Comunità Bethesda. Indaffarati sì, ma assieme, come famiglie
«L’immagine che mi viene in mente quando penso al nostro Natale è proprio quella del presepe con il villaggio e tutti i vari personaggi. Noi siamo così: c’è l’ostetrica, chi lavora in ufficio, chi insegna, chi si sposta in autostrada, chi studia. Siamo tutti indaffarati, ma l’aspetto interessante è l’essere tutti insieme».
Dipinge così, con questo quadro, Mauro Marangoni, la comunità Bethesda, di cui fa parte insieme alla sua famiglia e ad altri tre nuclei con figli, per un totale di quindici ragazzi fra i pochi mesi e 17 anni. A loro, nello stile della misericordia e dell’accoglienza, nel casolare in via Adige nel quartiere Sacro Cuore a Padova, da qualche tempo si è aggiunta anche una mamma con un bimbo. Vite che si mischiano fra di loro e che si prendono cura reciproca.
«Questo è il nostro obiettivo, il nostro stile di vita – afferma Mauro – Prendersi cura tra di noi, ma anche avere spazio per altri, per chi è nella fatica più di noi. In un momento storico in cui la distanza la fa da padrona – distanza fisica, ideologica, di pensiero – in cui la società si sta disgregando, il nostro stile è la vicinanza di valore, di cura della persona. Siamo indaffarati, impegnati, ma siamo insieme e facciamo spazio all’arrivo del Natale anche aprendo le nostre porte».
Diversi gli appuntamenti che queste quattro famiglie condividono durante l’anno e che in Avvento aiutano anche a orientarsi all’arrivo di Gesù: due momenti fissi di preghiera per gli adulti il lunedì mattina e il venerdì sera, uno anche con i figli il giovedì sera, un momento formativo, una sorta di ritiro, sempre per i genitori, per condividere “come sta andando” la quotidianità e quindi per prendersi cura, e la vigilia di Natale un pellegrinaggio (se sarà possibile) intorno alle parrocchie del vicariato, da Pontevigodarzere, Altichiero, Sacro Cuore fino alla chiesa di Sant’Antonino all’Arcella. «Ora le possibilità di aprirsi all’esterno – dice Marangoni – sono limitate, normalmente ogni weekend ospitiamo gruppi, famiglie, giovani per un pasto insieme. Siamo una “porta di servizio” alla Chiesa: penso proprio che uno dei nostri ruoli sia questo. Chi fa fatica a entrare per la porta principale si trova a proprio agio con la porta di servizio, dove trova una famiglia che accoglie, un posto dove essere chiesa, dove si legge il messaggio cristiano calato nei tempi attuali, nelle famiglie di oggi».
Essere ragazzi nella comunità Bethesda
«I ragazzi traggono grande forza dal vivere la comunità. Non sono fratelli, manteniamo l’identità di ciascuna famiglia, ma hanno un’attitudine allo scambio, all’aiutarsi. Ognuno ha i suoi spazi, ma nella barca in cui siamo volgiamo lo sguardo a chi è seduto al nostro fianco. È “meravigliosamente complicato”, afferma papa Francesco: due parole strettamente correlate».
L’augurio di buon Natale del presidente Mattarella
Lunedì 20 dicembre, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha incontrato le alte cariche dello Stato per il consueto scambio di auguri. Ecco una parte del suo intervento: «Credo che possiamo trarne un bilancio complessivamente positivo, per aver alzato la protezione dei cittadini di fronte alla minaccia del virus e per aver rimesso in moto la società. È stato il frutto di scelte coraggiose, dei progressi della scienza, di comportamenti coscienziosi, di senso civico diffuso, e la risultante di una convergenza tra le istituzioni e i cittadini. Non rinunciamo alle differenze e alle diversità. Ma sappiamo essere uniti sulle grandi scelte... L’augurio che rivolgo a voi e al nostro amato Paese per il futuro è che lo spirito costruttivo e collaborativo, reciprocamente rispettoso, possa divenire un tratto stabile dei rapporti istituzionali».