Fatti

Presidente onorario Gherardo Colombo: “L'articolo 32 dice che la Repubblica tutela la salute di tutti, senza distinzione di religione, etnia, nazionalità. Insomma, chiunque”. La onlus conta 130 soci, ma l'obiettivo di questa estate è di arrivare a mille. Al via la raccolta fondi per poter salpare

A parlare è Barbara Olivi, fondatrice della onlus "Il sorriso dei miei bimbi", che da 20 anni lavora in una delle favelas più grandi del mondo. “L’acqua non è potabile, lo stato ha abbandonato la popolazione, migliaia di persone hanno perso il lavoro. La nostra fortuna? Vivere in Rocinha, una mamma che aiuta tutti”

Alla vigilia della Giornata contro la tratta di esseri umani, l'organizzazione diffonde il rapporto "Piccoli schiavi invisibili". Boom della pedopornografia in Europa. In Italia, tra le 2.033 persone prese in carico dal sistema anti-tratta, la forma più diffusa di sfruttamento è quella sessuale (84,5%). Gli effetti perversi del lockdown

Smettere di finanziare la guardia costiera libica e risolvere la complessa situazione dei migranti in Libia. Sull'aumento degli sbarchi in Sicilia "si poteva immaginare due mesi fa che le persone sarebbero arrivate anche quest’estate e in emergenza Covid. Se si fosse programmato per tempo non ci saremmo trovati a gestire in modo approssimativo". Intervista a padre Camillo Ripamonti, del Centro Astalli.

"Sono all'esame interventi per sostenere il mercato del lavoro a ripartire con assunzioni a tempo indeterminato e alle imprese a fare uscire lavoratori dalla cassa integrazione, una deroga alle norme sui contratti a termine e la proroga delle...

Studio di Anci e Indire: si considerano ancora "plessi periferici", hanno una connessione tradizionale e lottano contro lo spopolamento che continua a interessare diverse zone d'Italia, con un divario tra nord-sud

Prima il Papa con un appello alla pace lanciato all’Angelus. Poi il Patriarca di Mosca Kirill con una dichiarazione firmata personalmente per chiedere una risoluzione di pace al conflitto armeno-azero. I leader religiosi, ma non solo, guardano con preoccupazione all'acuirsi della tensione nella regione del Caucaso. Per fortuna gli scontri - scoppiati il 12 luglio scorso al confine tra Armenia e Azerbaijan - si sono esauriti in pochi giorni perché il rischio di coinvolgere attori forti, come Russia e Turchia, sarebbe troppo alto. Intanto però la popolazione in Armenia è allo stremo