Il 50% delle famiglie raggiunge con difficoltà il pronto soccorso, 1 su 3 Polizia e Carabinieri

I risultati dell’indagine “Aspetti della vita quotidiana” di Istat. Nel 2023 la quota di utenti di 18 anni e più che si reca alla Asl, all’Anagrafe e alla Posta ha subito una progressiva contrazione negli ultimi 20 anni (rispettivamente Asl -16%, Anagrafe -28% e Posta -14%), ma è stabile rispetto al 2022. La frequentazione aumenta al crescere dell’età degli utenti

Il 50% delle famiglie raggiunge con difficoltà il pronto soccorso, 1 su 3 Polizia e Carabinieri

Nel 2023 la quota di utenti di 18 anni e più che si reca alla Asl, all’Anagrafe e alla Posta ha subito una progressiva contrazione negli ultimi 20 anni (rispettivamente Asl -16%, Anagrafe -28% e Posta -14%), ma è stabile rispetto al 2022.
La frequentazione della Asl o della Posta aumenta al crescere dell’età degli utenti, mentre ai servizi anagrafici ricorrono più gli individui di 35-44 anni. Permane una forte differenziazione nei livelli di accessibilità ai servizi. Le famiglie residenti nel Mezzogiorno mostrano maggiori difficoltà rispetto al resto del Paese. Sono, in sintesi, i risultati dell’indagine “Aspetti della vita quotidiana” di Istat, che rileva le abitudini e le condizioni di vita dei cittadini attraverso una pluralità di indicatori. L’Indagine offre anche un set di indicatori con il quale monitorare la complessa interazione tra i cittadini e i servizi di pubblica utilità e misurarne l’utilizzo e la soddisfazione.

Accesso ai servizi inferiore rispetto agli anni pre-pandemia

Nel 2023 poco meno del 40% delle persone intervistate di 18 anni e più si è recato presso una Asl (19 milioni 700 mila persone), il 33,8% all’Anagrafe (quasi 16 milioni 700 mila) e poco meno del 60% alla Posta (28 milioni e 600 mila persone).

Nel tempo si assiste ad una graduale diminuzione dell’accesso fisico a questi servizi. Gli utenti della Asl passano dal 47% del 2003 a poco meno del 40% nel 2023 (con una perdita di circa 2 milioni 700 mila utenti maggiorenni). Coloro che si recavano presso gli uffici anagrafici nel 2003 rappresentavano il 46,8% delle persone di 18 anni e più (27 milioni 700 mila persone); nel 2023 si calcola un calo di poco meno di 11 milioni di utilizzatori. Recarsi alla Posta era una consuetudine per il 73,9% della popolazione con un calo, nel 2023, di 5 milioni di utenti. Questa tendenza è certamente legata alla crescita dell’uso dei servizi digitali di vario tipo anche nell’interazione con la Pubblica Amministrazione.

Rispetto al 2022 si registra una sostanziale stabilità di quanti si recano in presenza alla Asl, all’Anagrafe e alla Posta. “Il superamento dell’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia da Covid-19 ha ripristinato in parte le abitudini di accesso fisico a questi servizi sebbene per nessuna delle prestazioni erogate si sia ritornati al livello del 2019 e, in generale, degli anni che hanno preceduto la pandemia”, afferma l’Istat.

Le donne si recano più frequentemente degli uomini presso le Asl, nel 2023 sono il 43% rispetto al 36,5% degli uomini. La prevalenza femminile si riscontra in quasi tutte le età e raggiunge il massimo tra gli utenti di 25 - 59 anni, fascia di età all’interno della quale la differenza sugli uomini supera i 10 punti percentuali.

Il segno si inverte invece nelle età molto anziane, infatti dopo i 75 anni vi sono circa 10 punti percentuali di scarto in favore degli uomini. A prescindere dal genere, la frequentazione di Asl raggiunge il valore massimo tra i 65 e i 74 anni quando più di cinque persone su 10 usano questo servizio (15 punti percentuali sopra la media totale) e il minimo sotto i 24 anni (due persone su 10).

Con riferimento agli ultimi 12 mesi precedenti l’intervistata ricorrono al servizio anagrafico presso il Comune per certificati, documenti o autentiche il 33,5% delle donne e il 34,2% degli uomini, non evidenziando un particolare differenziale di genere. Rispetto all’età, gli uomini frequentano più l’Anagrafe fino ai 34 anni, mentre le donne a partire dai 60 anni (con uno scarto di circa cinque punti percentuali).

