Il 15 giugno è la giornata contro la violenza sugli anziani
Per l'Oms in Europa almeno 10 mila anziani quotidianamente sono vittime di violenza e circa 8 mila persone muoiono per le conseguenze causate.
A livello mondiale dal 4 al 6 per cento delle persone al di sopra dei 60 anni è vittima di violenza e di discriminazione. Per l’Organizzazione mondiale della sanità in Europa almeno 10 mila anziani sono quotidianamente vittime di violenza e circa 8 mila persone all’anno muoiono per le conseguenze di tale violenza.
Si ha violenza quando un’azione, o l’omissione di un’azione, è suscettibile di comportare, con grande probabilità, danni fisici o psichici. In tale contesto non ha importanza se l’azione è compiuta intenzionalmente o meno.
Le manifestazioni di violenza vanno dall’ignorare la persona assistita, dalle urla alle offese rivolte contro la persona assistita fino a picchiarla, a rinchiuderla, umiliarla, trascurarla, somministrarle dosi eccessive di farmaci e al sottrarle mezzi finanziari. Nell’ambito dell’assistenza agli anziani, possono rendersi responsabili di violenze gli assistenti, i familiari e altre persone, o anche gli stessi assistiti.
Marco Trabucchi, docente di neuropsicofarmacologia all’Università Tor Vergata di Roma e presidente dell’Associazione italiana di psicogeriatria, società scientifica che studia le condizioni di benessere della persona anziana in relazione allo stato di salute somatica, direttore scientifico del gruppo di ricerca geriatrica di Brescia lancia un appello alle istituzioni e alla società civile: «II 15 giugno si celebra la giornata mondiale contro la violenza verso gli anziani. È una tragedia enorme, perché crea dolore e sofferenza in molte persone fragili, riducendo così la loro autonomia vitale. Al di là di statistiche drammatiche, sappiamo che la violenza limita gli spazi delle persone, costrette a rimanere chiuse nelle case, privandosi, ad esempio, della possibilità di fare attività fisica, condizione indispensabile per il benessere, di rifornirsi di cibo fresco, di contattare parenti e amici per combattere la solitudine. Non si deve poi dimenticare la violenza esercitata nei servizi sanitari e assistenziali, dove talvolta si compiono atti ignobili su persone doppiamente indifese, perché molto anziane e ammalate. L’impegno di Aip è tenere gli occhi aperti, con tolleranza zero, in ogni circostanza e in ogni servizio. Non vi è mai alcuna giustificazione, di nessun tipo, per usare violenza anche solo verbale contro gli anziani. Tolleranza, attenzione, dolcezza sono le tre parole che vincono la violenza».