Lusiana e Santa Caterina. Una “prima messa” dopo 37 anni. Le due comunità si sono strette intorno a padre Jonny Morello Bressan
Erano tanti – sabato 12 settembre a Lusiana – a chiedersi «chi si festeggia?», mentre i volontari si affrettavano ad addobbare la piazza, la facciata della chiesa con fiochi, nastri, festoni colorati.
Da ben 37 anni a Lusiana non si celebrava una “prima messa”. Lo straordinario evento, nonostante le restrizioni anti Covid, non ha frenato entusiasmi e preparativi predisposti con la colllaborazione della vicina parrocchia di Santa Caterina per accogliere padre Jonny Morello Bressan, consacrato sacerdote la settimana precedente per l’imposizione delle mani da parte del vescovo di Nola, alle porte di Napoli.
La vocazione di Jonny è maturata dopo un percorso variegato, passando attraverso esperienze lavorative nei primi anni della giovinezza e legami affettivi fino a discernere per mezzo dell’aiuto di amici sacerdoti.
Hanno voluto festeggiarlo le due comunità di Lusiana e Santa Caterina unite insieme nella gioia. Di entrambe egli si sente parte come anche della famiglia religiosa dei padri missionari della Divina Redenzione, istituto fondato dal sacerdote napoletano padre Arturo D’Onofrio con due obiettivi specifici: offrire un contributo all’opera missionaria della Chiesa; prendersi cura dei ragazzi del suo tempo senza casa, senza famiglia, senza istruzione, in una parola “ragazzi di strada”.
Le due comunità hanno donato al novello sacerdote una casula con l’augurio di avvicinare Dio all’uomo e suscitare nell’uomo la nostalgia di Dio, il desiderio di incontrarlo. È l’auspicio di riprodurre i tratti del “divino viandante” che mediante l’opera del sacerdote ancor oggi riscalda il cuore della gente, si ferma con loro quando temono la notte, sa intrattenersi con le illusioni e le delusioni di ognuno, sollecito di toccare e ricomporre le ferite altrui.