Il futuro è giovane. E fa ben sperare
Le cerimonie di premiazione della 44esima edizione del Premio della Bontà. La giuria, presieduta da P. Andrea Vaona, OFM Conv. Cappellano dell’Arciconfraternita, ha selezionato gli elaborati più significativi. Il tema di quest'anno è stato ispirato dalle parole di Papa Francesco ai giovani.
È papa Francesco che ha ispirato il tema della 44a edizione del Premio nazionale della Bontà promosso dall’Arciconfraternita di sant’Antonio. Ai giovani scrive che «un mondo migliore si costruisce anche grazie a voi, alla vostra voglia di cambiamento e alla vostra generosità. Non abbiate paura di ascoltare lo Spirito che vi suggerisce scelte coraggiose…». E proprio da questo invito nasce il tema che chiedeva agli alunni delle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado di raccontare prospettive per il futuro, impegni, crescita personale al servizio della comunità.
Una traccia che mantiene, dal 1975, l’obiettivo di dimostrare quanto di “buono” vi sia nei giovani di ogni generazione. Quest’anno poi la premiazione si inserisce nel cuore del Giugno antoniano. «Un tema complesso – spiega Leonardo Di Ascenzo, priore dell’arciconfraternita – ma molto ricco e con più sfaccettature. L’intento è far riflettere i giovani e i loro educatori su un tema religioso che ha un'importante valenza sociale e che rende un cristiano completo. L'aver posto l’accento sui giovani colloca il premio in piena sintonia con il cammino della Chiesa e con gli insegnamenti di papa Francesco. Le proposte giunte sono molto interessanti e dimostrano che ci sono giovani che già si impegnano per un’idea e cercano l’aiuto dell’adulto per metterla in pratica. Quando nacque il premio, in un momento storico difficile, si voleva far emergere i germi buoni dei giovani per la crescita sociale e civile. Ancora oggi ci riusciamo».
Tra i partecipanti c’è chi desidera fondare un'associazione di piccoli trasporti per raccogliere cibo in esubero da portare ai più poveri; una giovane conduttrice radiofonica che dall’ospedale Gaslini di Genova vuol far sorridere i bambini ammalati; chi vuole diventare reporter per testimoniare lo sfruttamento e la povertà di molti popoli; o chi desidera diventare psicologo per aiutare i bambini adottati come lui. C’è anche una raccolta firme per riqualificare il viale della propria città e una ragazzina affetta da una malattia della pelle che desidera diventare medico per aiutare chi ne soffre e fare sempre più ricerca.
«L'incontro con i giovani – conclude il priore – ci riempie di soddisfazione e ci dimostra come il messaggio cristiano sia ancora vivo. Il premio è un’attività di apostolato verso i giovani ed è bello vedere ragazzi impegnati e motivati, ma anche insegnanti, che propongono attività che vanno oltre il loro ambito. Il tema di quest’anno ha permesso di mettere in luce anche altri valori importanti: amicizia, dono di sé gratuito, economia etica... Ogni anno si apre una finestra inattesa su un mondo fatto di persone buone e su ragazzi che guardano al futuro con speranza ed entusiasmo. I buoni esempi premiati sono sempre stati fecondi nell’instillare nei più giovani solidarietà e vicinanza al prossimo, valori che sono eredità dell'insegnamento evangelico di sant’Antonio».