Intense le disparità territoriale nell’accesso ai servizi e nei tempi di attesa

Nel 2023 poco meno del 40% delle persone di 18 anni e più si è recato presso una Asl. L’indicatore raggiunge valori più elevati nel Centro e nel Nord-est (intorno al 44%), il minimo nelle Isole (33,3%). La situazione è tuttavia molto diversa tra le due Isole (39,7% per la Sardegna e 31,1% per la Sicilia).

Gli utenti che lamentano file di attesa superiori ai 20 minuti per i servizi offerti dalle Asl sono il 49,8% in media nazionale. Una frequenza, quest’ultima, che tuttavia presenta un minimo del 34,7% nel Nord-est e che sale al 61,5% nel Sud e al 66,5% nelle Isole. A livello regionale superano il 67% di utenti che attendono più di 20 minuti (circa 20 punti percentuali più della media nazionale) la Sicilia (68,4%), il Molise (67,6%) e la Calabria (67,2%).

Nel 2023 il 33,8% delle persone di 18 anni e più ha fatto ricorso ai servizi offerti dall’Anagrafe. La frequentazione maggiore si rileva tra i residenti nel Nord-ovest, dove coloro che vi si recano fisicamente sono pari al 36,4%, quella minore è nelle Isole (30,5%). Sono otto i punti percentuali che separano la Lombardia dalla Sicilia, regioni che, rispetto a quanti si recano all’Anagrafe, mostrano rispettivamente il valore più elevato (37,2%) e più basso (29,3%).

Picchi di quanti attendono più di 20 minuti l’erogazione del servizio in Anagrafe si segnalano nel Lazio (44,1%) e in Sicilia (43,3%), entrambe distanziate di circa 17 punti percentuali rispetto al totale Italia (26,7% degli utenti). Decisamente più favorevole la situazione nel Nord del Paese, dove meno di due residenti su 10 lamentano lunghe file di attesa.

Anche tra quanti si recano fisicamente alla Posta sono presenti delle differenze in termini di ricorso tra le varie aree del Paese. La media italiana è pari al 57,9% considerando le persone di 18 anni e più. Tra i residenti del Centro-nord vi si reca circa il 60% delle persone, frequenza che scende al 56,8% tra i residenti nel Sud e al 51% tra quelli nelle Isole. In Sicilia si evidenzia una situazione di minore affluenza (48,1%), mentre il livello massimo di accesso si raggiunge in Abruzzo (67,1%).

Il servizio postale, per il quale è più elevata la percentuale di quanti attendono più di 20 minuti, è il ritiro delle pensioni, dichiarato dal 48,3% degli utenti in media nazionale. Oltre la metà degli utenti residenti in Sicilia attende oltre i 20 minuti per tutti i servizi degli uffici postali mentre per il solo ritiro delle pensioni la quota raggiunge il 66%.

Differenziato sul territorio anche il giudizio sugli orari

Se si considera la soddisfazione per gli orari di apertura degli sportelli della Asl, circa il 60% degli utenti di 18 anni e più considera l’orario comodo. Si tratta di una percentuale stabile rispetto al 2022 ma in calo nell’ultimo ventennio. Il livello di soddisfazione è più alto tra gli utenti di 60 anni e più e, in particolare, tra gli anziani: soddisfatto il 66,1% degli individui tra i 65 e i 74 anni. Meno soddisfatti i 25-44enni (53,6% del totale), presumibilmente persone che si trovano in una fase del ciclo di vita che richiederebbe maggiore flessibilità e ampiezza degli orari.
Il giudizio sugli orari di apertura è molto differenziato a livello territoriale. La quota di utenti che considera l’orario comodo, infatti, tocca il 67,3% nel Nord-est contro il 44,8% nelle Isole. Il 30% degli utenti di 18 anni e più non vorrebbe un cambio dell’orario di apertura degli sportelli della Asl (il dato è analogo a quello del 2022) mentre il 43,6%, avendone la possibilità, lo vorrebbe. A desiderare un diverso orario sono soprattutto i giovani e gli adulti di età compresa tra i 25 e i 59 anni: in queste classi di età, infatti, la percentuale di chi esprime necessità di modificare l’orario di apertura supera la media nazionale, con un picco del 52,6% tra i 35 e i 44 anni.

