Un nuovo polo culturale della Diocesi. Fondazioni al Barbarigo
Nasce il nuovo polo culturale della Diocesi di Padova. In un'ala dismessa da anni dell'istituto Barbarigo troveranno sede gli enti di ricerca e divulgazione. Obiettivi: sinergia scientifica ed economie di scala.
Un progetto ambizioso di razionalizzazione e di rilancio: questo in sintesi potrebbe definirsi ciò che la Diocesi, in collaborazione con il seminario vescovile, la Fondazione Lanza e altre istituzioni impegnate nella ricerca e nella formazione, sta realizzando in questi mesi. Presso un’ala dell’istituto Barbarigo non più utilizzata da anni a scopi didattici, porteranno infatti la loro sede istituzionale la Fondazione Carlo Lanza, la Fondazione Emanuela Zancan, il centro di ricerca e formazione Giuseppe Toniolo e la Fondazione Girolamo Bortignon.
Una sorta di nuovo “polo culturale”, espressione del desiderio della diocesi di sostenere e rilanciare l’impegno nella cultura che da sempre la caratterizza, attraverso anche una migliore valorizzazione dei beni che le sono stati consegnati.
Questi enti negli anni si sono conquistati fama e credibilità scientifica, non solo a livello locale: in particolare la Fondazione Lanza, sorta nel 1988, si propone lo scopo specifico di entrare nel delicato dibattito fede-cultura con una specifica attenzione alla riflessione etica, e si appresta a celebrare con una serie di eventi pubblici il suo trentennale. La Fondazione Zancan, affermato centro di studio, ricerca e sperimentazione, opera da oltre cinquant’anni nell’ambito delle politiche sociali, sanitarie, educative, dei sistemi di welfare e dei servizi alla persona. Il Centro Toniolo (fondato nel 1992), ha come finalità principale l’annuncio cristiano alle persone che operano nei settori del lavoro e dell’economia, alla luce della dottrina sociale della Chiesa. Infine, la Fondazione Bortignon (nata nel 2000) mira allo sviluppo culturale e alla promozione integrale della persona attraverso lo strumento della scuola e la ricerca di risposte alle questioni legate all’educazione.
Il trasferimento servirà anche a realizzare delle economie di scala sul piano gestionale e si inquadra in un processo in cui l'esigenza di ottimizzare le risorse va di pari passo con quella di coordinare e rilanciare le attività scientifiche e culturali della Chiesa padovana. «L’obiettivo è di favorire le sinergie tra realtà che lavorano in ambiti consimili, con lo scopo di sviluppare ulteriormente la ricerca, la divulgazione e la formazione – spiega alla Difesa don Lorenzo Celi, presidente del consiglio di amministrazione della Fondazione Lanza e coordinatore del progetto – rendendo possibile anche una maggiore integrazione delle diverse proposte e dei rispettivi calendari».
Vi sarà dunque la possibilità di usufruire di spazi nuovi più rispondenti, anche dal punto di vista delle dimensioni, alle effettive esigenze delle fondazioni e di condividere alcuni servizi, tra cui la grande biblioteca con decine di migliaia di libri e riviste specialistiche, valorizzando anche la vicinanza con il seminario, la Facoltà teologica e l’Istituto superiore di scienze religiose, con il loro straordinario patrimonio librario e la ricca proposta formativa: «Il tutto in uno spirito di dialogo e di servizio verso la città e le sue istituzioni, in primis l’Università – continua don Celi – Queste non sono e non vogliono essere realtà di élite, ma devono continuare a essere strumenti che la Chiesa di Padova ha pensato a servizio della comunità, anticipando talvolta alcune intuizioni che oggi sono da tutti condivise».
Ora comunque fervono i preparativi: i lavori di ristrutturazione sono a buon punto e dovrebbero terminare durante l’estate, in modo da permettere, dopo la pausa, di riavviare l’attività delle fondazioni nelle nuove sedi. La volontà è insomma quella di ottimizzare le risorse e gli strumenti per un rilancio generale delle attività delle istituzioni interessate, e più in generale dell’azione della Diocesi in campo culturale. In una logica di piena sostenibilità e di sobrietà al servizio del principio cardine della carità culturale: «La carità, come diceva Paolo VI, non consiste solo nel condividere beni materiali ma anche nel prendersi cura dei bisogni culturali ed educativi di ogni persona, specialmente dei giovani». Ed è proprio significativo che il polo trovi sede all’interno di una scuola come il Barbarigo, la scuola paritaria della Diocesi: «Anche gli allievi, le loro famiglie e i docenti potranno beneficiare delle proposte di queste realtà – conclude don Celi – non solo dei convegni e dei seminari che si terranno, ma anche della presenza di personale altamente qualificato che potrà arricchire la proposta formativa dell’Istituto».