Padre Antonio Ramina: «Francesco e Antonio, in questi tempi, ci richiamano a trasparenza e onestà»
Nominato l’8 settembre rettore della basilica del Santo, a Padova, inizierà ufficialmente il suo ministero domenica 10 ottobre alla messa delle 11
La nomina è dell’8 settembre, ma l’inizio “vero e proprio” del ministero di rettore della basilica del Santo, a Padova, sarà – per padre Antonio Ramina – domenica 10 ottobre, alla celebrazione eucaristica delle 11 presieduta dal delegato pontificio mons. Fabio Dal Cin (sarà possibile seguirla anche in diretta televisiva su Rete Veneta e in streaming sui canali social della basilica).
Nato a Vicenza il 7 aprile 1970, padre Antonio Ramina ha mosso i primi passi nella fede frequentando la parrocchia di Quinto Vicentino per poi conoscere il convento di San Lorenzo, a Vicenza, e consacrare la sua vita al Signore pronunciando i voti nell’ordine dei frati minori conventuali (professo perpetuo il 4 ottobre 2002, è stato ordinato sacerdote il 1° maggio 2004). Insomma, sant’Antonio chiama e Quinto risponde, ma non solo: «Sant’Antonio oggi come ottocento anni fa – sottolinea padre Ramina – continua a dire le “solite cose” che però sono quelle fondamentali: che la fede è rapporto vivo con il Signore, che occorre tenere vivo il discernimento sulla realtà e che bisogna mettersi in gioco in prima persona per i poveri».
Padre Antonio, la basilica del Santo è uno dei luoghi di spiritualità più frequentati al mondo. Come vive questo nuovo incarico?
«Per me si tratta di una realtà molto nuova. Negli ultimi 15 anni ho vissuto del convento di Sant’Antonio dottore, poco distante dalla basilica, un luogo di formazione e di insegnamento dove vivono i nostri frati professi temporanei che si stanno preparando a pronunciare i voti definitivi. È in pratica il nostro seminario e io ne ero il rettore, prima di questo nuovo incarico che sto vivendo con fiducia e trepidazione, anche con un po’ di timore. Ma ci sono già molti frati che nella basilica lavorano da tempo con cui potrò collaborare».
Qual è l’importanza della devozione a un santo come Antonio e come si lega alla figura di san Francesco, di cui lunedì 4 celebreremo la festa?
«La devozione negli anni è certamente cambiata ma al di là delle forme direi che la devozione aiuta a recuperare un aspetto della fede che è il coinvolgimento affettivo e comunitario. Rispetto a san Francesco, vale quello che ho detto per Antonio, visto il legame originario tra i due. Ma se c’è una “intonazione” francescana da sottolineare per questi tempi credo sia quella della trasparenza e dell’onestà».
Torniamo alle “origini” del suo cammino vocazionale: che ruolo hanno avuto la sua parrocchia e la sua diocesi di origine?
«Ho incontrato i frati conventuali a 26 anni, nel tempio di San Lorenzo, dove è iniziato il mio cammino nell’ordine. Dal punto di vista del percorso di fede, posso dire di essere cresciuto in parrocchia, dove ho vissuto una partecipazione molto ordinaria. Quel tessuto di fede mantenuto da bravi parroci, catechisti e animatori, a distanza di anni, lo rileggo come un dono grande».
Un tessuto che, oggi, le parrocchie faticano a tenere insieme…
«È vero ed è difficile capire come mai, ma questo è il cammino di tutta la Chiesa italiana: capire come essere più autentica, più vicina alla gente, più capace di parlare alle persone di oggi».
A questo proposito, cosa si augura per il cammino sinodale che proprio la Chiesa italiana ha iniziato a intraprendere?
«Che sia davvero un cammino sinodale, di ascolto reciproco vero, e il fatto che in questo cammino si ascolti lo Spirito, anziché poche voci, è una garanzia in più: così si possono aprire strade nuove di discernimento, di collaborazione, di aiuto a chi soffre».
E rispetto al cammino sinodale intrapreso dalla Chiesa di Padova?
«Il cammino ci vede coinvolti come ordine francescano di Padova anche grazie all’invito del vescovo Claudio Cipolla che ha sollecitato la nostra partecipazione in quanto ci considera una delle pietre vive della Chiesa di Padova».
San Francesco, celebrazioni in basilica
Domenica 3 ottobre alle 21 si tiene, in basilica del Santo, la celebrazione del Transito di san Francesco. Lunedì 4, solennità del santo di Assisi, patrono d’Italia, la messa solonne delle 18 è presieduta da padre Roberto Brandinelli, dall’aprile scorso ministro provinciale della Provincia italiana di sant’Antonio di Padova (la messa sarà in diretta televisiva su Rete Veneta e in streaming sui canali social della basilica). Il ministro provinciale presiede anche la celebrazione eucaristica di sabato 2 alle 10.30 con il rito della professione solenne di fra Francesco Antonio Cosma, fra Roberto Gottardi e fra Luca Maria Ranocchini. Per informazioni: santantonio.org