Donne, musulmani e disabili: nel 2021 nel mirino degli odiatori via tweet
I risultati della Mappa dell'Intolleranza realizzata da Vox in collaborazione con le università Statale di Milano, di Bari, Cattolica e Sapienza. E il movimento No Vax “ha impattato nella costruzione di un linguaggio d’odio generalizzato e aspecifico”
Donne, musulmani e disabili: nel 2021 sono le tre principali categorie di persone finite nel mirino dei tweet d'odio. È quanto fotografa la Mappa dell’Intolleranza realizzata da Vox – Osservatorio Italiano sui Diritti, in collaborazione con l’Università Statale di Milano, l’Università di Bari Aldo Moro, la Sapienza di Roma e la Cattolica di Milano. Nel periodo metà gennaio-metà ottobre, sono stati raccolti 797.326 tweet che riguardano donne, omosessuali, migrati, disabili, ebrei e musulmani. Di questi, 550.277 erano negativi (pari al 69%), ossia con contenuti razzisti o d'odio.
Tra i tweet negativi, il primo posto è occupato dalle donne (43,70%), seguite da musulmani (19,57%), disabili (16,43%), ebrei (7,60%), omosessuali (7,09%) e migranti (5,61%). E tra le donne, le più colpite da tweet d'odio sono le politiche e le giornaliste. In particolare, Giorgia Meloni, Teresa Bellanova, Vitalba Azzollini, Cathy La Torre, Ilaria Capua, Antonella Viola, Barbara D’Urso, Fiorella Mannoia, Emma Marrone, Myrta Merlino, Selvaggia Lucarelli e Chiara Ferragni.
Giunta alla sua sesta edizione, la Mappa dell'intolleranza cerca di rilevare il sentimento che anima le communities online, ritenute significative per la garanzia di anonimato che spesso offrono e per l’interattività che garantiscono. “Come per l’analisi dello scorso anno, anche nel 2021 la rilevazione, che ha riguardato il periodo gennaio/ottobre, ha attraversato il periodo della pandemia -spiegano i ricercatori-, con una prima fase che ha visto l’Italia ancora parzialmente in lockdown e l’uscita pian piano dalla fase più strettamente emergenziale: così anche quest’anno ansie, paure, difficoltà si sono affastellate nel vissuto quotidiano delle persone, contribuendo a creare un tessuto endemico di tensione e polarizzazione dei conflitti. Con una variabile importante, rappresentata dal 'movimento No Vax' che, nella sua trasversalità e nella costruzione di un lessico a forte impronta antagonista, ha impattato nella costruzione di un linguaggio d’odio generalizzato e aspecifico. Un aumento dunque di discorsi d’odio che, se pure non imputabile ovviamente solo alla specifica No Vax, ha determinato due fattori decisivi: l’elezione della politica, come categoria generica, e soprattutto delle donne politiche, a bersagli privilegiati di invettive e intolleranza e l’aumento di odio pur in presenza di una diminuzione di tweet”.
Nella rilevazione del 2020 (periodo marzo-settembre) erano stati raccolti un totale di 1.304.537 tweet, dei quali 565.526 negativi (il 43% circa vs. 57% positivi). Nel 2021 i tweet individuati sono quindi di meno (797.326) ma crescono significativamente quelli negativi.
La mappatura dei tweet permette anche di individuare i “picchi d'odio”. “In generale, i picchi più alti di odio si sono avuti nei confronti dei musulmani, in seguito all’arrivo dei talebani in Afghanistan e a ridosso del ventennale dell’attacco alle Torri Gemelle -ricordano i ricercatori-; contro gli ebrei, il 27 gennaio, in occasione della Giornata della Memoria, così come in corrispondenza delle manifestazioni antisemite internazionali e delle esternazioni della senatrice Segre contro i No Vax, che hanno accostato il green pass alle persecuzioni razziali. Contro le donne, a febbraio, a seguito degli insulti pronunciati in diretta radio dal professore universitario Giovanni Gozzini ai danni di Giorgia Meloni, ma anche a settembre, in piena emergenza femminicidi (7 in 10 giorni). Nei confronti delle persone omosessuali, quando il rapper Fedez ha interrotto la sua esibizione al Concerto del Primo Maggio per leggere un intervento in difesa del Ddl Zan”.