Caporalato, presentato il progetto anti sfruttamento "Diagrammi"

Organizzato da Flai Cgil e Consorzio Nova, coinvolge otto regioni del Mezzogiorno. Gagliardi: "Basta con i proclami, servono atti concreti"

Caporalato, presentato il progetto anti sfruttamento "Diagrammi"

Si chiama "Di.Agr.A.M.M.I" - Diritti in agricoltura attraverso approcci multistakeholder e multidisciplinari per l'integrazione e il lavoro giusto - il progetto organizzato da Flai Cgil e Consorzio Nova, che "prevede la realizzazione di interventi di integrazione socio-lavorativa finalizzati alla prevenzione e al contrasto dello sfruttamento lavorativo e del caporalato in agricoltura", spiega Antonio Gagliardi, segretario generale della Flai Cgil Puglia evidenziando che ci sono "oltre 20mila lavoratori sono senza diritto a previdenza e assistenza in quanto non raggiungono la soglia delle 51 giornate, indispensabile per legge per l'accesso alle provvidenze".

Il progetto, presentato oggi da remoto e che coinvolge otto regioni (Campania, Basilicata, Calabria, Abruzzo, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna), "rappresenta una proposta di dignità e di qualità realizzata mediante il protagonismo dei soggetti istituzionali, delle parti sociali ed economiche e del terzo settore, con interventi che spazieranno dalla ricerca sul fenomeno del caporalato e dello sfruttamento alla formazione di reti interistituzionali, dall'outreach alla presa in carico; dai Piani di azione locali ai Piani di autonomia dei migranti, dall'inclusione socio-lavorativa al coinvolgimento delle imprese agricole di qualità".

"L'Ispettorato nazionale del lavoro ci dice - riferisce il segretario di Flai Cgil Puglia - che il tasso di irregolarità tra le aziende agricole è pari almeno al 60 per cento, nella lettura dei dati di irregolarità delle assunzioni, rapporti di lavoro in nero, capacità di applicazione delle norme su salute e sicurezza, oltre a omissioni di carattere amministrativo che sfociano in evasione contributiva. Basta con i proclami, serve una decisa affermazione di contrasto allo sfruttamento che deve nutrirsi di atti concreti, per non dare l'impressione che il fenomeno sia tollerabile o peggio non superabile - conclude - Non se lo può più permettere il Paese in una fase difficile come questa che stiamo vivendo". (DIRE)

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)
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