Profughi ucraini, le indicazioni diocesane spiegate da Caritas. L'accoglienza per le parrocchie che hanno spazi a disposizione

Sono in continua evoluzione le indicazioni alle parrocchie in merito alla possibilità di offrire spazi per l’accoglienza dei profughi ucraini in fuga dalla guerra.

Profughi ucraini, le indicazioni diocesane spiegate da Caritas. L'accoglienza per le parrocchie che hanno spazi a disposizione

Caritas diocesana ha inviato nei giorni scorsi ai parroci una nota in cui sottolinea le modalità della possibile accoglienza, fermo restando che gli scenari possono sempre cambiare in base alle disposizioni del Governo e le scelte delle prefetture.

Il punto centrale della nota è l’invito alle parrocchie che intendono accogliere profughi ad annunciare la propria disponibilità direttamente a Caritas Padova, chiamando la segreteria al numero049-8771722 (dal lunedì al venerdì 9.30 12.30). Sarà la Caritas, sempre in stretto contatto con la Prefettura, a segnalare la struttura o a mettere in contatto la parrocchia con qualche cooperativa. Saranno infatti le cooperative a stipulare un contatto per l’uso dei locali con la parrocchia – dopo l’autorizzazione dell’Ordinario diocesano – e sarà sempre la cooperativa a gestire l’accoglienza, ad adeguare, curare e restituire i locali, ad avvisare il sindaco locale dell’avvio dell’accoglienza.

La parrocchia, dal canto suo, tramite la Caritas parrocchiale si attiverà per creare la rete di prossimità e per offrire spazi informali di integrazione, monitorando al contempo l’intera accoglienza «affinché la cooperativa mantenga gli impegni presi e sia efficace nell’accompagnamento delle persone accolte». Per le parrocchie, infine, che in modo autonomo stanno già accogliendo persone provenienti dall’Ucraina, si ricordano gli adempimenti quali la dichiarazione d’ospitalità, la segnalazione in questura, le procedure sanitarie e la formalizzazione dell’accoglienza contattando l’ufficio amministrativo della Diocesi (economo@diocesipadova.it). Per i privati, infine, si invita sempre a fare riferimento ad associazioni e cooperative, sconsigliando per il momento accoglienze in regime di convivenza.

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