Giornata della vita consacrata. Testimoni che incendiano il mondo
Quanti “colori”, sabato scorso, nella chiesa dell’Opsa. Sono i “colori” dei numerosi consacrati della nostra Diocesi, che si sono ritrovati per celebrare – insieme al vescovo Claudio – la Giornata mondiale della vita consacrata
«Una suora, trasferita da poco nella nostra città, dopo l’eucaristia mi ha detto: “Mi sono sentita dentro la Diocesi di Padova” – racconta suor Donatella Lessio, elisabettina, segretaria diocesana Usmi (unione superiore maggiori d’Italia) – Mi ha riempito il cuore, perché quel senso di appartenenza, da lei percepito, l’ho vissuto pure io e sono convinta anche altri, molti altri... perché sabato è stata sì la Festa della vita consacrata, ma soprattutto la celebrazione dell’unità nella diversità, quella proclamata da san Paolo. Tanti carismi, attorno all’altare-vittima-sacerdote, centro propulsore della nostra consacrazione, tante latitudini, età, ministeri a celebrare non una memoria o una festa da calendario, ma la ricchezza e la testimonianza di una vita donata a Dio, amato come sommo bene – “Tu sei tutta la mia ricchezza a sufficienza” come pregava san Francesco – e di una vita spesa, nella gioia, per i tanti fratelli “dei centri e delle periferie”. Tutti attorno a don Claudio, pastore della Chiesa di Padova che, con semplicità e fermezza ci ha esortati a un amore totalizzante e responsabile per una fedeltà al nostro sì, così da essere testimonianza esplosiva che potrebbe-dovrebbe “incendiare il mondo tutto”».
Quest’anno è stata prontamente accolta la proposta di celebrare la Giornata della vita consacrata all’Opsa. «Sono entrato in questa casa – racconta fra Fabio Maria Spiller, minore, segretario diocesano Cism (conferenza italiana superiori maggiori) – con grande emozione, immaginando il desiderio che la grande figura di sant’Antonio di Padova non fosse solo legata alla devozione, ma che potesse essere aiuto concreto a chi vivrebbe ancor peggio la propria difficile condizione fisica, senza amore gratuito e incondizionato. Per tutti, questa casa è la Provvidenza, e in questa parola legata a Dio che provvede, ci sono le varie forme di vita consacrata. Tante forme, tanti modi di vivere, fantasia di abiti, tutti che comunicano il desiderio dell’assoluto di Dio. I consacrati, sabato mattina, si sono presentati nel grande pensiero di un Dio che pensa e provvede alla sua Chiesa nelle svariate forme di consacrazione. La prima forma di apostolato della vita consacrata è la testimonianza. Sabato scorso abbiamo chiesto rinnovato vigore perché questa testimonianza sia più vicina alla persona del Signore Gesù».
Il colorato mosaico del Cristo risorto, che sovrasta l’altare e sembra abbracciare tutti, è la prima cosa che si nota entrando nella chiesa dell’Opsa, «ed è in questo abbraccio e per questo abbraccio, che ognuno vive in modo del tutto personale e che ha segnato indelebilmente le nostre vite, che sentiamo il bisogno di incontrarci per dar lode a chi ci ha dato tanta fiducia e colmato di senso la vita – sottolinea Vania Rampone, coordinatrice diocesana Ciis (conferenza italiana istituti secolari) – Ogni festa della Presentazione al tempio di Gesù è occasione per allargare lo sguardo e godere della varietà di doni che vive e opera nella Chiesa attraverso la vita consacrata. Ci siamo sentiti invitati a spostare i nostri confini ristretti e rinvigorire il comune bisogno e desiderio di riscoprire il battesimo che tutti ci unisce e, facendo nostra la constatazione che il vescovo Claudio fa nella sua coraggiosa omelia, possiamo dire: “Ci piace stare con tutto il popolo di Dio, affrontando con speranza l’inestimabile dono della vita con le sue sfide, invocando la misericordia del Signore e la forza del suo Spirito”»