Sant’Antonio sapeva riconoscere in molti aspetti della vita l’azione benefica del Signore. Fu “uomo” eucaristico

Per lui, innamorato del Vangelo e appassionato difensore dei poveri, l’Eucaristia era sempre e comunque un dono prezioso e gratuito di cui essere profondamente grati

Sant’Antonio sapeva riconoscere in molti aspetti della vita l’azione benefica del Signore. Fu “uomo” eucaristico

Quando pensiamo a sant’Antonio di Padova ci vengono in mente, con ogni probabilità, innanzitutto i miracoli, i segni prodigiosi che si sono verificati – e che talvolta ancora accadono – legati alla sua intercessione. E in un secondo momento, forse, guardiamo ad Antonio come a un uomo di fede, innamorato del Vangelo e appassionato difensore dei poveri, di coloro che sono trattati ingiustamente. Antonio fu tutto questo, e molto di più: fu un fedele discepolo del Signore Gesù, un francescano desideroso di diffondere la notizia lieta e liberante della misericordia; anche un intercessore potente presso il Signore, certo! In tutti i casi lo potremmo definire come una persona estroversa, mai chiusa in se stessa. In questo senso possiamo cogliere in lui una dimensione “eucaristica”: ossia una capacità di riconoscere in molti aspetti della vita l’azione benefica del Signore; e di fronte a questa constatazione Antonio si muoveva in mille modi per lodare, ringraziare, restituire al Signore i doni ricevuti mettendosi a disposizione degli altri, in parole e in opere. Antonio fu, come san Francesco, “uomo eucaristico”: traboccante di gratitudine.

Se però ci concentriamo sull’Eucaristia in senso stretto – sul farsi presente del Signore nel pane e nel vino consacrati durante la celebrazione – nei suoi Sermoni troviamo alcune osservazioni interessanti. Ne richiamiamo alcune. La prima, che ci fa riflettere sull’equilibrio di sant’Antonio. Meglio ricevere l’Eucarestia ogni giorno oppure no? Così risponde il santo: «Alcuni per venerazione non osano riceverla quotidianamente, altri invece per la stessa venerazione, non osano lasciar passare giorno senza riceverla». Ciò che conta non è quante volte ci si accosta al corpo di Cristo, ma con quale disposizione. E ad Antonio sta a cuore che si riceva il corpo del Signore con venerazione, nella consapevolezza che si tratta di accogliere in tutta la propria vita la presenza di Gesù, nel desiderio di lasciarci plasmare in profondità, affinché anche noi possiamo assomigliare, almeno un po’, al Signore: donando noi stessi, la nostra vita, accogliendo e perdonando.

Una seconda considerazione ci permette di osservare come, per sant’Antonio, l’Eucaristia fosse sempre e comunque un dono prezioso e del tutto gratuito, che non possiamo meritare, ma solo ricevere con profonda gratitudine; occorre – così scrive – «accostarsi a essa con devozione e ricevere il corpo di Cristo dopo profonda riflessione, reputandosi indegni di tanta grazia». Sempre si è indegni, e se aspettassimo di essere “degni” per accostarci all’Eucarestia non lo faremmo mai! Essere degni dell’Eucaristia non significa essere diventati bravi, puri e perfetti; ma rendersi consapevoli della propria piccolezza, affidarsi con fiducia dalla misericordia mai stanca del Signore, lasciarsi infinitamente invadere da lui che, attraverso il pane eucaristico, desidera a tutti i costi farsi nostro affidabile compagno di viaggio.

padre Antonio Ramina
frate conventuale e docente di teologia spirituale e spiritualità (fttr)

Giugno. Apostolato della preghiera: le intenzioni

Intenzione universale del papa

Preghiamo per i giovani che si preparano al matrimonio con il sostegno di una comunità cristiana: perché crescano nell’amore, con generosità, fedeltà e pazienza.

Intenzione dei vescovi

Perché alla scuola del Cuore di Gesù possiamo imparare la mitezza, l’umiltà e la misericordia, per essere strumenti autentici del suo amore.

Intenzione per il clero

Cuore Sacro di Gesù, sorgente e rifugio per ogni tuo ministro, accompagna passo passo i sacerdoti, con la potenza della tua grazia.

Opera Messe Perpetue

La Pia Opera delle messe perpetue fu eretta in Padova presso l’ente ecclesiastico Opera diocesana adorazione perpetua nel 1915 dal vescovo Luigi Pellizzo. Nel 2017 il vescovo Claudio Cipolla ha aggiornato le norme per le iscrizioni. Lo scopo dell’Opera è di unire gli iscritti nella carità del suffragio e della intercessione della Chiesa.

I benefici spirituali per gli iscritti sono la celebrazione di una messa quotidiana nella chiesa del Corpus Domini e la recita quotidiana del santo rosario davanti al Santissimo Sacramento con annessa indulgenza plenaria.

Possono essere iscritte alle sante messe perpetue sia persone defunte che viventi; l’iscrizione è individuale e perpetua (cioè una volta per sempre); per l’iscrizione si richiede possibilmente un’offerta pari all’elemosina corrente per una messa. Il versamento per l’iscrizione, intestato a Opera diocesana per l’adorazione perpetua, può essere fatto:

  • presso l’ufficio dell’Opera di fronte alla chiesa del Corpus Domini;
  • sul conto corrente n. 146357
  • mediante bonifico utilizzando il codice Iban: IT03Y0760112100000000146357. 

Nei versamenti a distanza indicare nella causale il nominativo dell’iscritto e l’indirizzo dell’offerente per ricevere a domicilio il certificato di iscrizione.

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)