Rispetto alla dimensione demografica del Comune di residenza, infine, emerge che i residenti nei Comuni centro delle aree metropolitane vorrebbero una modifica degli orari (44,9%) più di quelli dei Comuni di piccola dimensione (40%).
Relativamente agli orari di apertura degli uffici anagrafici, il 65,9% degli utenti di più di 18 anni è soddisfatto dell’orario, in particolare tra le fasce di età più elevate (60 anni e più) con una quota che supera il 73%. Soddisfatti per l’orario soprattutto i maggiorenni residenti nel Nord (oltre il 67%), meno al Centro e nelle Isole (rispettivamente 59,4% e 62,1%). Nei Comuni Centro dell’area metropolitana la percentuale di soddisfatti si attesta soltanto al 52,9% contro il 77,4% nei piccoli centri.

Il 36,3% degli utenti di 18 anni e più non vorrebbe cambiare l’orario di apertura degli uffici anagrafici, mentre il 44,4% degli utenti, avendone la possibilità, lo modificherebbe. A voler modificare l’orario sono soprattutto gli utenti di età compresa tra 25 e 59 anni (circa il 50%).

Le disparità di accesso ai servizi di pubblica utilità

Grazie ai dati dell’Indagine “Aspetti della vita quotidiana” è possibile analizzare la quota di famiglie che dichiarano difficoltà (un po’ o molta) a raggiungere alcuni servizi di pubblica utilità, compresi alcuni di tipo commerciale.

Nel 2023 solo il 13,8% delle famiglie ha difficoltà a raggiungere le farmacie del territorio. Le maggiori criticità sotto questo punto di vista emergono nel Sud (17,8%), seguono le Isole (14,2%) e il Centro (13,8%). A livello regionale si raggiungono picchi di famiglie in difficoltà in Valle d’Aosta (24,9%), in Calabria (23,5%) e in Campania (22,5%). Vi è una differenza di poco più di 10 punti percentuali tra le famiglie con difficoltà di accesso tra quelle che risiedono in Comuni Centro dell’area metropolitana (8,7%) e quelle che si trovano in Comuni al di sotto dei 2000 abitanti (19,8%).

Ha difficoltà a raggiungere il Pronto Soccorso il 50,8% delle famiglie, in aumento di 1,6 punti percentuali rispetto al 2022; le percentuali più elevate si evidenziano al Sud (circa sette punti percentuali più della media nazionale), seguito dalle Isole e dal Centro (rispettivamente, 52,7% e 52,4%). In oltre 11 regioni la percentuale di famiglie che non riesce a raggiungere facilmente questo servizio supera la media nazionale: la più alta si registra in Campania (63,5%), seguita da Calabria (62,5%), Liguria (58%) e Puglia (57%).
La dimensione dei Comuni di residenza influenza fortemente il livello di difficoltà delle famiglie, poiché si lega alla dislocazione dei punti di Pronto Soccorso sul territorio: nei Comuni Centro dell’area metropolitana la percentuale è pari al 43,8% mentre nei Comuni piccolissimi (al di sotto dei 2.000 abitanti) sale al 68,6%.

Per il servizio reso da Polizia e Carabinieri poco più di tre famiglie su 10 esprimono difficoltà di accesso, con un aumento significativo di 1,6 punti percentuali rispetto al 2022. Nel Sud percentuali più elevate di famiglie esprimono criticità (35,8%) con un picco in Campania (41,4%). Un po’ più in difficoltà i residenti nei piccolissimi Comuni dove il 37,8% delle famiglie dichiara difficoltà di accesso.

Gli uffici comunali sono raggiunti con difficoltà dal 31% delle famiglie, in aumento di 1,2 punti percentuali rispetto al 2022. Il valore più elevato si evidenzia nelle regioni del Centro dove il 39,5% dichiara problemi di accesso, dato quest’ultimo influenzato da quello del Lazio (41,1%) e dalla presenza della Città metropolitana di Roma.

Per i servizi commerciali (negozi alimentari, mercati e supermercati), il 20% delle famiglie dichiara difficoltà di accesso, circa due punti percentuali in più rispetto al 2022. Non emergono differenze marcate a livello di ripartizioni geografiche ma in alcune regioni le famiglie sono in difficoltà nell’accesso alla grande distribuzione: tra le percentuali più elevate ci sono la Valle d’Aosta (35,2%), la Calabria (32%) e l’Abruzzo (29,8).

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)