Ordinazioni diaconali sabato 30 ottobre in Cattedrale. Germoglio prezioso per la Chiesa di Padova
Ordinazioni diaconali Sabato 30 ottobre in Cattedrale, e in diretta Youtube e televisiva, il vescovo Claudio ordina sei seminaristi del Maggiore e un giuseppino del Murialdo. Don Dianin: «Diventano diaconi nell’anno che ci prepara al Sinodo diocesano»
Questo sabato la Chiesa di Padova vive un momento particolarmente importante: l’ordinazione diaconale di sei seminaristi del Seminario maggiore di Padova e di un giovane in formazione presso la congregazione dei Giuseppini del Murialdo. La celebrazione si tiene in Cattedrale, a Padova, alle 16. «L’ordinazione di sei diaconi è un dono prezioso, un germoglio che riempie gli occhi e il cuore di speranza – sottolinea don Giampaolo Dianin, rettore del Seminario maggiore – Parlo di germoglio perché l’inverno vocazionale non è finito, come ci ricorda l’unico ingresso che abbiamo avuto quest’anno al Maggiore». Un germe che potrebbe essere portatore di buoni frutti, anche in relazione all’attuale emergenza sanitaria: «Nel tempo della pandemia il Signore, grazie a questa ricca ordinazione, ci dona dei “virus buoni”, portatori di vita e non di morte, di cui la nostra Chiesa ha bisogno per il proprio compito primario di annunciare il Vangelo». Oltre che nell’odierna situazione pandemica, l’ordinazione si inserisce anche in momento di importanza vitale per la nostra Diocesi: «Questi nostri fratelli diventano diaconi nell’anno che ci prepara al Sinodo diocesano e, a Dio piacendo, diventeranno preti nelle settimane della sua apertura. Il loro ministero inizierà dentro una Chiesa che sta cercando la volontà di Dio per questo tempo, e saranno in prima linea nel processo che il Sinodo aprirà. Credo sia una grazia e un’opportunità per loro. Il futuro ha anche il volto di questi fratelli che, ne sono certo, avranno la libertà interiore di partire proprio dalle indicazioni e dallo stile del Sinodo».
Ma in cosa consiste un’ordinazione diaconale? Cosa comporta concretamente l’essere diaconi? «Il diaconato è il ministero del servizio, in particolare alla Parola di Dio, che si esercita nell’annuncio, nella predicazione e nella catechesi» spiega Davide Ciucevich, 34 anni, originario della parrocchia di Roncaglia e che quest’anno presterà servizio nella parrocchia di Limena. Un servizio che ha come caratteristica principale l’amore, come ricorda Riccardo Benetti, 24 anni, originario della parrocchia di Tombelle, e in servizio nell’unità pastorale all’Arcella: «Diaconato è carità intesa come amore, amore che in quest’anno impareremo a esercitare in modo pieno anche nelle comunità che saremo chiamati a servire». Comunità che in questi anni di seminario sono state essenziali per la formazione, come sottolinea Alberto Pastorello, 23 anni, originario della parrocchia di Conselve, dove quest’anno si metterà a servizio: «In questi anni sono state fondamentali le esperienze che abbiamo avuto la possibilità di vivere nelle parrocchie in cui ogni fine settimana ci siamo spesi, e nelle quali abbiamo potuto conoscere e approfondire la vita ordinaria del prete diocesano». Come ogni vocazione, poi, anche il diaconato si fonda su alcuni pilastri fondamentali: «Una dimensione importante è quella della preghiera, quello spazio quotidiano e giornaliero, oppure prolungato come agli esercizi spirituali, in cui posso coltivare e far crescere il mio rapporto con il Signore» dice Dario Marchioretto, 40 anni, originario di San Giorgio di Perlena e quest’anno in servizio nella parrocchia di Zanè. Preghiera che è strettamente correlata alla dimensione dello studio teologico: «Lo studio per cinque anni della teologia – spiega Cristiano Vanin, 38 anni, originario della parrocchia di Conscio di Casale sul Sile e in servizio quest’anno a Madonna Pellegrina in Padova – ci forma a rendere ragione della nostra fede anche in rapporto alle sfide culturali di oggi, affinché il nostro stare nel mondo sia radicato nel Vangelo». E, infine, il diaconato si caratterizza anche per una dimensione ecclesiale: «Diventare diaconi non ci renderà dei battitori liberi, ma ci inserirà nella nostra Chiesa di Padova, e quindi in qualche modo diventeremo parte di una grande famiglia, composta dalle comunità, dagli altri diaconi e anche dai preti – sottolinea Fabio Spinello, 33 anni, originario della parrocchia di Pontelongo e in servizio quest’anno nell’unità pastorale di Piovene Rocchette – Diventeremo diaconi nell’anno in cui la nostra Diocesi inizia il percorso del Sinodo. Siamo emozionati, e guardiamo con attenzione a questo evento perché sappiamo che sarà importante per la storia e per il volto che la nostra Diocesi avrà nei prossimi anni». All’ordinazione diaconale è possibile partecipare solo su invito, a causa delle limitazioni imposte dalla pandemia di Covid-19. Viene trasmessa in streaming sul canale Youtube della Diocesi di Padova e su TV7 News, canale 87 per il Veneto e 86 per il Friuli Venezia Giulia.
Diacono anche un giuseppino del Murialdo
Insieme ai sei seminaristi viene ordinato diacono anche Giuseppe Carlomagno, dei giuseppini del Murialdo. Quarant’anni compiuti da poco, da meno di un mese si è trasferito a Thiene, al patronato San Gaetano, dove insegna religione alle scuole medie e segue giovani e animatori di Ac. Le sue origini sono lucane, dalla provincia di Potenza, ha vissuto diversi anni a Roma e poi ad Albano Laziale dove è stato insegnante di religione alle elementari e medie. «Il diaconato – sottolinea – è un valore, un dono, una grazia, che si aggiunge al mio percorso. Quando iniziamo il nostro cammino abbiamo in testa questo punto di arrivo, prima del sacerdozio. Una tappa che è una crescita globale della nostra persona. È il ministero del servizio, ciò che ognuno di noi già fa, che si concretizza ufficialmente»