Sostegno sociale parrocchiale a Valli di Chioggia e Conche. La pandemia diventa occasione per crescere insieme nella fraternità
Due comunità, tremila anime in tutto guidate dallo stesso parroco, si sono rimboccate la maniche
«Come i medici e gli infermieri, di fronte alla seconda ondata, hanno di nuovo inforcato camici e dispositivi di protezione, così anche noi, come Gesù durante l’ultima cena, dobbiamo cingerci la veste ai fianchi e servire, sempre in movimento, con l’aiuto del Signore». Don Massimo Fasolo, parroco di Valli di Chioggia e Conche, ha trascorso gran parte del primo lockdown in una lotta personale contro il Coronavirus. Guarito, e ricevuto persino da papa Francesco, ora lavora per guarire le ferite che il Covid ha portato nelle sue due comunità, 1.500 anime ciascuna.
«La gente ha meno soldi – racconta – c’è chi ha perso un lavoro, chi non lo trova più, chi deve restare chiuso per via delle restrizioni». La carità, dunque, diventa impegno morale: «Ho fatto domanda per il “Sostegno sociale parrocchiale” sia per Valli di Chioggia che per Conche. I 1.500 euro che riceveremo per ciascuna parrocchia – un euro per abitante – verranno raddoppiati con le offerte dei fedeli: faremo una colletta in chiesa la terza domenica di Avvento e chiederemo aiuti anche da parte di chi non viene chiesa, dato che... con il virus la frequenza è calata».
Tra le ipotesi in campo c’è quella di individuare quindici famiglie in difficoltà per parrocchia, da sostenere con borse della spesa o aiuto al pagamento di bollette. Ma non dovrà restare una donazione una tantum: «Quello che vogliamo fare davvero è sensibilizzare le comunità – sottolinea don Massimo – Questo è l’obiettivo che il vescovo Claudio si è prefissato con il Sostegno sociale parrocchiale. Gli operatori delle Caritas parrocchiali, sia a Conche che a Valli, mi dicono che il Covid ha già attivato maggiore solidarietà tra le persone».
Intanto, proseguono le attività anche del Centro d’ascolto dell’ex vicariato di Arzergrande con sede a Codevigo: «Ci fidiamo del Signore. È lui il regista, noi siamo solo strumenti. La pandemia può diventare occasione per crescere nella fraternità».