Nuovi orizzonti per la Carità. L'incontro dei diaconi permanenti e gli aspiranti diaconi della diocesi di Padova
Domenica 21 giugno è stata una data significativa per i diaconi permanenti e per gli aspiranti della nostra Diocesi, perché dopo l’interruzione di tutte le attività di formazione e di condivisione, dovuta all’emergenza Covid 19, è stato possibile ritrovarsi per alcune ore in seminario maggiore con la presenza del vescovo Claudio, che non ha voluto mancare all’appuntamento, donando a tutti una riflessione che ha aperto nuovi orizzonti al ministero diaconale.
Il vescovo si è infatti soffermato sul recente documento La carità nel tempo della fragilità, proposto alle comunità parrocchiali diocesane, evidenziando come in questo momento la Chiesa abbia un’opportunità senza precedenti per vivere la carità, intesa nel senso più ampio del termine.
Il periodo di sospensione forzata e generale in campo economico, sociale, ecclesiale, ha provocato una situazione paragonabile ad un terremoto che ha comportato inevitabili difficoltà ma ha anche consentito di scoprire realtà, risorse, prospettive inaspettate. Basti pensare all’angolo bello della nostra casa, che ha contribuito a riscoprire il Battesimo e i suoi innumerevoli doni, a partire dal contesto di vita familiare.
La povertà scaturita dalla crisi economica scatenata dalla pandemia, interpella le nostre comunità cristiane, chiamate a prendersi cura di coloro che vivono in questa situazione, non solo attraverso le strutture deputate all’aiuto concreto, ma prima ancora vivendo lo stile dell’amore di Dio, che si fa impegno per il fratello e la sorella in difficoltà.
La ripresa graduale dei contatti interpersonali ha portato ciascuno di noi a passare dalla prospettiva personale e familiare, rappresentata dall’angolo bello, alla dimensione definita dal vescovo il pane buono, in cui la comunità ha l’occasione di mostrare la propria capacità di accoglienza, di ascolto di tutte le povertà che si manifestano nella realtà locale e che richiedono uno spirito di grande attenzione e sensibilità. Di conseguenza, il consiglio pastorale svolge un ruolo fondamentale nel dare impulso ai singoli e ai gruppi parrocchiali per risvegliare quel movimento di carità che fa parte della natura dei battezzati e che in un secondo momento si traduce in interventi concreti (anche attraverso le strutture e gli organismi) per sostenere e accompagnare coloro che con fiducia si rivolgono alla comunità cristiana per confidare le loro povertà.
Il diacono, uomo ordinato per il servizio, è per sua natura pienamente coinvolto in questo movimento di carità che scaturisce dai sacramenti del Battesimo e dell’eucaristia. Il vescovo ha invitato i diaconi, in quanto suoi collaboratori nel ministero pastorale, ad essere sensibili nell’ascoltare i poveri in tutte le loro espressioni di disagio e di difficoltà, ad essere attenti con occhio vigile alle loro necessità che spesso non si manifestano in modo eclatante ma “come dei bisbigli”, a saper coinvolgere le diverse anime della comunità cristiana nella quale sono inviati a svolgere il loro ministero, tessendo relazioni attraverso gli innumerevoli rivoli nei quali può rivolgersi l’attenzione caritatevole.
Abbiamo vissuto intensamente, domenica 21, anche il conferimento del ministero del lettorato a Mario Marcon, in cammino di formazione. La comunità dei diaconi permanenti, inoltre, ha rivolto a don Remigio Brusadin, che lascia l’incarico di padre spirituale, tutto l’affetto e la riconoscenza per il proficuo e generoso ministero esercitato.
Siro Zavagnin, diacono permanente