Burkina Faso, si è aperto il processo per l’omicidio di Thomas Sankara (dopo 34 anni)
E' stato ucciso da militari golpisti il 15 ottobre 1987 a Ouagadougou, la capitale del paese, insieme a dodici tra ufficiali e membri dell’esecutivo. Sognava un paese non più oppresso da multinazionali, debito pubblico e potenze mondiali
Con un ritardo di 34 anni, il 25 ottobre si è aperto il processo per l’uccisione di Thomas Sankara, ex presidente del Burkina Faso. Un delitto che ha bloccato sul nascere la politica di quello che era conosciuto come il Che Guevara d’Africa, in cui molti avevano posto grande fiducia per il riscatto del continente. Sankara, infatti, sognava un Paese non più oppresso da multinazionali, debito pubblico e potenze mondiali. È stato ucciso da militari golpisti il 15 ottobre 1987 a Ouagadougou, la capitale del Paese, insieme ad altri dodici tra ufficiali e membri dell’esecutivo.
Un tabù. La sua scomparsa era stata registrata allora come “morte naturale”: dopo l’omicidio il potere era stato preso dal suo compagno d’armi, Blaise Compaoré, e da allora non si era più potuto parlare di quei tragici fatti. Compaoré riuscì a restare alla guida del Burkina Faso per 27 anni, fino al 2014, quando le manifestazioni lo costrinsero a lasciare. Oggi si trova in Costa d’Avorio, in esilio, e nel 2016 il Paese ha chiesto e ottenuto dalla Francia i documenti militari dell’assassinio, che hanno così permesso l’apertura del processo (ad aprile 2021 sono arrivati gli ultimi faldoni).
Il processo ha un’importanza che va al di là dei fatti stessi. Le accuse sono mosse contro Compaoré e altri 14 membri del suo entourage, ma questa storia potrebbe coinvolgere anche alti funzionari francesi. Si sospetta infatti che l’omicidio sia stato deciso a Parigi. Del resto Sankara aveva sempre dichiarato le proprie antipatie verso gli ex coloni e, soprattutto, dichiarava di non voler pagare il debito pubblico: frasi che rischiavano di unire il fronte dei Paesi del Sud del mondo per la liberazione dal gioco economico imposto da quelli più ricchi.
Le reazioni all’inizio del processo sono di grande speranza. Luc Damiba, segretario generale del Thomas Sankara Committee, ha dichiarato: ''Per noi Sankara era un patriota. Amava la sua gente. Amava il suo Paese. Amava l'Africa. Ha dato la vita per noi. Fu sotto il suo governo che il Paese fu ribattezzato da Alto Volta a Burkina Faso, che significa "Terra di persone rette"”.
La storia. Prima di diventare presidente, Sankara fu un militare. Prese la guida del Paese nel 1983, grazie anche all’appoggio della popolazione alle sue posizioni “terzomondiste”. In quattro anni di governo cercò di ribaltare una situazione economica disastrosa. Uno dei suoi più grandi successi fu nel campo dell’istruzione: il tasso di alfabetizzazione passò dal 13% al 73%. Da ricordare anche la riforma agraria, la vaccinazione dei bambini e la lotta in difesa dei diritti delle donne e per l’ambiente.
L’articolo integrale di Daniele Bellocchio, Thomas Sankara: via al processo per l’omicidio del padre del Burkina Faso, può essere letto su Osservatorio Diritti.