Bulgaria, elezioni in tempo di Covid. L’uomo forte di Sofia e il malcontento popolare
Saranno elezioni particolari quelle che si svolgeranno in Bulgaria domani, 4 aprile, nel picco della terza ondata pandemica che sta attraversando il Paese balcanico. Dal 2009 al governo c’è il partito conservatore Gerb, guidato dal premier Boyko Borissov. Ultimamente però la sua popolarità è diminuita, tra corruzione e proteste popolari. Il Sir ha interpellato Tony Nikolov, docente di Filosofia all’Università di Sofia “San Clemente d’Ocrida” e caporedattore della rivista “Cristianesimo e cultura”
Domenica 4 aprile, mentre il mondo cattolico festeggia la Pasqua, in Bulgaria si vota per le ordinarie elezioni politiche: una data scomoda, soprattutto per il voto all’estero dove risiedono circa 2 milioni di bulgari. Ma anche perché il 31 marzo Sofia ha registrato un record di contagiati: 5.176 registrati in 24 ore. Infatti il Paese balcanico è nell’occhio del ciclone della terza ondata, con ospedali sovraffollati e un lockdown che però a sorpresa è stato interrotto dal governo nel picco dei contagi.
L’impatto del Covid-19 sulle elezioni. “La pandemia è un fattore cruciale in queste elezioni e avrà ripercussioni molto serie sui risultati”: ne è convinto Tony Nikolov, docente di Filosofia all’Università di Sofia “San Clemente d’Ocrida” e caporedattore della rivista “Cristianesimo e cultura”. “I protagonisti nei media non sono i dibattiti politici ma le ordinanze contro la pandemia”, aggiunge. A suo avviso,
l’affluenza alle urne “sarà più bassa; gli anziani e le persone a rischio non andranno a votare e probabilmente questo andrà a favore dei grandi partiti”.
“Sempre a causa del Covid-19 – afferma l’analista politico – la gente non è in grado di fare una scelta politica illuminata ma sceglie emotivamente, e questo rende ogni previsione difficile”.
Misure in vista del voto. La gestione delle misure anti-pandemia non è stata sempre coerente nel Paese: il 1° marzo, quando i casi aumentavano, è stato aperto tutto: ristoranti, palestre, bar… Un vero lockdown è iniziato solo 20 giorni dopo, mentre si registrava un fortissimo aumento di contagi. “L’accusa è che il governo abbia fatto del Covid il suo principale alleato politico, in vista delle elezioni, in modo da vietare ogni manifestazione politica. Mentre dal 1° aprile sono state abolite diverse restrizioni anche se i contagiati stanno segnando un record”.
L’uomo forte di Sofia. Dal 2009, con leggere pause per governi tecnici, al governo della Bulgaria è il partito Gerb (Cittadini per lo sviluppo europeo della Bulgaria), guidato dall’uomo forte di Sofia, il carismatico premier Boyko Borissov.
Nei rapporti Ue e delle organizzazioni internazionali Sofia rimane però ai margini dell’Unione
come il Paese più povero, con dilagante corruzione, sistema giudiziario non funzionante e con media sempre meno indipendenti. Interpellato dai media stranieri, Borissov sostiene che si tratta di “campagne diffamatorie” destinate “a sabotare le riforme e deviare la Bulgaria dal suo cammino euro-atlantico”.
Malcontento popolare. “I bulgari sono stanchi di vedere svanire le loro speranze di uno Stato fondato sulla legge; soprattutto i giovani sono delusi, molti dei quali hanno studiato in Europa occidentale”, racconta Nikolov al Sir, ricordando le proteste di massa per le strade del Paese durante l’estate del 2020, a causa di scandali per corruzione in cui erano coinvolti diversi funzionari del partito Gerb e lo stesso Borissov. Ma nonostante il malcontento, Gerb è di nuovo in testa nei sondaggi, con circa il 22% dei consensi, ossia il suo minimo storico.
“Borissov ha accumulato tanta sfiducia ma non ci sono alternative valide, la protesta ha dato la spinta a due-tre nuovi progetti politici, ma essi non sono il principale concorrente del premier uscente”.
“Poi – continua – in tempi di pandemia la gente non è disposta a rischiare”. A larga distanza nei sondaggi seguono i socialisti (Bsp), che sono all’opposizione, mentre il terzo posto viene conteso dal partito della minoranza turca (Dps) e dall’emergente movimento dello showman e cantante Slavi Trifonov “C’è un tale popolo”. Secondo Nikolov la sorpresa di queste elezioni è proprio Trifonov. Al limite della soglia per l’ingresso in parlamento (4%) rimane la nuova destra “Bulgaria democratica”.
Dopo il voto. Comunque sia, a causa del complicato sistema di voto (per la prima volta si voterà sia manualmente che elettronicamente), i risultati forse non saranno pronti lunedì 5 aprile. La previsione del prof. Nikolov è che “nessun partito sarà in grado di formare un governo e allora probabilmente Gerb cercherà di dar vita a un governo di tecnici, con un premier diverso da Borissov. Diversamente in estate si tornerà di nuovo alle urne”.
Una cosa è certa, tante sono le sfide che aspettano la Bulgaria e la prospettiva dell’instabilità politica non aiuta.
Il nuovo esecutivo dovrà affrontare non solo la problematica ripresa economica dopo la pandemia ma anche assicurare il buon utilizzo dei fondi, 30 miliardi di euro, destinati a Sofia secondo il piano per la ripresa economica dell’Ue (Next Generation Eu).
Iva Mihailova