Don Loris Bizzotto. Ci metto la faccia, con tutto me stesso
C’è attesa, tanta attesa, nelle parole e nello sguardo di don Loris Bizzotto. A pochi giorni dall’imposizione delle mani da parte del vescovo Claudio, che lo rende prete diocesano, ci dice, «c’è emozione nell’aria. Ci sono emozione e trepidazione nel cuore. Ma in particolare, appunto, c’è attesa. Di qualcosa di più grande di me. Qualcosa che non conosco. In questo tempo tanti sono gli sguardi che mi accompagnano e tanto mi parla di Dio, davvero una bella sensazione».
Con i suoi 39 anni, don Loris è il più “esperto” del gruppo. Il cammino, visto da questo punto alla vigilia dell’ordinazione, ha un aspetto nuovo, differente. «Rileggere oggi il passato è fondamentale – continua – È prezioso anzitutto perché tante pagine della mia storia stanno trovando in quest’ultimo periodo, nell’esperienza pastorale e nella Segreteria del Sinodo, un filo rosso che collega ogni faccia, ogni sfaccettatura, ogni sfumatura».
I tasselli vanno a comporsi quindi. Ma il cammino per arrivare qui non è sempre stato facile. «Penso in particolare a quando dallo smarrimento sono passato alla consapevolezza – continua il prete novello di Peraga di Vigonza – Entrare in seminario dopo l’università e un precedente lavoro rappresenta un passaggio di vita tutt’altro che semplice. Essere turbato, dubitare di quello che hai fatto e della vita che stavi facendo interroga nel profondo. Decidere di entrare in Seminario e dare un senso nuovo alla vita, che pure aveva significato, ti lascia inizialmente l’amaro in bocca. La dolcezza è arrivata quando ho iniziato a capire che era il Signore che guidava la mia vita e mi sono affidato a Lui. Il bello è venuto quando mi sono reso conto di essere nelle mani del Signore e che solo Lui devo cercare ascoltare. Ricordo quando sentivo il Signore che mi diceva “guarda che c’è altro oltre le tue giornate, c’è altro da fare nella vita”: ho sentito che mi stava chiedendo di metterci la faccia, non solo le mie mani, il mio entusiasmo per la Chiesa, per le attività, per i giovani. Ecco, ci metto la faccia, tutto me stesso».
Per don Loris, oggi, la Chiesa ha una vera sfida davanti a sè. «La sfida di tornare al nostro battesimo. Nel percorso di Seminario, per cui sono molto grato, quando si compiono i vari gradini, dall’ammissione agli ordini sacri, lettorato, accolitato, diaconato, tutti ti chiedono cosa puoi fare adesso a messa, come se tutto si risolvesse lì. E allora la mia domanda, che faccio a tutti e a me stesso è: e quando ho ricevuto il battesimo cosa ho potuto fare? Forse è il battesimo il centro: come cristiano io cosa posso fare per la mia Chiesa?». E ora è tutto pronto per l’ordinazione. Una festa di Chiesa, per don Loris, «non tanto rivolta a me e ai miei compagni Francesco e Ivan, ma in festa perché il Signore dona ancora qualcuno che può, insieme a lui e con tanti alti, costruire tasselli di una vita piena per ciascuno».