Lo sguardo su di Lui. Il racconto della Veglia dei giovani dell'11 dicembre
Veglia dei giovani. In 1.500 hanno vissuto, l’11 dicembre, la quinta edizione dell'appuntamento che quest’anno si è concentrato sulla preghiera di intercessione. Ecco alcune restituzioni dei partecipanti
Insistenza, desiderio e.... Sono queste le parole con cui Davide Carraro, dell’up di Piove di Sacco, racconta “l’effetto” che ha avuto su di lui la veglia dei giovani agli Eremitani. «Le parole del vescovo Claudio mi hanno fatto capire come Gesù non si limita a “bussare alla nostra porta” solo una volta, così io nella mia vita voglio essere insistente nel bene. Ho desiderato, poi, che la forza trasmessa a me dal clima di serenità della veglia potesse essere ciò che si vive a scuola e in famiglia». E... che altro? «Vedere così tanti giovani come me in una chiesa, in una serata fredda in cui il divano sarebbe stato molto più comodo del pavimento degli Eremitani, mi ha fatto capire come sia vera la fede dei presenti. Così io vorrei vero nei vari ambiti della mia vita».
“Doni” da portare a casa
«A riaccendere in me il desiderio di prossimità, vicinanza e tenerezza è l’immagine delle mani dei giovani che portano una fragile luce intorno a Gesù durante la veglia – racconta suor Carmen, giovane religiosa delle Francescane dei poveri – Da quel gesto raccolgo un invito: “Abita la terra di mezzo...”, terra tra Dio e le sorelle e i fratelli, luogo prezioso e scomodo, che mi porta fuori da me, terra da cui inter-cedere. Il tutto gustando la bellezza di sentirmi parte di una Casa più grande, da avere a cuore e da cui lasciarmi portare. Questa è la via che il Signore mi indica per vivere la mia consacrazione a lui a servizio della vita».
Il vescovo ha detto...
«Don Claudio ha esplicitato un pensiero che ogni tanto torna: “A volte ti sembra che Dio ti chieda molto, troppo. Ma non è che tu sia al mondo proprio per quel troppo?”. A volte mi sembra che la vita presenti molte possibilità, alcune più reali, altre solo intuite, ma tutte belle. Anzi, sembra che ci sia sempre qualcosa di più bello che potrei fare. Per scegliere una strada, la mia, quella che Dio vuole percorrere con me, dovrei rinunciare ad altre opzioni, e a volte mi sembra “troppo”. Chiedo allora, nella preghiera, di non tardare a comprendere che ciò che c’è in serbo per me, scegliendo l’Amore ,non è un atto di rinuncia, ma anzi di fiducia in una pienezza più vera».
Della testimonianza mi ha colpito...
«Mi ha trasmesso – spiega Andrea Carraro di Campagnola – il valore e la responsabilità di sentirsi padri, il dovere di aiutare ed esserci per la propria famiglia e il coraggio di essere testimone grazie alla forza che Dio gli ha concesso e che lui ha saputo cercare. Mi ha fatto capire che il Signore vuole essere presente nella nostra vita e nelle prove per farci diventare suoi strumenti. Dobbiamo però fare un passo verso di lui...».
Che dire della preghiera di intercessione, “cuore” della veglia?
«Per me era un po’ una sconosciuta – racconta Gloria Tonazzo di Campodarsego – Sarà che le figure dei santi tra noi giovani sono poco sentite, sarà che stiamo ancora andando a “scuola di preghiera”... Forse quello che più si avvicina alla preghiera di intercessione, e che sono solita fare, è pensare ai miei nonni e sentire ancora calda la loro presenza delicata. Però mi piace l’idea di poter fare un passo in più: imparare ad affidarmi a loro, chiedere che anche loro, insieme a Dio, mi aiutino a seguire la strada pensata per me». «È un mezzo molto potente – evidenzia Davide Sandrin, anche lui di Campodarsego – Credo sia uno dei più bei regali “religiosi” che si possa fare a una persona».
C’è un komboskini da donare...
Alla fine della veglia i giovani hanno ricevuto un kit per realizzare un komboskini – una “corda di preghiera” – da donare a Natale a una persona cara, con l’impegno di pregare per lei mentre lo realizza. «È stato come se il Signore avesse posto tra le mie braccia la persona a cui pensavo di fare questo dono – racconta Viviana Din di Valdobbiadene – Accogliendola, ho deciso che pregare per lei avrebbe voluto dire “annodarla” a ciò che la fa stare bene e sentire viva».
Tornati a casa... che si fa?
«Durante il momento di adorazione, seduto nella parte centrale della chiesa, ho voluto cogliere come gli altri giovani guardavano al Santissimo – spiega Federico Engaldini di Chiesanuova – Cercavo qualche spunto per spiegare ai miei giovanissimi come avere uno sguardo nuovo verso Dio. È stato commuovente, c’era in ognuno uno sguardo pieno, ricco di desideri, pensieri, fatiche, stanchezze. Quegli sguardi mi hanno fatto dire: Signore so che finché c’è quello sguardo il mondo è salvo! Ma... nella vita di tutti i giorni quello sguardo dove è nascosto? Sanno di averlo quello sguardo? Io so avere lo stesso sguardo? E io durante le mie giornate riesco a guardare le cose e le persone nello stesso modo con cui sto guardando ora? È stato bello accorgersi che in un mondo che punta all’odio ero circondato da giovani che puntano tutto sull’Amore.
Primi passi nella preghiera: una guida
È andato a ruba, nella sera della veglia, il volumetto di don Paolo Zaramella, A tu per tu. Primi passi nella preghiera (Gregoriana libreria editrice). Vengono proposti dieci passi per imparare a pregare. Presentazione del vescovo Claudio.
Seminario minore: preghiera per le vocazioni
Giovedì 9 gennaio, dalle 21 alle 22.30, torna la preghiera per le vocazioni in seminario minore a Rubano. È un momento di adorazione eucaristia dedicato alle vocazioni. Info: don Alberto Sonda 339-8856541 e tesonda@gmail.com
Azione cattolica: laboratori per gli educatori
Sabato 11 gennaio, dalle 15 alle 18.30 in seminario minore, si tengono i Laboratori per educatori Acr, giovanissimi e giovani (che compiono 18 anni entro il 31 dicembre 2019). I partecipanti possono scegliere tra numerose proposte. Info: acpadova.it