Gaza, ospedale Al-Quds chiude reparti: razioniamo gasolio

La questione dell'impatto umanitario del conflitto è oggi al centro di un vertice internazionale a Parigi. Tre organizzazioni palestinesi per i diritti umani hanno denunciato Tel Aviv alla Corte penale internazionale

Gaza, ospedale Al-Quds chiude reparti: razioniamo gasolio

Nella Striscia di Gaza l'ospedale Al-Quds, uno dei principali della regione settentrionale della Striscia di Gaza, ha annunciato di aver dovuto sospendere "la maggior parte" delle operazioni perché costretto a razionare le scorte di gasolio che alimentano i generatori elettrici. La decisione segue il blocco totale all'ingresso di prodotti di base che Israele ha imposto sulla Striscia in seguito all'offensiva che Hamas ha lanciato lo scorso 7 ottobre.

La questione dell'impatto umanitario del conflitto è oggi al centro di un vertice internazionale a Parigi, convocato dal presidente Emmanuel Macron. I leader di oltre 80 paesi, a cui si aggiungono i vertici di Unrwa, Ue e Croce, rossa oltre al primo ministro dell'Autorità palestinese Shteyyeh, si riuniscono per invocare una "pausa umanitaria" e definire i bisogni della popolazione: Le Nazioni Unite calcolano che su 2,3 milioni di abitanti, un milione e mezzo di persone abbia dovuto lasciare le proprie case, pari al 70% della popolazione. Servono quindi 1,2 miliardi di dollari per rispondere all necessità più urgenti, dopo che Tel Aviv ha chiuso le forniture di acqua potabile ed energia elettrica e vietato l'accesso a generi alimentari e farmaci. Da fine mese, l'Egitto - l'unico paese con cui Gaza condivide un tratto di frontiera, oltre a Israele - ha acconsentito ad aprire il valico meridionale di Rafah, ma le organizzazioni internazionali denunciano aiuti insufficienti. La Croce rossa fa sapere che nella giornata di ieri, nonostante alcune ore in cui è stato richiuso, sono entrati 107 camion, un numero record rispetto alle poche decine dei giorni scorsi.

In Qatar invece continuano i negoziati tra Israele e Hamas sulla questione degli ostaggi israeliani, in cui oltre all'emirato qatarino media anche l'Egitto. Fonti interne al Qatar e a al gruppo armato palestinese alla stampa internazionale hanno confermato che i colloqui "stanno andando avanti". Il governo di Tel Aviv ha detto che non accetterà un cessate il fuoco se non verranno liberati tutti e 244 gli ostaggi, mentre Hamas chiede il rilascio dei palestinesi detenuti nelle carceri israeliane. Nelle ultime ore, Hamas e le Brigate Al-Qassam - il braccio armato del movimento-politico militare - hanno detto che in cambio di un cessate il fuoco acconsentono al rilascio di una dozzina di israeliani.

Sul terreno prosegue l'invasione di terra delle forze israeliane, che hanno aggiornato a 39 il numero dei soldati morti di questa azione, come riporta la testata Haaretz. I media internazionali riferiscono che l'esercito israeliano ha raggiunto Gaza City, dove i soldati israeliani starebbero incontrando la resistenza dei combattenti delle Brigate Al-Qassam. La notte scorsa l'aviazione israeliana ha invece bomabradato il campo profughi di Jabalia, nel nord, e quello di Sabra a ovest. Le morti accertate sarebbero una quindicina.

Invocando un'indagine su presunti crimini di guerra e contro l'umanità commessi in questi giorni da Israele a Gaza e in Cisgiordania, tre organizzazioni palestinesi per i diritti umani hanno denunciato Tel Aviv alla Corte penale internazionale (Cpi) con sede all'Aia. Si tratta di Al-Haq, Al-Mezan e del Palestinian Centre for Human Rights.

La vice prima ministra del Belgio Petra De Sutter ha invece invocato sanzioni contro Israele: "È ora" ha detto al quotidiano Nieuwsblad "di sanzionare Israele. Questa pioggia di bombe è disumana. È chiaro che Israele non si preoccupa delle richieste internazionali di cessate il fuoco". (DIRE)

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)