Giornata mondiale del malato. Seminare speranza anche nella malattia
«Il mio vivere ormai da otto anni vicino a persone fragili e deboli e accompagnandole molto spesso all’ultimo passo della vita, mi ha fatto scoprire una vocazione che credevo di non avere. Avevo paura del male e dei malati, ma quando il Signore mi ha catapultato qui dentro ho scoperto come è bello vivere un servizio sacerdotale, un apostolato con queste anime».
Sono le parole di don Vittorio Gobbin, cappellano all’Opera Immacolata Concezione alla Mandria. «Ogni giorno celebro per loro e con loro – continua – e sempre mi offrono la loro preghiera, c’è uno scambio e una comunione di spirito molto bella». All’Oic la celebrazione della Giornata del malato cerca sempre di avere una connotazione ben precisa: quest’anno è dedicata alla vita. Insieme infatti al Centro aiuto alla vita di Abano Terme, con il quale c’è un sodalizio da diversi anni, ci sarà una preghiera congiunta. «Preghiamo per i malati – spiega don Gobbin – e vogliamo sottolineare quanto valida sia la vita soprattutto quando sembra che le energie e le forze ci abbandonino un poco. Con i volontari del Centro aiuto alla vita, le mamme e i bambini cercheremo di proporre una giornata intensa facendo passare il messaggio che seppur nella malattia gli anziani sono vivi davanti al Signore per pregare, per chiedere. Vanno incoraggiati a sentirsi utili. Spesso dico loro che la vita è preziosa e che loro sono colonna per il Regno di Dio, per la salvezza delle anime».
È soprattutto la solitudine la sofferenza maggiore per gli anziani che va a incrementare una malattia già presente, una solitudine che ha bisogno di essere sostenuta, chiede una parola, un conforto. «È un messaggio molto chiaro quello che ci lascia papa Francesco – conclude don Gobbin – porsi accanto al malato per me significa cercare di dare importanza al sacramento della riconciliazione, in particolare cerco di sottolineare che la misericordia di Dio è gioia, è pace e quindi questa misericordia deve dare entusiasmo, deve far credere, vivere, sperare. Nella misericordia bisogna suscitare la speranza. Anche nella malattia dare sempre un messaggio di positività perché per queste creature bisogna seminare la speranza».
Il ricordo del papa per i malati di Covid
Il papa ricorda anche i malati di Covid ricoverati nelle terapie intensive e scrive: «Quando una persona sperimenta nella propria carne fragilità e sofferenza a causa della malattia, anche il suo cuore si appesantisce, la paura cresce, gli interrogativi si moltiplicano, la domanda di senso per tutto quello che succede si fa più urgente».