Fondo di solidarietà. Lavoro per 150 migranti per garantire loro la permanenza legale in Italia
È cominciato ufficialmente il 12 gennaio l’intervento straordinario per l’integrazione lavorativa dei migranti con permesso di soggiorno, nell’ambito del Fondo di solidarietà attivo nel territorio da dieci anni.
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Gli enti promotori del Fondo – Fondazione Cariparo, Diocesi di Padova, Comune di Padova, Veneto lavoro e Camera di Commercio di Padova – hanno definito un’iniziativa con Confcooperative Veneto e Legacoop Veneto per attivare percorsi di inserimento lavorativo e sociale di 150 migranti ai quali è stato riconosciuto lo status di protezione umanitaria dall’apposita commissione ministeriale e che, in mancanza di un lavoro, non possono rinnovare né convertire il loro permesso di soggiorno in virtù dei recenti decreti sicurezza.
«Siamo partiti – racconta l’avvocato Marco Ferrero della Fondazione Cariparo – dall’esigenza di dare continuità alla regolarità amministrativa di quelle persone a cui era già stato riconosciuto lo status di protezione. Abbiamo allargato l’intesa strategica, già presente per il Fondo di solidarietà, al mondo delle cooperative, soggetti competenti e in grado di reperire opportunità lavorative».
«Gli effetti dei decreti Salvini – prosegue Tiziana Boggian di Confcooperative – avrebbero impattato sui territori e sulle comunità. Tante persone, uscendo dai percorsi di accoglienza, si sarebbero trovate senza casa, senza lavoro e senza possibilità di apprendere la lingua, esposte dunque, per sopravvivere, alle tentazioni dell’illegalità». Nei mesi, in risposta all’appello di prefettura e questura, le istituzioni hanno definito modalità precise. I candidati, in particolare, devono avere un certificato che attesti la conoscenza della lingua italiana, altrimenti vengono sottoposti a un esame. Dopo la validazione dei documenti da parte della questura, avviene l’incontro tra la domanda e l’offerta lavorativa grazie all’azione di alcune cooperative: «Non si tratta di creare vie privilegiate, ma di aiutare anche le imprese a trovare candidati con competenze non semplici da reperire nel nostro territorio».
Nel progetto c’è anche l’individuazione di posti letto per queste persone che di fatto si erano trovate in mezzo a una strada. Al momento attuale già 50 le richieste, delle quali una ventina già finalizzate. «Questa operazione – conclude Ferrero – ci ha fornito elementi utili per capire come sarà nel futuro il Fondo di Solidarietà, il quale, dopo dieci anni, si appresta a essere completamente rinnovato».