Mure. Profughi ucraina. «Aprire le porte è la conversione a cui siamo chiamati oggi»

A Mure sono state accolte in canonica una mamma con due figlie che hanno dovuto lasciare l’Ucraina a causa della guerra. Tutta la comunità è coinvolta

Mure. Profughi ucraina. «Aprire le porte è la conversione a cui siamo chiamati oggi»

«Il Mercoledì delle Ceneri – racconta don Federico Fabris, parroco di Mure e Laverda, nel Vicentino – ho lanciato questa provocazione alla mia comunità: quale conversione dobbiamo pensare in questi tempi? Aprire le porte a chi non conosciamo». E così è stato: dopo aver infatti dato disponibilità di spazio in canonica, il parroco ha ricevuto la richiesta di poter accogliere delle persone provenienti dall’Ucraina. «Ero in viaggio di ritorno dalla Puglia – prosegue – e mi avevano detto che sarebbero arrivate da lì a qualche giorno. In realtà la sera stessa la comunità ha accolto una mamma di 46 anni con le due figlie di 16 e 22. Nel giro di 24 ore, per telefono, ho chiesto aiuto per la sistemazione delle camere, la spesa e le prime necessità». Una partenza, dalla periferia di Kiev, non improvvisa, perché, pur nella situazione drammatica del loro Paese, queste tre donne hanno potuto preparare e raccogliere le cose più care. Ad attenderle – a Mason, frazione di Colceresa – c’era la sorella della mamma. «Si è realizzato un piccolo sogno: una canonica aperta agli altri – continua don Fabris – In maniera insperata, il contesto di guerra che viviamo ha fatto diventare la canonica casa per altri».

Per dialogare si usa l’inglese, ma don Federico sta insegnando anche un po’ di italiano. «Al momento hanno un permesso di soggiorno per 90 giorni – continua il parroco – Non sappiamo quanto possa durare questa loro permanenza. La mamma è in contatto perenne con il marito che non si trova a Kiev, ma è riuscito a fuggire al confine con la Romania in attesa di un permesso per poter passare. Hanno saputo, e visto tramite foto, che alcune case di amici sono state bombardate. Una situazione davvero difficile. Appena arrivate qui gli sembrava impossibile sentire il silenzio». In canonica adesso ruotano alcuni volontari che fanno visita alle tre donne, portano beni di prima necessità o le accompagnano dalla sorella o a visite di controllo. Due volte al giorno, alle 8 di mattina e di sera, si ritrovano on line con altre persone dell’Ucraina per pregare insieme e la ragazza più grande segue alcune lezioni universitarie a distanza, mentre per la più piccola sono in attesa di capire se è prevista una frequenza nelle scuole italiane. «Penso che questa esperienza faccia crescere la comunità – conclude don Federico Fabris – Si vive appieno il Vangelo prendendosi cura delle persone. C’è coerenza alla Parola».

Ronchi sostiene in piccoli profughi del Minore

Ronchi di Casalserugo ha messo in campo una serie di iniziative a favore dei profughi ucraini accolti in Seminario minore. Dopo la raccolta di offerte del fine settimana scorso, in cambio di una piccola colomba dolce, domenica 3 aprile si terrà – organizzato da varie realtà del territorio, tra cui il circolo Noi San Martino – lo spettacolo “Magic talent show for peace” (alle 16 nel palazzetto polivalente).

Accoglienza in parrocchia: indicazioni

In un’ottica di coordinamento e collaborazione, le parrocchie che hanno disponibilità di spazi per l’accoglienza dei profughi ucraini sono invitati a segnalarlo alla Caritas diocesana. Verranno così messe in contatto con associazioni e cooperative, che già sono impegnate sul fronte dell’accoglienza. Al momento sono una decina, ma il quadro è in evoluzione, le parrocchie che hanno indicato la loro disponibilità.

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