Casa. In calo il potere d'acquisto delle famiglie: compravendite a -14,6%

I dati di Nomisma. La casa resta una priorità per gli italiani, ma pesa la perdita del potere d'acquisto. E nonostante l'aumento della produzione industriale e aiuti a tema varati dal Governo, nel 2023 quasi la metà dei nuclei dichiara che le disponibilità economiche sono appena sufficienti a far fronte alle spese primarie

Casa. In calo il potere d'acquisto delle famiglie: compravendite a -14,6%

La casa resta una priorità per gli italiani, ma pesa la perdita del potere d'acquisto. Nonostante aumento della produzione industriale e aiuti a tema varati dal Governo, nel 2023 quasi la metà dei nuclei dichiara che le disponibilità economiche sono appena sufficienti a far fronte alle spese primarie. 
Emerge così una minore quota di famiglie che riesce a risparmiare (33,8% nel 2023) con impatti diretti sulle tendenze legate all'abitare, tra acquisto e affitto. È quanto emerge dall'indagine sulle famiglie 2023 di Nomisma, nell'ambito del 16esimo rapporto sulla finanza per l'abitare. Nella sede di Strada Maggiore ne parlano per Nomisma Luca Dondi Dall'Orologio, amministratore delegato, Marco Marcatili, responsabile Sviluppo, e Massimiliano Colombi, sociologo e senior advisor della società. "La stretta monetaria messa in atto da Fed e Bce si scontra con un fabbisogno crescente di credito da parte di chi si rivolge al mercato dell'acquisto della casa, costretto a fare i conti con la rigidità dei prezzi. C'è un indebolimento della domanda di acquisto destinato a riflettersi in un calo significativo delle compravendite, previsto da Nomisma nell'ordine del 14,6% su base annua", evidenzia Dondi. Sono 3,1 milioni, stima Nomisma a livello nazionale, le famiglie intenzionate ad acquistare un'abitazione nei prossimi 12 mesi.

Le motivazioni di acquisto di "prima casa" e di "sostituzione prima casa" riguardano complessivamente l'81,2% delle volontà manifestate dagli intervistati. Considerando il segmento della locazione si assiste, invece, ad "una flessione dei nuovi contratti dopo la forte ripresa nel 2022", si legge nel rapporto: la quota di famiglie che ha fatto ricorso all'affitto di una o più abitazioni per un periodo superiore a sei mesi è passata dal 5,6% nel 2022 al 5% nei primi mesi del 2023.

L'indagine di Nomisma conferma come per la maggior parte delle famiglie (il 56% del totale) l'affitto rappresenti comunque "l'unica soluzione percorribile", sempre a causa della mancanza di risorse economiche sufficienti per accedere al mercato della compravendita. Un altro gruppo di famiglie, pari al 13%, considera invece la proprietà "non conveniente". Intanto, la quota di famiglie che nel prossimo anno prevede di avere difficoltà nel pagare il canone di locazione è pari al 34,8% (+3 punti percentuali rispetto al 2022). Scende lievemente poi il numero di famiglie che dice di avere difficoltà nel pagamento delle rate del mutuo (pari al 6%, contro il 7,5% del 2022) ma sale al 27,8% la percentuale di famiglie che, nei prossimi 12 mesi, teme di poter incontrare difficoltà nel rimborsare regolarmente le rate. Sulla propensione all'indebitamento delle famiglie, in particolare, Nomisma rileva che il 42,7% degli intervistati farebbe "sicuramente" ricorso al finanziamento, mentre il 35,2% si dice intenzionato "con buona probabilità".

Migliora intanto il credito erogato: nel quarto trimestre 2022 la riduzione delle sofferenze sui prestiti per acquisto di abitazioni è risultata più marcata rispetto al credito al consumo. In ogni caso, l'incidenza delle sofferenze legate ai mutui è leggermente aumentata, al 13,6% (l'alleggerimento dei bilanci bancari, segnala Nomisma, è stato garantito dalla cartolarizzazione dei mutui che è proseguita anche nel 2023, tanto che a marzo di quest'anno le consistenze dei prestiti cancellati aventi per controparte le famiglie residenti erano pari a 51,5 miliardi).

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)