Don Giuseppe Alberti, pastore in terra di Calabria

L’annuncio Don Alberti, parroco di Solesino, sarà vescovo di Oppido Mamertina-Palmi, in provincia di Reggio Calabria. A comunicarlo, a Padova,è stato il vescovo Claudio in un clima di sorpresa e grande partecipazione. È il terzo vescovo padovano in sette anni

Don Giuseppe Alberti, pastore in terra di Calabria

Don Giuseppe Alberti, parroco di Solesino, sarà il nuovo vescovo della Diocesi calabra di Oppido Mamertina-Palmi. L’annuncio è stato dato giovedì 21 settembre dal vescovo Claudio Cipolla in episcopio, a Padova, in contemporanea con la sala stampa della Santa Sede e con Oppido Mamertina, dove la nuova Chiesa di don Giuseppe era riunita in assemblea con mons. Francesco Milito che ha concluso il suo ministero per raggiunti limiti di età e oggi é amministratore apostolico. Grande la sorpresa, tanto per la rapidità e la riservatezza con cui si sono concretizzate la chiamata della Nunziatura apostolica e la risposta del prete padovano, quanto per l’invio in una Diocesi così lontana: ma a più di dieci anni dall’inizio del pontificato di Francesco, assistere alla riscrittura delle prassi del passato è ormai l’ordinarietà. «Il Santo Padre ha scelto uno di noi come nuovo vescovo di Oppido Mamertina-Palmi – ha scandito mons. Cipolla, mentre condivideva l’emozione dei molti presbiteri presenti assieme al personale di curia – E noi riteniamo di che questo sia un atto di generosità che la nostra Chiesa compie nei confronti di un’altra Chiesa sorella. Un gesto che siamo contenti di poter fare». Un gesto che da sette anni a questa parte si era verificato altre due volte con le nomine prima di don Renato Marangoni a vescovo di Belluno-Feltre e poi di don Giampaolo Dianin a vescovo di Chioggia. «Quando si rinuncia a qualcosa – ha detto ancora il vescovo Claudio – c’è sempre anche un lato di preoccupazione, però noi siamo al servizio del Signore e di quello che la Chiesa vuole indicarci come spazi della nostra missione». Al momento dell’annuncio, nel giorno della festa di san Matteo, don Alberti ha confessato come, all’uscita dalla Nunziatura apostolica, dopo aver detto il suo nuovo “sì” alla Chiesa, abbia camminato per Roma fino alla chiesa di San Luigi dei Francesi per ammirare il capolavoro del Caravaggio, Vocazione di san Matteo, simbolo del momento di grande impatto emotivo che stava vivendo. «Ho la netta sensazione di essere stato preso in contropiede da Dio – ha continuato don Giuseppe, chiedendo comprensione per il linguaggio sportivo in un momento di forte trepidazione – Ho accolto con grande sorpresa e non senza turbamento la richiesta del Santo Padre. Ho sempre cercato di dire di sì agli inviti del Signore, di diventare prete, di andare in missione, di cambiare parrocchia, anche recentemente. Ma questa chiamata, lo devo ammettere, mi è costata in modo particolare. Sappiamo tutti che il nuovo, ciò che non si conosce, è fonte di incertezza e di timore, di inquietudine e di tante domande: “Ma perché proprio a me, non avevi altri Signore?”. E poi in una realtà così diversa e lontana, di cui non so quasi nulla. Ma proprio in questi giorni, le parole di Gesù a Pietro mi hanno rincuorato: “Non temere”. Come a dire, “non guardare alla tua inadeguatezza ma fidati di me”. E allora sulla Tua parola ho accolto questa chiamata, mettendo ancora una volta la mia vita nelle mani di Dio». Riflettendo, durante la prima intervista alla Difesa del popolo da vescovo eletto, don Giuseppe ha ribadito quanto confidi nel Signore per il futuro, ma non solo, «anche nella collaborazione con le persone, perché ho la convinzione profonda che le partite si giocano e si vincono insieme, mai da soli. In questa prospettiva comunitaria riesco ad ammortizzare meglio questa chiamata ad affrontare un’avventura così grande. Certamente più grande di me». Un futuro che si svolgerà in una Chiesa di cui don Giuseppe conosce quasi nulla: «In questo senso, mi sento fortunato – ha commentato don Alberti – I dodici anni di servizio missionario che ho vissuto in un contesto molto diverso dal nostro, com’è l’Ecuador, sicuramente mi hanno permesso di essere più disponibile e a frenare le mie resistenze interiori nell’accogliere una realtà completamente nuova, sconosciuta per me. Così mi sento anche libero di aprirmi e di andare incontro, nel desiderio di conoscere, di condividere quello che porto dentro, cioè il Signore e il suo Vangelo, convinto che anche là ci sono altre persone che hanno voglia di fare un tratto di strada insieme». Infine, guardando alla Chiesa-madre di Padova, tornano subito alla mente del novello vescovo «la crescita nella fede, il servizio ministeriale nella nostra diocesi, come un qualcosa che mi ha arricchito enormemente, sia dal punto di vista umano sia da quello ministeriale. Ho un debito di riconoscenza grande: sento che la sensibilità pastorale che abbiamo qui, che mi ha accompagnato sempre e che è passione non solo per il Vangelo, ma anche vicinanza e solidarietà grande con la gente, dove la comunità cristiana è casa tra le case, famiglia tra le famiglie. E poi la prossimità, che ciò di cui maggiormente ha bisogno il popolo di Dio, sentire questa vicinanza del suo pastore che condivide gioie, sofferenze, fatiche e speranze. Tutto questo spero di condividere tra due Chiese che già sento sorelle, in questa familiarità che mi viene spontanea già da questo momento».

Fin da subito, la richiesta di preghiere per il suo ministero
don-giuseppe-alberti

«Fin d’ora chiedo umilmente la vostra preghiera perché la mia presenza tra voi non manchi di amorevolezza e di comprensione, di luce e di sapienza, di forza d’animo e fiducia nel Signore». Così don Giuseppe Alberti (che nella foto riceve l’abbraccio augurale dei confratelli padovani, foto Boato), ha scritto nel suo primo messaggio alla Chiesa di Oppido Mamertina-Palmi.

La parrocchia, il seminario e la missione

Don Giuseppe Alberti è nato il 17 giugno 1965 a Este ed è stato battezzato nove giorni dopo a Santa Croce di Ospedaletto Euganeo. Ha studiato al Seminario minore fino alla maturità classica e poi ha concluso il ciclo di studi di filosofia e teologia presso il Maggiore. Ordinato sacerdote il 10 giugno 1990, è stato vicario parrocchiale a Montagnana (fino al 1995), e poi assistente al Seminario minore (fino al 1999). In quegli anni ha studiato teologia pastorale alla Facoltà Teologica dell’Italia settentrionale sezione di Padova (ora Facoltà Teologica del Triveneto) conseguendo la Licenza. Nel 2000 ha accolto il servizio missionario come fidei donum ed è partito per l’Ecuador, dove ha accompagnato la formazione dei seminaristi della Diocesi di Tulcàn. Nel medesimo Seminario ha insegnato varie materie diventando poi rettore del Maggiore mentre collaborava con alcune parrocchie. È rientrato a Padova nel 2011 ed è stato nominato parroco di Villafranca Padovana e dal 2014 al 2022 è stato moderatore dell’unità pastorale di Villafranca Padovana, ricoprendo anche l’incarico di vicario foraneo del vicariato di Limena. Dal novembre 2022 è arciprete della parrocchia di Santa Maria Assunta di Solesino.

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)