia professionale, che esamina l'andamento del fenomeno infortunistico e tecnopatico rilevato tra gennaio e settembre, confrontato con l'analogo periodo del 2020. Il bollettino - corredato da glossario, nota metodologica, grafici e tabelle - analizza in particolare l'andamento delle denunce di infortunio nel complesso e con esito mortale per genere, regione e modalità di accadimento, mentre il trend delle denunce di malattia professionale è declinato per genere e regione. (DIRE)