Doposcuola a Madonna Pellegrina. Scuola, famiglie e volontari in rete per i bambini
Dai dati alle storie: l'esperienza del doposcuola "Malala" di Madonna Pellegrina. "Siamo consapevoli che questa esperienza vada custodita con estrema cura perché nessuno si perda per strada, e per questo serve la stessa intenzionalità, un approccio condiviso e contestuale che vada alla parrocchia alla Caritas diocesana fino alla scuola e agli enti locali"
I dati numerici dei report non sono che la sintesi, a volte un po’ fredda, di storie, volti, impegno di tante persone: tra queste le volontarie e i volontari della Caritas della parrocchia di Madonna Pellegrina.
Il doposcuola “Malala” di Madonna Pellegrina, intitolato alla giovanissima premio Nobel per la pace per la sua testimonianza sul valore dell’educazione delle ragazze, è nato nel 2016 come estensione dell’impegno dei volontari Caritas per la promozione dei diritti delle persone in difficoltà.
«Oltre al cibo, ai vestiti, al posto per dormire – spiega Mariassunta Nichisolo a nome dei volontari Caritas – ci sono certamente i diritti all’educazione e all’istruzione. Questo impegno si è collocato in un terreno fertile, perché già altre parrocchie del territorio avevano scelto di impegnarsi in questa direzione. Anche l’istituto comprensivo di cui fanno parte le scuole che i ragazzi frequentano ha dichiarato quanto vi sia la necessità che alcuni alunni possano essere accompagnati nel percorso di apprendimento, fino al punto di individuare dei docenti che curino il raccordo tra ragazzi, famiglie e doposcuola». Una sinergia feconda che genera frutti.
Il doposcuola è aperto il mercoledì e il venerdì dalle 16.30 alle 18.30: è la scuola che sceglie chi mandare. I ragazzi iscritti sono ventiquattro, dalla prima primaria (la vecchia elementare) alla terza secondaria inferiore (la vecchia scuola media). Scolari e studenti lavorano a gruppetti da due a quattro insieme a un volontario sullo stesso tavolo.
I volontari del doposcuola “Malala” sono quindici in totale: otto sono presenti due pomeriggi ogni settimana, sette invece una volta. Tra di loro ci sono insegnanti in pensione e ancora in ruolo, studenti delle superiori o dell’università ma anche tecnici, infermieri e logopedisti, il cui scopo è migliorare la relazione con gli studenti, accogliendoli e valorizzando il loro impegno al di là delle difficoltà, insegnare un metodo di apprendimento e di svolgimento dei compiti, ma anche la cura delle pause che spezzano i pomeriggi e aiutano a tenere alta l’attenzione. «Si tratta di intenzioni educative che nel tempo abbiamo condiviso e attuato a partire dalle domande che ci arrivavano dagli studenti».
Lo studio infatti, da solo, non basta. «Con i genitori abbiamo strutturato alcuni momenti di convivialità. Tra gli studenti che collaborano al doposcuola vi sono ragazzi di Ac e scout: un intervento a latere del doposcuola del mercoledì, dalle 18.30 alle 19.30, è animato dagli scout, un laboratorio a cui i ragazzi partecipano per fasce d’età e che comprende giochi da tavolo, pittura, modellismo, origami…».
«Questa esperienza – concludono i volontari del doposcuola “Malala” – è significativa e stimolante per ciascuno di noi. Siamo consapevoli che va custodita con estrema cura perché nessuno si perda per strada, e per questo serve la stessa intenzionalità, un approccio condiviso e contestuale che vada dalla parrocchia alla Caritas diocesana, fino alla scuola e agli enti locali».