Monteortone. Ramazzina fa chiarezza sulle origini del santuario
Nuovo saggio di Enzo Ramazzina che fa luce su incongruenze storiche sulla vicenda delle apparizioni
Quali furono i primi storici che descrissero i fatti miracolosi di Monteortone del 1428? Che ruolo ricoprì nella diffusione del culto mariano il padovano Ludovico Buzzaccarini, generale dei Carraresi, valoroso ufficiale veneziano, decapitato con il figlio in piazza San Marco? Chi era fra Simone da Camerino, sepolto ai piedi del presbiterio di Monteortone? Domande a cui, come constata il parroco mons. Danilo Zanella, le pubblicazioni esistenti danno risposte reticenti e imprecise.
A colmare molte lacune arriva il volume del saggista Enzo Ramazzina Le origini del santuario di Monteortone (Vincenzo Grasso, pp 276, euro 24,00) che inizia delineando le imprecisioni di guide e opuscoli turistici. Per risolvere o almeno capire le origini delle discrepanze, Ramazzina, come sottolinea in prefazione don Giulio Osto, docente della Facoltà teologica del Triveneto, «risale alle fonti», in particolare alla cinquecentesca Historiae de urbis patavii antiquitate di Bernardino Scardeone e soprattutto alla seicentesca Historia della Beata Vergine di Monte Ortone di Giacomo Filippo Tomasino.
Pregio dell’autore è la chiarezza con cui spiega quanto si sa della vicenda storica, trascrivendo e traducendo testi antichi, vergati in latino o in un italiano ampolloso e ridondante, simile a quello ricreato dal Manzoni nell’incipit dei Promessi sposi. Si capiscono così le oscillazioni del nome del veggente, Pietro Falco o Falzonio, le incertezze sul suo stato sociale, contadino o soldato, e via via si coglie il senso dell’ampio movimento devozionale che coinvolse tanti fedeli in quella Padova quattrocentesca afflitta da guerre e pestilenze.
Al legame di Monteortone con gli Agostiniani risale la figura di fra Simone da Camerino, efficace predicatore, stimato dai veneziani e anche dal duca Francesco Sforza, al punto d’essere artefice della pace di Lodi del 1453. Il religioso, ingiustamente dimenticato dagli aponensi, volle fare di Monteortone il polo di una nuova congregazione di Agostiniani predicatori, che raccogliesse anche Santa Maria in Campo Santo di Cittadella, Santa Maria di Murano e San Cristoforo sull’isola veneziana di San Michele. Prima di declinare con la morte del fondatore, il 12 marzo 1478.