Gioia e dignità della vita. La Quaresima al Santo propone cinque dialoghi nei cinque martedì di marzo
La Quaresima 2020 alla Basilica del Santo è pronta a partire il 3 marzo per il primo dei cinque martedì in cui ospiti con profili differenti, ma esperienze tutte di grande spessore, sviscereranno da prospettive complementari il tema scelto: “Gioia, speranza e dignità della vita”.
Ad aprire il ciclo di incontri – programmati per le 20.45 a ingresso libero nella sala dello Studio teologico – sarà il medico e direttore di Medici con l’Africa Cuamm don Dante Carraro che dialogherà con Rita Polo, anche lei medico con l’Africa, su “Sei mio fratello! Condivisione e solidarietà”. Durante la serata emergerà «l’ostinata dedizione con cui i nostri – sono parole di don Dante – tessono tenacemente la tela di un futuro più degno».
Martedì 10, su “Gioia di vivere e vivere con gioia” interverrà padre Andrea Vaona, minore conventuale, in una conversazione con la docente e bioeticista Veronica Zanni, mentre Elena Spada porterà testimonianza dal movimento Nuovi Orizzonti, fondato a Roma da Chiara Amirante.
Sette giorni dopo, una nuova conversazione si soffermerà sui temi della “Sofferenza e della cura”. Ad animarla arriva al santo Gianluca Alati, medico anestesista-rianimatore e terapista del dolore, le cui parole si intrecceranno con quelle del bioeticista Elia Ertegi.
Nel quarto incontro, quello di martedì 24 marzo, il tema centrale sarà “Gioia e dolore/Vivere e morire: alla ricerca di un senso” con la presenza dell’ingegnere Ubaldo Camilotti del Movimento per la vita, impegnato in una conversazione con Costantino Matteo Fabris, avvocato e docente alla facoltà di giurisprudenza dell’università Roma Tre. A concludere l’itinerario una serata dedicata ai giovani, che saranno chiamati a conversare con don Giorgio Ronzoni, parroco di Santa Sofia, su “Incidenti di percorso: nella vita si cambia”: emergerà tutta la carica umana di don Giorgio che condividerà la sua esperienza di prete con disabilità dopo il terribile incidente stradale che, appunto, ha cambiato radicalmente la sua vita.
Nel frattempo, dopo la Festa della lingua di domenica 16 febbraio, per la basilica antoniana è tempo di stilare il bilancio dei pellegrini che durante il 2019 hanno raggiunto il luogo della sepoltura del frate portoghese, per un grazie, un’intercessione, un ex voto. Nel corso dell’anno i fedeli sono giunti a Padova da 75 Paesi, Polonia in primis, ma anche Nuova Zelanda, Islanda, Honduras e Malesia, fino a Singapore. Crescono principalmente i pellegrini italiani: nella cappella delle reliquie sono transitate in tutto 1 milione e 236 mila persone, oltre 20 mila in più rispetto al 2018. Più di 5.600 i gruppi organizzati, 1.439 dei quali italiani. Numeri da cui sono esclusi i turisti autonomi o organizzati, stimati in 3 milioni l’anno.