Indice globale della fame: in Somalia due milioni in crisi acuta

Garino (Cesvi): "Il 12% bambini muore prima di compiere cinque anni". Le grandi minacce: siccità prolungate alternate a inondazioni, l'invasione di locuste e le epidemie, quelle di malaria e colera, a cui nel 2020 si è aggiunta quella di Covid-19 

Indice globale della fame: in Somalia due milioni in crisi acuta

"In Somalia oggi 2,1 milioni di persone vivono in uno stato di crisi alimentare acuta e il 12,2 per cento dei bambini (ossia 849.900) muoiono prima di aver compiuto cinque anni, che corrisponde al valore più alto al mondo in assoluto. A determinare questa situazione e' la combinazione di tre grandi minacce: siccita' prolungate alternate a inondazioni, l'invasione di locuste sempre piu' aggressive, e le epidemie, quelle di malaria e colera, a cui nel 2020 si e' aggiunta quella di Covid-19". A lanciare l'allarme sul "Paese piu' fragile del Corno d'Africa" e' Isabella Garino, capo missione in Somalia e Kenya di Cesvi, fondazione che nel 2020 ha realizzato 122 progetti, prestando assistenza a un milione di persone.

Garino ha illustrato i dati contenuti nella quindicesima edizione dell'Indice globale della fame (Global Hunger Index - Ghi 2020) presentato oggi dalla Fondazione Cesvi, che ha curato l'edizione italiana, e realizzato da Welthungerhilfe e Concern Worldwide.

La responsabile ricorda che in Somalia la situazione economica e sanitaria era gia' fragile da tempo, come lascito di oltre 20 anni di guerra civile e di epidemie endemiche, tra cui malaria e colera. Secondo Garino, "gia' 5,2 milioni di persone erano bisognose di assistenza umanitaria prima della pandemia". Le attivita' economiche locali, tra cui agricoltura e allevamento, sono infatti duramente colpite dagli effetti dei cambiamenti climatici. "Le siccita' sono sempre piu' lunghe mentre le inondazioni violente" dice Garino, avvertendo che questi fenomeni "favoriscono il proliferare delle locuste che divorano i raccolti".

La pandemia di coronavirus ha peggiorato la situazione anche riducendo i commerci, le attività economiche locali e dimezzando le rimesse dall'estero. "Fino al 2019 si stimava che in media, i somali all'estero inviassero circa 2 miliardi di dollari alle famiglie d'origine, sostenendo circa il 40 per cento della popolazione" dice la responsabile di Cesvi. "La recessione globale ha colpito anche i somali della diaspora, riducendo le rimesse di circa il 50 per cento e questo, dimezzando la disponibilità economica delle famiglie, ha peggiorato la loro possibilità di procurarsi cibo".

Per far fronte a questa situazione, Cesvi in Somalia agisce attraverso programmi rivolti a salute, nutrizione, sicurezza alimentare, resilienza, igiene e accesso all'acqua. "Il nostro obiettivo - ha sottolineato Garino - e' migliorare trasversalmente la resilienza delle comunità e la capacità di reagire agli shock ricorrenti".

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)
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