Valbrenta. La chiesa di Rivalta, cuore di una piccola comunità sparsa nel mondo
Valbrenta. È stato terminato il necessario intervento alla copertura della chiesa di Sant’Andrea, eretta dai fedeli nell’Ottocento
Una piccola comunità nella valle del fiume Brenta e una chiesetta che non è solo un luogo di culto ma è anche della memoria, fisso nel cuore dei fedeli e di tanti emigrati partiti nel tempo verso vari luoghi del mondo e che vi ritornano ogni estate. È la chiesetta di Sant’Andrea di Rivalta in Valbrenta, parrocchia di Carpanè, che recentemente ha beneficiato di un intervento alla copertura. La festa del patrono sant’Andrea, il 30 novembre, è molto sentita non solo dai “rivaltari” e dagli emigranti che ritornano, ma anche da tutta la valle. «La storia della chiesa – racconta Lino Borsa, che ha seguito l’intervento di restauro per conto della parrocchia –si potrebbe far iniziare nel 1756, quando alcuni uomini della contrada del “Colmello di Rivalta” si rivolgono al Prefetto veneziano con la supplica di poter sostituire una piccola campana andata rotta con una più grande, affinché il suono venga ascoltato da tutti e più lontano, essendo tutti fedeli alla Beata Vergine Maria». Oltre un secolo dopo, nel 1876, gli abitanti entusiasti e con il fervore che li anima si rivolgono al vescovo per poter erigere una chiesa e, nonostante la diffidenza del vicario di San Nazario rispetto alla capacità della contrada di portare a termine un’impresa così impegnativa, ottengono l’autorizzazione. Il 30 aprile 1877 avviene la posa della prima pietra e il 1° agosto dell’anno successivo la chiesa è terminata: i capifamiglia si obbligano a versare annualmente un contributo di 50 lire per il suo decoroso mantenimento. Nel 1888 risulta eretto anche un nuovo campanile fornito da tre campanelle, poi sostituite da tre campane nel 1902. Purtroppo si avvicina la Grande Guerra, nel corso della quale sia la chiesa sia il campanile verranno gravemente danneggiati e resi inagibili, ma dopo la guerra viene prontamente riedificata sullo stesso sito, tanto che nel 1927 il vescovo Elia Dalla Costa, in visita pastorale a Rivalta, vi celebra la messa. Furono aggiunte ai lati due cappelle laterali, una dedicata alla Madonna e l’altra a santa Barbara, patrona dei minatori, professione cui molti finirono per dedicarsi nei paesi di emigrazione come la Francia. Nel 1954 la comunità di Rivalta inaugura la decorazione interna realizzata dalla ditta Giacomello Vittorio di Padova. L’ultimo intervento di restauro viene compiuto nel 1984 con una nuova tinteggiatura esterna. Nel 2009 la chiesa ritrova gli antichi arredi: l’acquasantiera e il fonte battesimale, a seguire nel 2010 il rifacimento dell’impianto di illuminazione, mentre nel 2016 il restauro del campanile. «Nell’anno 2024, con la conclusione dell’intervento necessario alla copertura – conclude Borsa – si è completata un’opera di conservazione di un manufatto che ha visto passare volti, persone, uomini e donne, legati nella fede e nell’amore della propria terra».