Montegrotto, Mezzavia e Turri. Campiscuola per tutti. Residenziali, di carità, in cammino... Si cresce
Il progetto “Ingredienti di crescita”, scritto nel 2017 insieme a tutte le persone che operano, a vario titolo, nella vita della comunità, ha stabilito un percorso che prevede diverse esperienze formative nel corso di cinque anni e che coinvolge le tre parrocchie di Montegrotto, Mezzavia e Turri. Da qui la proposta di cinque campiscuola estivi distinti per età e tipologia.
«In questo 2021 – racconta don Sebastiano Bertin – gli adolescenti di prima superiore saranno coinvolti in un campo residenziale a Lamen dal 25 al 30 luglio. Tratteranno il tema del gruppo, un argomento che riflette il bisogno dei più giovani di camminare insieme agli amici e di condividere esperienze con loro. Stesso tema e stesse date per il campo dei ragazzi delle medie a Forno di Zoldo. La seconda superiore affronterà un campo misto dal 19 al 26 luglio coinvolgendo soltanto le parrocchie di Montegrotto e Mezzavia. Dopo alcuni giorni di campo “sedentario”, il gruppo intraprenderà il cammino da Gubbio ad Assisi sulle orme di san Francesco e di santa Chiara, per riflettere sul senso della propria identità in costruzione e sulla formazione dell’identità cristiana alla quale sono chiamati. Alla fine del campo, il gruppo si attribuirà un nome che lo identificherà anche negli anni successivi».
Il piccolo gruppo di Turri ha scelto invece un campo stabile a Lamen, che si svolgerà parallelamente a quello di prima superiore.
La terza e la quarta superiore vivranno un campo di carità rispettivamente dall’1 al 4 agosto a Riva del Garda e dal 16 al 22 agosto a Udine. I ragazzi di terza faranno un’esperienza di volontariato in una casa per persone con disabilità, mentre quelli di quarta saranno al servizio della Caritas diocesana per prestare aiuto ai più deboli. La destinazione dei ragazzi di quinta sarà Roma, al termine di un cammino vocazionale lungo la via Francigena.
Commentata via Zoom la lettera del vescovo
«È bello ritrovarsi dopo un periodo difficile – sottolinea don Sebastiano Bertin, vicario parrocchiale – e vedere le nostre parrocchie riprendere la vita di un tempo, ma lo è ancora di più constatare come, anche nei momenti peggiori del lockdown, i nostri gruppi siano riusciti a rimanere in contatto via Zoom e a mantenere la propria identità. In questa circostanza abbiamo letto e commentato insieme la lettera del vescovo “Come miniera inesauribile”. Le risposte erano molto variegate, espressione di età e di interessi diversi, ma anche di esigenze alle quali vogliamo dare una risposta».