Movimento studenti di Azione cattolica. Ci voleva un’invasione militare per svegliare l’Europa?

Sorpresa, tristezza, indignazione e solidarietà sono le emozioni che da varie settimane popolano gli animi di tutti e tutte noi, sconvolti dalle tragiche notizie che ogni giorno compaiono sulle prime pagine dei giornali, accompagnate da tremendi video e immagini nelle televisioni.

Movimento studenti di Azione cattolica. Ci voleva un’invasione militare per svegliare l’Europa?

Quello che sta accadendo sembra assurdo, ma ciò che stordisce maggiormente noi giovani è il fatto che, ancora nel 2022, stiamo assistendo a una guerra, sull’orlo di sfociare in un enorme conflitto: come se il secolo scorso non ci avesse insegnato quanto la violenza e l’aggressione non portino a nulla se non a un’«inutile strage», come papa Benedetto XV definì la Prima guerra mondiale (riprendendo il vescovo padovano Pellizzo). Fin da subito e in maniera repentina, l’Unione Europea ha accusato pesantemente la Russia, manifestando piena solidarietà nei confronti del popolo ucraino e della relativa nazione e mostrando quanto sia in grado di essere forte, quando il cosiddetto “metus hostilis” riesce a prevalere sulle discordie internazionali e sulle diverse posizioni ideologiche. Una domanda che sorge spontanea è: bisognava aspettare un’invasione di questa portata per riuscire a far rinvigorire la nostra unione? A quanto pare sì, e si spera che il conflitto russo-ucraino, oltre che a risolversi a favore della nazione invasa, contribuisca a mantenere saldi i rapporti tra gli stati membri per la conservazione di pace e fraternità.

Anche il nostro Paese si è rivelato unitario e accogliente verso le migliaia di profughi, in particolare donne e bambini, che giungono da noi con la speranza di poter tornare un giorno a casa loro, ma anche di ricostruire nel frattempo parte della loro vita usuale nel nostro territorio. Per questo sono state indette numerose raccolte di indumenti, cibo e
fondi, in particolare nelle parrocchie e nelle scuole, anche con lo scopo di rendere noi giovani consapevoli
che ci sono dei coetanei che da un giorno all’altro sono passati dal tenere in mano un libro a imbracciare una mitragliatrice. Molte volte non ci rendiamo conto di quanto poco scontate siano le nostre azioni quotidiane,
come ad esempio mangiare, studiare e dormire, su cui invece dovremmo riflettere con atteggiamento di gratitudine e rispetto. La via della diplomazia è lunga e tortuosa, costruita attraverso compromessi e rinunce, ma sappiamo che è la via giusta per avvicinarsi alla risoluzione e al superamento di questa nuova sfida, causata purtroppo da una mentalità aggressiva e nazionalista che nonostante il passare dei secoli non viene abbandonata.

Inutile strage

Così papa Benedetto XV definì la Prima guerra mondiale. Ma non ci ha insegnato nulla tutta la violenza del secolo scorso?

Irene Petrone

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