Un nuovo vicariato. «Perseverare»: è questa la consegna del vescovo Claudio
Parte in un clima di ottimismo il nuovo vicariato che riunisce le 18 parrocchie di San Giorgio delle Pertiche e Villanova di Camposampiero. Gli obiettivi, oltre al coordinamento su più ampia scala di alcune attività, sono quelli sottolineati dal vescovo Claudio Cipolla nell’ufficializzazione del 21 giugno: aiutarsi tra comunità e affrontare con gioia e perseveranza i cambiamenti che l’attuale periodo storico impone.
Sembra prevalere un clima di ottimismo nelle parrocchie di San Giorgio delle Pertiche e Villanova di Camposampiero, a poche settimane dalla loro fusione in un unico vicariato che comprende 18 comunità. «È un’esperienza tutta da scoprire – osserva Giampietro Beghin, nuovo vicepresidente del consiglio pastorale vicariale – Credo che il compito principale del vicariato sarà quello di coordinare, a un livello territoriale più ampio, le iniziative delle singole parrocchie». Parrocchie che manterranno un ruolo di primo piano. E che, come ha ricordato il vescovo Claudio Cipolla nella celebrazione di avvio del nuovo vicariato, il 21 giugno scorso, potranno mettere assieme maggiori risorse e, in questo modo, aiutarsi di più. Nell’occasione il vescovo, commentando un brano degli Atti degli apostoli, ha sottolineato anche l’importanza della perseveranza. Ha ricordato che l’inizio di ogni nuovo cammino porta con sé molto entusiasmo, ma come ci si trovi in breve ad affrontare le prime fatiche. È in questo momento che è necessario perseverare nella speranza e nella gioia iniziali, proprio come hanno fatto i discepoli delle prime comunità cristiane e, alla fine, i frutti si vedranno.
Il nuovo vicariato unisce dieci parrocchie del territorio di Villanova di Camposampiero e otto di quello di San Giorgio delle Pertiche. «È da due anni che nel nostro vicariato si parlava di questa fusione – racconta Raffaele Meneghello, ex delegato vicariale di San Giorgio delle Pertiche – Va ricordato che il processo è andato a buon fine grazie anche all’aiuto della Diocesi e in particolare di don Leopoldo Voltan. Tutto nasce da una realtà in cui è in atto da tempo un grande cambiamento che tocca tutti, compreso l'ambito ecclesiale, tanto è vero che il papa per primo lo ha definito un cambiamento epocale. Anche nella nostra Diocesi, nel tempo, ci sono stati molti cambiamenti. Dopo che si è iniziato a parlare del ruolo dei vicariati e della loro riduzione, le parrocchie sono state invitate a discutere, a riflettere e a pensare a un orizzonte, a un progetto. Dal mio punto di vista l’unione tra i due vicariati può aiutare a innescare dei cambiamenti positivi. Il darsi una nuova struttura porta inevitabilmente anche a pensare in maniera diversa, sono due cose che vanno di pari passo. Questo è un invito per le parrocchie ad andare oltre la realtà che stanno vivendo e ad aiutarsi, superando i particolarismi. Credo che la fusione ci aiuterà a vivere l’essenzialità, ad avere uno sguardo più ampio, ad andare oltre i propri confini, ad avere una disponibilità all’apertura e all’aiuto reciproco. Poi bisogna avere fiducia nel fatto che non siamo noi a fare le cose ma è lo spirito di Cristo che ci abita…».
Secondo Enrico Pavin, delegato del precedente coordinamento vicariale di Villanova, la fusione è stata favorita anche dall’assetto politico che sta alla base dell’Unione del Camposampierese, che da tempo ha gettato le basi per l’unione di forze appartenenti ai due territori. E rappresenterà una realtà positiva anche per i parroci, sempre più gravati dagli impegni in parrocchia. Pavin mette a fuoco le principali caratteristiche che accomunano ma anche differenziano le diverse comunità parrocchiali: «Le parrocchie del nostro vicariato sono più piccole e hanno già camminato insieme. Questo anche per necessità, perché si sono trovate a condividere i sacerdoti, e perché, per certi servizi, hanno dovuto giocoforza unirsi. Nell’altro vicariato invece le parrocchie sono mediamente più grandi, con più forze e, credo, più tendenti all’autosufficienza. Quello che ci accomuna è il tessuto sociale, legato alla dimensione di paese, molto simile e, almeno per una parte, omogeneo».
Unirsi significherà anche disporre di maggiori risorse che permettano l’organizzazione di iniziative di più largo respiro. «Un aspetto che mi è piaciuto molto – prosegue Pavin – è quello legato alla formazione. La collaborazione tra parrocchie permette di seguire alcuni cammini di formazione, argomento che a noi sta molto a cuore, con la possibilità di organizzare iniziative più ampie e significative».
Il lavoro del nuovo vicariato, il cui nome non è ancora stato ufficializzato, è dunque tutto da organizzare e inizierà a concretizzarsi dopo l’estate quando verranno avviati i primi incontri conoscitivi e programmatici. In calendario c’è anche la visita pastorale del vescovo, attesa per Pasqua 2019. Don Enrico Piccolo, da due anni parroco a Campodarsego, è il vicario foraneo alla guida del nuovo vicariato. «Ho avuto questo incarico – commenta – ma siamo al prim’ordine. Ci troveremo a settembre, il futuro è tutto da inventare».