Oggi ho imparato a volare. Caritas Padova finanzierà, con i fondi dell’8 per mille una trentina di tirocini lavorativi
Il lavoro per ritrovare fiducia. "Ci aspettiamo di toccare anche i sogni delle persone, perché possano arrivare a fare ciò che a loro piace"
Il lavoro per ricominciare, ritrovare fiducia, costruire le basi per un futuro. E per farlo centro e periferia lavorano insieme, ciascuno con le sue competenze. È questa la filosofia alla base del progetto della Caritas diocesana di Padova “Oggi ho imparato a volare”, sostenuto con i fondi dell’8 per mille alla Chiesa cattolica.
Ammontano a 60 mila euro le risorse a oggi impiegate che serviranno a finanziare una trentina di tirocini presso aziende, parrocchie ed enti abilitati. Il progetto metterà insieme mondi diversi: i volontari del Fondo di solidarietà, che ha impegnato la Chiesa di Padova negli anni successivi alla crisi finanziaria, i volontari dei centri d’ascolto vicariali della Caritas e Irecoop Veneto.
«I beneficiari – spiega Sara Ferrari della Caritas diocesana di Padova – saranno coinvolti in cinquecento ore di lavoro, remunerate sei euro all’ora, presso un ente autorizzato: l’importo sarà a carico di Caritas con i fondi dell’8 per mille, tranne una mensilità che sarà chiesta alla realtà datrice di lavoro, quale presa d’impegno anche economico».
Ciascuno avrà la sua funzione, in un gioco di squadra finalizzato a massimizzare gli effetti benefici del progetto. I centri d’ascolto vicariali, con le loro conoscenze dei territori della Diocesi di Padova, identificano i beneficiari, svolgono i primi colloqui e valutano che la persona sia in grado di sostenere un’esperienza lavorativa. Gli stessi centri d’ascolto individuano le aziende e gli enti sede del lavoro. A questo punto, mentre Irecoop Veneto si occuperà della parte burocratica e amministrativa, i volontari “tutor” – eredi dell’esperienza del Fondo di solidarietà – svolgeranno il ruolo di cerniera tra beneficiario e aziende, occupandosi soprattutto di verificare che il tirocinio stia andando per il verso giusto.
“Oggi ho imparato a volare” si inserisce in un cammino già intrapreso dalla Caritas padovana. «Già dal 2017 – aggiunge Daniela Crivellaro di Caritas Padova – abbiamo avviato i “Progetti Spa” per l’accompagnamento, nei quali i volontari dei centri d’ascolto provavano ad avviare percorsi personalizzati. È questa rete di relazioni che favorisce le persone anche nei momenti più critici». La Caritas diocesana dà una mano dove può, ma sempre in seconda fila, lasciando al territorio e alle sue risorse il ruolo da protagonista.
«Ci aspettiamo di toccare anche i sogni delle persone, perché possano arrivare a fare ciò che a loro piace – aggiunge Laura Toffanin di Irecoop Veneto – Per questo, siamo pronti a trovare i percorsi di formazione più adatti per loro, aiutandoli a lavorare sulle loro lacune e a conseguire eventuali patentini o certificazioni».
Anche il tutor Roberto Bonato condivide l’ottimismo: «Con il Fondo di solidarietà circa il 30 per cento dei tirocini aveva una qualche forma di continuità successiva anche all’esaurirsi della borsa lavoro. Ci auguriamo che con il nuovo progetto questa percentuale possa salire anche al 40-50 per cento». «Il nostro compito è gettare i semi perché le persone possano trovare un posto di lavoro continuativo» conclude Marcello Grandesso, volontario del centro d’ascolto vicariale Caritas di Dolo.
Una scelta solidale verso chi è in difficoltà
La campagna. Non è mai solo una firma. È di più, molto di più
“Non è mai solo una firma. È di più, molto di più”. Con questo slogan parte la nuova campagna di comunicazione 8 per mille della Conferenza episcopale Italiana, che mette in evidenza il significato profondo della firma: un semplice gesto che vale migliaia di opere.
La campagna, partita il 9 maggio, racconta come la Chiesa cattolica, grazie alle firme dei cittadini riesca a offrire aiuto, conforto e sostegno ai più fragili con il supporto di centinaia di volontari, sacerdoti, religiosi e religiose. Così un piatto di minestra, una coperta, uno sguardo diventano molto di più e si traducono in ascolto e carezze, in una mano che si tende verso un’altra mano, in una scelta coraggiosa di chi si mette quotidianamente nei panni degli altri.
«Chi firma è protagonista di un cambiamento, offre sostegno a chi è in difficoltà – afferma il responsabile del Servizio promozione della Cei Massimo Monzio Compagnoni – È autore di una scelta solidale, frutto di una decisione consapevole, da rinnovare ogni anno. Grazie alle firme di tanti cittadini la Chiesa cattolica ha potuto mettere a disposizione del Paese un aiuto declinato in moltissime forme».
Informazioni: www.8xmille.it
Firma sulla dichiarazione dei redditi
L’8 per mille non è una tassa in più, ma semplicemente la libera scelta di ogni contribuente di destinare una percentuale della quota totale Irpef allo Stato per scopi umanitari e sociali, o a confessioni religiose per scopi religiosi e caritativi. Con la firma per l’8 per mille alla Chiesa cattolica – sulla dichiarazione dei redditi – si può offrire formazione scolastica ai bambini, dare assistenza ad anziani e disabili, assicurare accoglienza ai più deboli, sostenere progetti di reinserimento lavorativo, e molto altro ancora. Grazie all’8 per mille, dal 1990 a oggi la Chiesa cattolica ha potuto realizzare migliaia di progetti, diffusi in modo capillare sul territorio, che si contraddistinguono per la forte rilevanza sociale, il sostegno all’occupazione, la tutela del patrimonio storicoculturale e artistico, la promozione dello sviluppo nei Paesi più poveri. In proporzione alle firme ricevute, la Chiesa cattolica utilizza i fondi 8 per mille ad essa destinati, come previsto dalla legge 222/85. L’8 per mille alla Chiesa cattolica non è una spesa, ma un costante investimento che ha una ricaduta positiva su tutta la comunità.